Una rete di false esportazioni di prodotti sottoposti ad accisa verso Paesi terzi, messo in piedi attraverso l’accesso abusivo al sistema informatico in uso all’Agenzia delle Dogane, che ha permesso di contrabbandare all’interno dell’Unione Europea alcool e tabacchi. È quanto scoperto dalle indagini coordinate dalla Procura di Salerno, culminate ieri mattina nell’esecuzione, da parte dei finanzieri dei Comandi provinciali di Salerno e Caserta, di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip salernitano nei confronti di sette persone (tre raggiunte da custodia cautelare in carcere e quattro posti agli arresti domiciliari) e un contestuale provvedimento di sequestro per un valore di quasi 3 milioni di euro. Tra gli arrestati anche un imprenditore 50enne di Campobasso ma da anni residente a Bojano,finito ai domiciliari, due ausiliari doganisti e uno spedizioniere operante nel porto di Salerno, un appartenente alla Guardia di Finanza già in servizio presso il Nucleo Pef di Caserta e un appartenente alla Polizia di Stato in servizio presso la Polizia marittima e di frontiera di Napoli. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere transnazionale, sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa su prodotti alcolici, contrabbando di tabacchi lavorati esteri, falsità materiale e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico.
Uno dei soggetti arrestati risultava già sottoposto a misura cautelare in relazione all’importazione dell’ingente quantitativo di Captagon sequestrato nel porto di Salerno nell’estate del 2020. Secondo quanto ricostruito dalla Procura nell’impostazione accusatoria condivisa dal gip, il gruppo criminale transnazionale avrebbe aggirato i controlli doganali, anche attraverso l’accesso abusivo al sistema informatico dell’Agenzia delle Dogane, per registrare fittiziamente in arrivo i documenti di scorta di prodotti sottoposti ad accisa, mai realmente giunti negli spazi doganali.
Le indagini hanno riguardato in particolare operazioni di esportazione, realizzate tra il 2018 e il 2020, di ingenti volumi di bevande alcoliche e alcool puro, nonché la cessione in contrabbando di circa 18 tonnellate di tabacco per narghilè.
L’ipotizzato sistema di frode avrebbe consentito, quindi, di generare il duplice vantaggio di avere disponibilità di prodotti da immettere sul mercato a prezzi concorrenziali rispetto a quelli che assolvono il pagamento delle relative imposte, nonché la conseguente evasione delle imposte sui redditi.