In Molise la prevalenza dei consumatori di almeno una bevanda alcolica nel 2020 è stata del 80,8% per gli uomini (sopra la media italiana che è del 77,2 %) e 53,9% per le donne, e non si registrano variazioni significative rispetto alla precedente rilevazione. È la fotografia scattata dall’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Iss che ieri, in occasione dell’Alcohol prevention day ha rielaborato e presentato i dati Istat.
Analizzando gli indicatori regione per regione, in Molise tutti gli indicatori riferiti alla popolazione maschile sono ben al di sopra della media e a rischio. La prevalenza dei consumatori di sesso maschile di amari si mantiene per il quinto anno consecutivo superiore alla media nazionale. Sono sopra la media anche i consumatori maschi di birra mentre sono sotto la media le donne consumatrici di aperitivi alcolici. Per nessuna bevanda considerata si rilevano variazioni rispetto alla precedente rilevazione. Come nel 2019, per gli uomini i valori di tutti gli indicatori che identificano i comportamenti a rischio sono superiori alla media nazionale, mentre per le donne tutti gli indicatori sono in linea con il valore medio nazionale; i maschi che hanno una modalità di consumo a rischio secondo il criterio Iss sono aumentati del 26,8% rispetto al 2019.
A livello nazionale nel 2021 ben 7,7 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 20% degli uomini e all’8,7% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e mezzo di persone hanno bevuto per ubriacarsi e 750mila sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale.
E la situazione negli ospedali lo testimonia: nel 2021, si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto soccorso – di cui il 10 % circa richiesto da minori, per le ragazze in proporzione doppia rispetto ai coetanei – e 45.270 dimissioni ospedaliere, causati entrambi dall’alcol, segnando in un anno un incremento, rispettivamente, del 20.2% e del 4.2%.
E se è vero che molti valori sono diminuiti tornando ai livelli pre-pandemici, è altrettanto vero che questi erano comunque elevati e che i decrementi, registrati quasi sempre per gli uomini e non per le donne, sono distanti dal raggiungimento degli Obiettivi di salute sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia – 20 milioni gli uomini e 16 le donne, pari al 77% dei maschi e al 56% delle femmine – è ricco di dettagli. Dieci milioni e mezzo di italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.370.000 tra 11 e 25 anni, di cui 620mila minorenni), le donne (circa 2,5 milioni, in crescita dal 2014, con punte massime di consumatrici a rischio del 29% tra le minorenni 16-17enni), gli anziani (2,6 milioni, di cui uno su 3 e quasi una su 10 over65 sono a rischio: eccedono su base quotidiana e consumano fuori pasto).
Alcol e giovani. Un milione e 370 mila consumatori a rischio tra 11 e 25 anni eccedono su base quotidiana, di cui 620.000 i minori. Sono 786.000 i binge drinkers 11-25enni, di cui 83.000 minori che bevono per ubriacarsi. Tra gli 11 e i 25 anni, età in cui il cervello deve ancora maturare la corteccia prefrontale e la capacità cognitiva razionale che è attivamente minacciata e interferita dall’uso di alcol con danni irreversibili alle sue funzioni, il 18,6% dei maschi e il 12,8 % delle femmine sono consumatori a rischio, con frequenze in diminuzione ma ben lontane per i minori dal valore atteso di zero. Tra i minori sono consumatori a rischio il 16,5 % dei maschi e il 14,2 % delle femmine. Il binge drinking ha interessato l’11,4 % dei maschi e il 6,4 % delle femmine.
Tra i 18-20enni, il 72,3 % dei maschi e il 62,2 % delle femmine consuma bevande alcoliche, 300.000 secondo modalità a rischio, 279.000 si ubriaca. Circa 450.000 giovani tra i 21 e i 25 anni sono consumatori a rischio, il 19,9% dei maschi e il 10,9% delle femmine, 424.000 quelli che si ubriacano.
Alcoldipendenza e disturbi da uso di alcol: sono 63.490 gli alcoldipendenti in carico ai servizi per le dipendenze del Ssn, inaccessibili nel lockdown, da tempo in sofferenza di risorse e personale, con grave stigma degli utenti già in carico e di coloro che, pur in cerca di trattamento, non fanno ricorso alle prestazioni diagnostiche e di pratica clinica del Ssn. Risulta in carico ai servizi, dunque, solo la punta dell’iceberg degli attesi: l’8,5 % dei 750.000 consumatori dannosi con Dua che sono “in need for treatment”.

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