Il 20 e 21 settembre venti comuni molisani andranno alle urne per eleggere i sindaci e rinnovare i consigli municipali. Ieri a mezzogiorno sono scaduti i termini per la presentazione delle liste. Doveva essere una tornata primaverile con la fine naturale dei mandati di sindaci e governatori, ma la pandemia ha messo in quarantena anche la politica che ha rinviato le elezioni in autunno. Ma almeno c’è un aspetto positivo in tutta questa storia: l’accorpamento di amministrative, regionali, suppletive al Parlamento e referendum ci ha fatto risparmiare circa 300 milioni. Soldi benedetti per una paese che deve ripartire. I riflettori sono puntati soprattutto sulle Regioni, sette complessivamente, e sul referendum confermativo per il taglio dei parlamentari. E poi sulle ripercussioni che a livello centrale ci saranno per il mancato matrimonio nelle periferie tra Pd e M5s. L’intesa – saltata in quasi tutte le regioni fatta eccezione per la Liguria – è sfumata pure ad Agnone: nel paese delle campane il Pd candida Daniele Saia, i 5 stelle convergono su Vincenzo Scarano, mentre il centrodestra gioca la sua partita con Agostino Iannelli. Sarà invece duello a Montenero dove il nodo da sciogliere per il segretario dem Facciolla era con l’ex consigliere regionale Nicola D’Ascanio. Intesa raggiunta alla vigilia della presentazione delle liste, ufficializzata con la candidatura del figlio Roberto nella lista di Fabio Di Risio che dovrà sfidare la vicesindaca uscente Simona Contucci che rappresenta la continuità.
Nomi di peso nelle comunali ai piedi del Matese. Anche qui due liste: con la prima che fa capo a Mariacristina Spina, figlia del compianto Armando, e moglie del consigliere regionale Gianluca Cefaratti, addirittura è sceso in pista come aspirante consigliere il presidente di Palazzo D’Aimmo Salvatore Micone. L’altro competitor in lizza per la fascia tricolore è l’ex dirigente scolastico Carmine Ruscetta.
