Un’intera città è pronta a stringersi intorno al suo parroco, don Giovanni di Vito, per impedirne il trasferimento a Campobasso. C’è aria di mobilitazione a Bojano, una comunità così unita e determinata, forse, non si è mai vista nella sua storia. Non solo i parrocchiani dei Santi Erasmo e Martino ma anche quelli delle altre parrocchie, e addirittura dei paesi limitrofi, sono pronti a manifestare contro la decisione del Vescovo della diocesi, per un provvedimento che viene ritenuto non opportuno soprattutto in un momento particolare in cui la città sta vivendo una crisi socio-economica profonda e senza un governo locale. Privare la comunità anche di uno dei pochi punti di riferimento esistenti in loco, significherebbe abbandonarla ad un triste e lento declino irreversibile. Da più parti stanno arrivando appelli e prese di posizioni contro monsignor Bregantini, diverse sono anche le iniziative che i vari gruppi e comitati di persone stanno organizzando per portare la protesta addirittura nelle alte sfere del Vaticano. C’è anche chi ha lanciato la proposta di promuovere una petizione per mandare addirittura via dalla Diocesi il vescovo stesso. Intanto è partita l’iniziativa di esporre un lenzuolo bianco a balconi e finestre delle abitazioni della città a difesa di don Giovanni. La notizia diffusa sui social, Facebook e Whatsapp, in poche ore ha visto l’adesione di centinaia di famiglie che hanno subito esposto un lenzuolo sulla facciata della propria abitazione. Anche alcune attività commerciali hanno voluto aderire a questa protesta silenziosa, come il bar da Melania alla stazione ferroviaria, con l’esposizione di rotoloni di carta bianca in prossimità dei loro locali. C’è in sostanza un’unanime condivisione in questa lotta per far restare don Giovanni a Bojano. Un parroco che, oltre a portare conforto ai malati, ha saputo aiutare tante famiglie in difficoltà per vari motivi e soprattutto togliendo tanti ragazzi dalla strada portandoli all’oratorio «don Stefano Gorzegno» impegnandoli in varie attività ludiche. Nell’estate scorsa, al campus da lui organizzato, c’erano circa duecento ragazzi, diversi provenienti anche dai paesi vicini. Don Giovanni è un prete che non si limita solo a celebrare egregiamente le funzioni religiose, ma è un sacerdote che si impegna nel sociale e che vive quotidianamente la realtà che lo circonda, facendosi apprezzare e amare per la sua modestia e altruismo, e in particolare per le sue semplici ed umili parole che giungono diritte al cuore delle persone. Allontanare un pastore dalla città, che negli anni si è guadagnato la stima e la fiducia dell’intera popolazione, per trasferirlo altrove in una città che non ha le stesse esigenze di Bojano, significa solo gettare nello sconforto un’intera comunità rendendo ancora più difficile il suo futuro. Nella serata di ieri presso la chiesa del Purgatorio, l’Arciconfraternita ha promosso la recita del Santo Rosario affinché il vescovo faccia restare don Giovanni di Vito a Bojano.
E.C.
,Sono con il popolo di Boiano: è vero che in un momento così critico per la città e per i suoi cittadini non può essere tolto un “garante” dell’animo e della quotidianità. Ho conosciuto D.Giovanni a scuola qualche anno fa, notevole la sua capacità di mediare tra i disagi dei giovani studenti e le scelte educative dei docenti. È vero che il vero pastore obbedisce,ma ribadisco:il ruolo del pastore in questo momento è con le.sue pecorelle.