Anche San Polo Matese ha voluto conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, “instancabile testimone di una delle pagine più terribili della storia, quella della persecuzione razziale, della pulizia etnica e del genocidio, di cui si sono macchiati la Germania nazista e i suoi alleati, fra il 1933 e il 1945”. A comunicare l’evento attraverso una nota che di seguito pubblichiamo, è il consigliere di minoranza Pietro Di Santo, uno dei promotori dell’iniziativa. «Lo scorso 15 novembre il gruppo consiliare “San Polo Tradizione e Rinnovamento” ha presentato una proposta di deliberazione con lo scopo di concedere la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre e venerdì 20 dicembre il Consiglio comunale di San Polo Matese, con voto unanime, ha deliberato in tal senso. Questa richiesta è nata in maniera quasi inevitabile ed è figlia dell’inaccettabile e inconcepibile risveglio dell’intolleranza razziale verso il diverso, le minoranze e in particolare i cittadini di religione ebraica. Nel 1938 la nostra Nazione si macchiò del varo delle vergognose leggi a difesa della razza, che contribuirono all’Olocausto con il genocidio di sei milioni di persone, e solo nel dopoguerra tale ignominia è stata in parte cancellata con la nascita della magnifica Costituzione della Repubblica che all’Art. 3 recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ebbene, la senatrice Liliana Segre, che ha subito in gioventù, così come la sua famiglia, la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau prima e quello di Malchow poi, non è che una rappresentante di quella immane tragedia, e oggi, torna sciaguratamente ad essere, suo malgrado, protagonista della cronaca venendo fatta segno di atti di persecuzione mediatica ed intimidazioni vergognose e vigliacche. Contro questo rigurgito di intolleranza razziale e addirittura di negazione della Shoah, dei crimini di genocidio o dei crimini contro l’umanità, lo Stato ha il dovere di reagire con fermezza e determinazione moltiplicando i suoi anticorpi che partono dalle famiglie, dalla scuola, dalle istituzioni civili e militari. San Polo Matese reagisce con ancora più convinzione avendo avuto anche suoi figli deportati in campi di concentramento in Europa e in Asia e altri vessati e incarcerati, scampati alla deportazione e alla morte solo per la temerarietà e la tenacia dei propri cari. E la sua Amministrazione, composta come spesso accade da liste eterogenee formate da cittadini di diverso e spesso contrapposto orientamento politico, ha discusso, considerato e valutato anche con vigoria, ma si è compattata nel voto che ha un unico comune denominatore che è la democrazia e la libertà. È per questo motivo che la Senatrice Liliana Segre viene presa a simbolo da persone, associazioni, partiti e istituzioni contro il becero, ripugnante e odioso risveglio di antisemitismo. C’è chi, addirittura, giustifica questa vergogna con la difesa della razza, e a tal proposito mi piace pensare che siamo un popolo bellissimo, intelligente, laborioso ed ingegnoso perché ci siamo costantemente mescolati e abbiamo ben 12 minoranze linguistiche riconosciute. E che dire allora dei fenici, greci, goti, longobardi, arabi, bizantini, normanni e altri? Sono passati attraverso la penisola senza contribuire a rendere il nostro patrimonio genetico il più variegato d’Europa? Per finire c’è chi, scrivendo su testate nazionali definisce moda scema di insignificanti comunità il conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre, alla quale nulla importerebbe di questi riconoscimenti tesi solo a garantire pubblicità a gente che vuol farsi bella. Garantisco, senza tema di smentita, che “l’insignificante comunità” di San Polo Matese non ha nessun bisogno di farsi bella con queste iniziative. La coscienza, l’amore per la democrazia, la pace e il nostro tradizionale senso di ospitalità e fratellanza, ecco cosa ci preme di far bello».