Sono trascorsi dodici anni dalla scomparsa di Alfredo Lieggi, il ventenne che morì a seguito di un incidente automobilistico dopo tre giorni di coma.
Alfredo era un ragazzo solare, educato e gentile, primo di tre figli, spesso aiutava i genitori nella paninoteca che la famiglia gestiva nella piazza principale della città. Come si ricorderà, nel pomeriggio del 10 aprile 2006, il giovane stava percorrendo a bordo della sua Ford Mondeo la strada interna Di Penta in direzione Bojano, quando in una curva di località Rio Freddo, in agro di San Polo Matese, all’altezza di un agriturismo, il mezzo su cui viaggiava sbandò, ribaltandosi più volte, finendo la sua corsa dopo qualche centinaio di metri. Fu uno schianto terribile e violento che non lasciò scampo al povero Alfredo che aveva abbordato quella maledetta curva imprudentemente, come lo sono quasi tutti i giovani a quell’età, ad una velocità superiore al consentito.
Soccorso immediatamente dai sanitari del 118 fu trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli dove arrivò in condizioni disperate, immediatamente fu sottoposto ad un primo intervento chirurgico cui ne fece seguito un altro il giorno successivo, ma non riprese più conoscenza.
Dopo tre giorni di coma, il giovedì, 13 aprile 2006, i medici dovettero arrendersi dichiarandone la morte cerebrale.
Nonostante la disgrazia e il profondo dolore, i genitori Rita e Peppino, con grande forza d’animo e lucidità non comune, mostrarono un grande atto di solidarietà, acconsentendo all’espianto degli organi per la donazione. Grazie a quella nobile azione Alfredo ha continuato a vivere nell’organismo di quattro persone negli ospedali di Roma, Napoli, l’Aquila e Padova, dove furono eseguite le operazioni di trapianto degli organi donati dallo sfortunato giovane bojanese.
Nella disgrazia per la perdita di un figlio, i genitori Rita e Peppino hanno dato un esempio di sensibilità e di solidarietà umana incommensurabile, con un dono senza eguali, facendo tornare a sorridere alla vita altre persone.
Il giorno dei funerali presso la chiesa di Santa Maria del Parco ci fu un’intera città che si strinse, commossa, intorno ai familiari distrutti dallo straziante dolore. Per questo motivo gli amici di Alfredo, con grande affetto, hanno voluto che lo ricordassimo a distanza di anni dalle colonne di Primo Piano Molise, perché la sua memoria è ancora viva nella sua Bojano, come del resto è ancora viva una parte di lui in diverse zone d’Italia grazie ad un atto di amore verso il prossimo da parte dei suoi genitori.
Enzo Colozza