Il sindaco Marco Di Biase, ieri pomeriggio a Palazzo Colagrosso, alla presenza degli organi di informazione e di un folto pubblico, ha tenuto la conferenza stampa per spiegare le motivazioni che lo hanno indotto a rassegnare le dimissioni. Il primo cittadino nella sua esposizione ha fatto una fotografia della situazione drammatica di Palazzo San Francesco, che ormai versa in una paralisi gestionale dovuta non solo alla situazione debitoria stratosferica, ma anche alla carenza di personale e soprattutto di un segretario maggiormente responsabile e più presente sul luogo del lavoro.
«Sono qui, anche se ne avrei fatto a meno, perché oggi per me è un giorno triste – ha esordito il sindaco Di Biase -. L’altro ieri (domenica, ndr) ho preso la decisione di dimettermi da sindaco del Comune di Bojano. Chiaramente è stata una decisione sofferta, meditata a lungo, ma purtroppo più passa il tempo e più mi rendo conto che era l’unica decisione da prendere soprattutto per il bene del Comune di Bojano, della città e dei miei concittadini. Sofferta perché comunque avevo preso un impegno per l’intero mandato, però continuare così non avrebbe senso, e sarebbe soltanto danno per il nostro Comune. Mi sono dimesso perché abbiamo un problema gestionale importantissimo e molto serio che va avanti da troppo e probabilmente non c’è più tempo per recuperare se dovessi rimanere io. Probabilmente le mie dimissioni potrebbero portare ad un cambio di passo, nel senso che il commissario prefettizio che verrà, seppure non ha più poteri di diritto del sottoscritto. Spero che li avrà di fatto perché queste problematiche che con le mie forze questa amministrazione non è riuscita a risolvere, si riconducono al problema del servizio finanziario nato dal giorno successivo al dissesto per una serie di ragioni legislative e, purtroppo, anche di scelta di uomini.
Oggi il Comune di Bojano è come un ospedale senza medici, o una scuola senza insegnanti, nel senso che c’è una netta distinzione politico-gestionale in un Comune di 8 mila abitanti. Se il nostro Comune fosse stato più piccolo paradossalmente i problemi di cui stiamo parlando non li avremmo avuti. In quel caso, per esempio, un mio assessore avrebbe potuto fare il responsabile finanziario. Invece, in un Comune grande come il nostro c’è, appunto, una netta distinzione di ruoli: c’è quello di indirizzo politico e quello gestionale. Il ruolo gestionale lo fanno i dipendenti, in particolare i capisettore. Oggi, per fare un esempio, l’unico caposettore presente in servizio al Comune è il comandante dei vigili. A causa di questi problemi di personale sono costretto a fare un passo indietro. Chiaramente i problemi di cui stiamo parlando – ha proseguito il primo cittadino dimissionario -, hanno comunque una matrice iniziale unica: i conti al Comune di Bojano. È da lì che nascono tutte le problematiche attuali.
L’ho detto già in Consiglio comunale, lo ribadisco anche ora, e sfido chiunque ad un eventuale dibattito pubblico per vedere se quello che dico corrisponde a verità o meno. Partiamo da un dato preciso: quando mi sono candidato a sindaco del Comune di Bojano, ho letto una relazione di fine mandato del mio predecessore (Silvestri, ndr), che parlava di un avanzo di amministrazione di 750 mila euro. Mi sono candidato con un programma di governo quinquennale – ha proseguito Di Biase -, facendo affidamento su quella cifra. Di quei soldi non solo non c’era neanche un euro, ma solo una marea di debiti.
Il bilancio 2015 approvato nella primavera 2016 che portava questo avanzo di amministrazione corrispondeva, invece, ad un debito che la Corte dei conti soltanto a maggio dello scorso anno ci ha confermato “che sulla mancata erronea certificazione del Patto di stabilità del 2015, sussistono gravi elementi di inattendibilità del rendiconto 2015…”. In sostanza non si capiva nulla, però un aspetto era chiaro: il Fondo crediti di dubbia esigibilità non era stato proprio accantonato».
Oltre al Fondo credito di dubbia esigibilità che si aggirava intorno ai 2 milioni e 750 mila euro, Di Biase ha parlato dei residui attivi, cioè dei crediti vantati dal Comune. Dai bilanci consuntivi 2016 e 2017 sono venuti fuori 4 milioni di residui attivi da cancellare. «La cosa più grave è che gran parte di questi crediti non trovano una giustificazione valida, cioè non sono documentati, e qualcuno sostiene che non potrebbero esserci mai stati, ma sistemati per aggiustare i bilanci». Il sindaco ha poi parlato della delibera della Commissione straordinaria di liquidazione circa le istanze dei creditori del Comune di Bojano, la cui massa passiva totale ammonta a 17 milioni e 800 mila euro circa. Debiti fuori bilancio che arrivano fino alla fine del 2017. «Sono debiti questi della Csl non contabilizzati, che seppur non tutti presenti, sul bilancio 2015 già esistevano e non erano stati menzionati. Quando mi sono insediato, in sostanza non c’erano 750 mila euro di avanzo ma in realtà vi erano oltre 10 milioni di disavanzo, facendo un calcolo approssimativo per difetto».
Di Biase ha parlato poi anche dell’addendum di 8 milioni e mezzo da restituire in trent’anni che con capitale ed interessi ammonta a 11 milioni e mezzo di euro. «L’aspetto grave è che con questo debito certo acceso con la Cassa depositi e prestiti non abbiamo realizzato alcuna opera pubblica, ma sono state pagate spese correnti». Infine il problema della carenza di personale. La dichiarazione di dissesto impedisce, infatti, nuove assunzioni. In pratica alcuni settori sono sprovvisti di responsabile, in particolare quello Finanziario. Ma il tasto dolente è rappresentato dal segretario comunale, di cui il sindaco ha dovuto assumere la responsabilità della scelta. Questi in pratica da quando è arrivato, a novembre, ha lavorato appena un mese e mezzo, causando ulteriori problemi e ritardi nell’espletamento di pratiche e adempimenti fondamentali per la macchina amministrativa. «Nella situazione in cui siamo adesso noi rischiamo un altro dissesto, non perché chissà cosa stiamo spendendo – ha aggiunto il sindaco -, ma perché non stiamo né pagando e né incassando. Basta dire che ruolo idrico 2018 ancora non viene recapitato agli utenti. Così come pure è saltata la Tari 2019 che stavamo per fare. Con le entrate che non ci sono, le spese che non paghiamo e che potrebbero costarci care, se non si inverte la marcia il Comune di Bojano rischia un secondo default».
Dalle parole di Di Biase si comprende chiaramente che l’Ente con tutti i suoi gravi problemi è stato lasciato solo anche dalle istituzioni, in particolare dalla Prefettura. Da qui il passo indietro del sindaco che potrebbe, forse, anche ritornare sui suoi passi se dal Palazzo di Governo arrivasse un segnale di collaborazione.
E.C.