Il pubblico ministero della Procura di Campobasso Francesco Santosuosso ha chiesto quattro rinvii a giudizio per la morte del 43enne Michele Calabrese, il giovane operaio bojanese rimasto vittima di un incidente sul lavoro in un’azienda del settore edile del luogo lo scorso 20 novembre. Come si ricorderà l’uomo, che lavorava da una quindicina d’anni presso la ditta di via Molise, fu travolto da una pesante lastra di marmo caduta da un camion durante le operazioni di scarico. Il magistrato contesta a vario titolo il reato di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme di prevenzione contro gli infortuni sul lavoro. Il pm, infatti, ha chiesto il processo non solo per il titolare dell’azienda, ma anche per chi dirigeva i lavori di scarico, per l’autista del camion e per il datore di lavoro di quest’ultimo, cioè per il titolare della società di trasporti proprietaria dell’autotreno. «Collaborando ad operazioni di scarico di blocchi di lastre di marmo da un rimorchio – si legge nell’atto del pm Santosuosso -, per negligenza, imprudenza e imperizia e, comunque, in violazione della normativa antinfortunistica di settore, provocavano la caduta dall’alto dei suddetti materiali e l’infortunio mortale di Michele Calabrese». L’udienza preliminare è stata fissata per il 23 febbraio prossimo. Da questo processo i familiari dello sventurato operaio aspettano la verità dei fatti e giustizia. Per fare piena luce sulla disgrazia, la famiglia Calabrese si è rivolta allo Studio3A-Valore Spa, società di Bari specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
ppm

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