Nessuna dichiarazione. Il sindaco di Molise, Domenico Cirelli, mantiene il più stretto riserbo sull’inchiesta coordinata dalla Procura di Campobasso e condotta dalla Guardia di Finanza che lo vede implicato come principale indagato. I reati contestati sono riciclaggio e autoriciclaggio. Secondo gli inquirenti il primo cittadino, con la complicità di alcuni familiari – anche loro iscritti nel registro degli indagati – avrebbe ‘dirottato’ ingenti somme di denaro delle cooperative sociali che si occupano di assistenza agli anziani su una fondazione no profit, per poi acquistare immobili di valore. Cinque strutture, dislocate tra Molise, Frosolone, Torella del Sannio e Sepino, del valore complessivo di 2,6milioni di euro che sono state sequestrate dalle fiamme gialle come disposto dal gip del tribunale di Campobasso.
L’ente benefico senza scopo di lucro, riconducibile a Cirelli, è la Fondazione Aldo Messere, con sede legale a Torella del Sannio. Lì sono partiti gli accertamenti dei militari del Nucleo di Polizia economico e finanziaria che, analizzando i libri contabili, hanno notato numerose ‘anomalie’: per gli investigatori il sindaco, con la collaborazione di alcuni familiari e prestanomi, distoglieva ingenti somme di denaro dalle society cooperative simulando donazioni in favore della Fondazione, oppure giustificava le distrazioni delle somme attraverso generiche diciture che non trovano rispondenza con la realtà. Le stesse Case di riposo sono tutte riconducibili a Cirelli o gestite direttamente dai suoi familiari.
Per ‘coprire’ la truffa, gli immobili acquistati con il denaro della cooperative venivano destinati ad attività commerciali, proprio per ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza illecita con operazioni di riciclaggio ed autoriciclaggio.
Tant’è che le fiamme gialle hanno appurato che una struttura, sempre intestata alla Fondazione, è stata utilizzata come attività commerciale dal fratello del sindaco.
Un’indagine complessa e durata diverso tempo: gli inquirenti hanno avuto non poche difficoltà a ricostruire il sistema truffaldino vista la presenza di numerosi prestanome. Una vicenda che ha fatto molto rumore non solo a Molise, paese dove il sindaco Cirelli è al suo terzo mandato, ma pure negli altri comuni dove sorgono le case di riposo.