Entusiasmo, gioia immensa, calore non bastano per raccontare la giornata di lunedì 6 novembre che ha visto radunati 7800 bambini in Aula Paolo VI – Sala Nervi – per incontrare papa Francesco e, insieme, promuovere un messaggio di Pace. Presenti bambini provenienti da 85 nazioni con 322 volontari e centinaia di giornalisti. Anche dal Molise sono giunti 150 alunni e alunne dalle scuole della provincia di Campobasso, dall’area del cratere e dalla provincia di Isernia accompagnati dalle loro insegnanti e sostenuti dai dirigenti di ciascuna Istituzione scolastica del territorio molisano. L’iniziativa mondiale dedicata ai bambini per ridare voce all’infanzia e «accreditarli nel loro diritto di essere autori e ricercatori nella loro vita mentre scoprono il mondo», è stata promossa dall’Ordine dei Frati Minori Conventuali di intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
L’incontro è stato organizzato in sinergia con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, la Comunità di Sant’Egidio, la Cooperativa Auxilium, Trenitalia e Busitalia (società del Gruppo FS Italiane) in stretta collaborazione con gli Uffici scolastici regionali e con il sostegno del mondo francescano, della Fondazione PerugiAssisi e della Federazione Italiana Giuoco Calcio. La promozione della Pace, i temi dell’Ambiente, la lotta allo spreco alimentare, la cura del Creato sono stati i temi di fondo sui quali i bambini hanno rivolto le loro domande al Papa, in un dialogo fatto di domanda e risposta con una dirompente efficacia e un’empatia travolgente. Grazie, inoltre, alla collaborazione tra i promotori e Trenitalia, è stata resa possibile la partecipazione dei bambini provenienti dalle scuole d’Italia, ciascuna individuando un criterio di scelta per intercettare anche le scuole in aree marginali o aree interne. Perciò al Molise sono stati riservati 150 posti con il supporto logistico gratuito di 3 bus.
A scaldare ancor di più l’atmosfera, l’apparizione del noto cantante italiano Mr. Rain accolto a gran voce mentre percorreva il lungo corridoio dell’Aula Nervi. La sua canzone “Supereroi”, sostenuta dal coro dell’Antoniano e dei 7800 bambini, in versione italiana e spagnola, ha accompagnato l’arrivo del Papa, giunto in anticipo ed entrato a sorpresa dal fondo dell’Aula per percorrere, anche lui, il corridoio e godersi il bagno di folla. A braccia aperte ha salutato, benedetto, raccolto regali anche dai bambini della Scuola molisana guidati dall’Usr Molise. Sul palco, dove campeggiava un enorme pallone a forma di mappamondo, lo ha accolto un gruppo di ragazzi dai 7 ai 10 anni che gli ha dato il benvenuto: dalla Siria, dall’Ucraina; dal Benin; dal Guatemala; dall’Australia. Francesco ha detto poi di non dimenticare una piccola rappresentanza dei tanti bambini che «stanno soffrendo per i disastri climatici, per la guerra e la povertà». Dovevano partecipare anche 22 bambini da una scuola primaria di Prato ma, a causa dell’alluvione, non hanno potuto essere presenti: «Le mandano un saluto e un abbraccio», ha detto padre Enzo Fortunato, ideatore dell’iniziativa. Ma subito la voglia di porre domande e l’effervescenza del dialogo si è accesa sulle parole pronunciate a braccio da papa Francesco. Un botta e risposta tra attualità o questioni più personali, come le sue abitudini: cosa sogna la notte? «Cosa sogno la notte? Ma io non so cosa sogno, perché dormo!». O i suoi legami: «I miei amici sono le persone che vivono con me a casa; poi ho tanti amici fuori, in qualche parrocchia, anche qualche cardinale è amico pure… È una grazia di Dio perché la persona che non ha amici è una persona triste». «Cari bambini. Benvenuti tutti, benvenuti! Grazie di cuore a tutti voi. Il tema è impariamo dai bambini. Cosa possiamo imparare? Si può imparare e c’è bisogno di imparare tutti. Io sono felice quando vi incontro, mi ricordate quanto è bella la vita nella sua semplicità, stare insieme con semplicità. E noi vogliamo dire al mondo: la vita è un dono. Ripetiamo tutti insieme: la vita è un dono. Noi siamo fratelli, tutti. Noi siamo nemici?».
Noooo – rispondono i bambini. Siii siamo fratelli, dicono. «Infatti, siete venuti qui da tutto il mondo come tanti fratelli nella grande casa. Il Signore ci riceve sempre con un abbraccio a tutti. Diciamo insieme: la vita è una cosa meravigliosa. Tanti bambini stanno soffrendo per la guerra, per la povertà, c’è gente cattiva che fa la guerra che distrugge. Voi volete fare del male?
Voi volete aiutare? Cari bambini la vostra presenza è un segno che arriva dritto al cuore di tutti.
Voi avete portato qualche domanda. Sentiamo cosa avete preparato. La vita è un dono stupendo. Sognare è bello. È necessaria, anzi, urgente la pace».
Ma «come si fa a fare la pace?». Lo ha domandato Ivan, 9 anni, ucraino. «Non c’è “un metodo” per costruirla», ha affermato il Papa. «È più facile dire come si fa la guerra, con l’odio, con la vendetta, fare male all’altro e questo viene dall’istinto». La pace però è possibile realizzarla con “un gesto”: la pace si fa con la mano tesa, con la mano dell’amicizia tesa, sempre cercando di coinvolgere le altre persone per andare insieme. La mano tesa… Salutando gli amici, ricevendo tutti a casa.
Parole e gesti rimasti impressi nel cuore e nella mente di tutti, adulti e bambini, docenti, dirigenti, e tutti, proprio tutti i presenti all’incontro internazionale sulla promozione della pace per il mondo fatta dai bambini in una sorta di vera connessione tra le generazioni. Ed è proprio con una stretta di mano tra tutti i presenti a formare una catena umana, al ritmo della celebre canzone We are the world, che si è concluso l’incontro. Tra i momenti più suggestivi la stretta di mano con la delegata per l’Usr Molise – Rita D’Addona – che ha chiesto al Pontefice di pregare per i 27 bambini di San Giuliano di Puglia, morti sotto le macerie di una scuola a seguito del terribile terremoto del 31 ottobre 2002. Il Santo Padre, chinando il capo e stringendo la mano alla sua croce pettorale, ha detto di pregare per tutti i bambini del Molise e di avere speranza e fiducia nella preghiera. Infine, mentre dal palco venivano alzati mappamondi a simboleggiare la terra di cui tutti, a cominciare dai più piccoli, dobbiamo prenderci cura, perché «distruggere la Terra è distruggere noi…», come ha detto Papa Francesco, tutti i presenti sono stati congedati con una speciale benedizione finale.
Il ritorno a casa è stato per ciascun gruppo momento di raccolta e di riflessione sulle azioni concrete per promuovere una Pace urgente, giusta, possibile. Dare la voce ai bambini è una coraggiosa avventura da accogliere e da intraprendere nel presente e nella prospettiva futura. Ai 150 bambini del Molise è stato affidato il compito di essere Ambasciatori di Pace per ogni comune del Molise della scuola di provenienza.
Rita D’Addona