Grandi emozioni quelle vissute ieri mattina presso il Piazzale d’Armi della Scuola allievi agenti “Giulio Rivera” di Campobasso durante la cerimonia del giuramento dei 205 frequentatori del 225° Corso della Polizia di Stato. Il solenne rito, che ha coinvolto 2339 nuove leve in tutta Italia, si è svolto in contemporanea nelle 11 scuole di Polizia di Campobasso, Alessandria, Caserta, Peschiera del Garda, Piacenza, Trieste, Vibo Valentia, Nettuno, Brescia, Pescara e Abbasanta.
Presenti alla cerimonia il prefetto Michela Lattarulo, il questore Cristiano Tatarelli, il presidente del Consiglio regionale Quintino Pallante, e i vertici di Provincia e Regione, Giuseppe Puchetti e Francesco Roberti, nonché le massime autorità militari, civili e religiose del territorio.
La cerimonia si è aperta con i saluti del direttore della Scuola, Giovanni Nunziata, che nel suo discorso ha ricordato tutti i caduti della Polizia di Stato, «in particolare Giulio Rivera medaglia d’oro al valor civile, barbaramente trucidato a soli 24 anni durante l’agguato terroristico di via Fano il 16 marzo 1978. Avergli orgogliosamente intitolato questa scuola ha il fine di serbare a futura memoria il suo luminoso esempio di servitore fino all’estremo sacrificio. Un affettuoso saluto ai suoi familiari sempre vicini a questa scuola».
Il direttore ha inoltre rivolto un ringraziamento particolare ai familiari dei 205 allievi presenti alla cerimonia, «qui convenuti da diverse regioni d’Italia, anche lontane, per condividere un giuramento che è anche il vostro, perché sarete testimoni diretti di un percorso di vita professionale non semplice che, pur gravido di soddisfazioni, spesso impone dei sacrifici come tutte le attività lavorative più prossime a una missione che ad un semplice mestiere».
Infine un pensiero agli allievi agenti: «È stato bello vedervi in questa scuola, che per sei anni è stata la vostra casa, ed è stato bello anche vedervi vivere qui, bene, in questa città, in questa provincia, in questa regione che vi hanno accolto con grande calore, amicizia e ospitalità. Tra poco impegnerete la vostra coscienza sia di fronte all’intera comunità nazionale sia di fronte a voi stessi rendendo il giuramento di fedeltà alla Repubblica. Si chiude così, dopo sei mesi di intensa attività formativa e addestrativa, la prima fase del vostro apprendistato professionale e si apre la stagione dell’applicazione pratica durante la quale, giovandovi anche del patrimonio esperienziale dei vostri colleghi già in attività di servizio, potrete continuare ad apprendere mentre operate».
A seguire l’agente in prova Nicola Diletta, capo corso, ha dato lettura della preghiera della Patria.
Premiati, inoltre, i frequentatori che si sono classificati ai primi tre posti della graduatoria del corso: primo l’agente in prova Raffaele Pepe, il quale ha ricevuto la medaglia alle mani del prefetto seguito da Pio Francesco D’Amico, premiato dal questore Tatarelli e dall’agente in prova Giuseppe Abbatangelo, premiato dal presidente Roberti.
Il sole cocente, le ‘pesanti’ divise e le temperature da bollino arancione non hanno risparmiato alcuni dei protagonisti, costretti a chiedere aiuto ai propri superiori a causa di inevitabili mancamenti.
Dopo la cerimonia si è tenuto il collegamento con la scuola di Peschiera del Garda dove erano presenti il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che hanno rivolto un messaggio di auguri a tutti gli allievi, da oggi agenti in prova, per la nuova fase di vita professionale che si accingono ad intraprendere.
«Ringrazio quanti oggi e in questi mesi, in tutte le nostre scuole, hanno avuto la responsabilità della formazione dei nostri agenti. A tutti voi va la mia profonda e sentita riconoscenza», ha detto il capo della Polizia che, rivolgendosi poi alle famiglie, ha aggiunto: «Se oggi i vostri figli sono qui schierati, pronti a prestare giuramento alla Repubblica e ai nostri valori di libertà e di giustizia è grazie a voi, all’educazione e ai principi che gli avete trasmesso. Sulla base educativa e morale che gli avete donato, abbiamo costruito il nostro percorso di formazione, abbiamo fornito loro quel bagaglio professionale che possa porli adeguatamente al servizio della nostra comunità».
Pisani ha infine salutato i colleghi del 225° corso, veri protagonisti della giornata: «Oggi questa cerimonia è densa di valori indelebili e segna l’inizio del vostro servizio per il Paese. Abbiate sempre la consapevolezza del vostro impegno, garantire i diritti e le libertà fondamentali che i padri costituenti hanno consacrato nella nostra Costituzione Repubblicana. La nostra principale missione, ricordatelo, è garantire la sicurezza delle nostre comunità, perché la sicurezza è condizione imprescindibile per assicurare il pacifico esercizio delle libertà democratiche. Una missione, questa, che dovrete portare avanti senza mai dimenticarne l’essenza, ossia il rapporto con il cittadino. La divisa che indossate vi porrà al centro dei bisogni del cittadino e sarete un punto di riferimento per la gente. E la gente da voi si aspetterà attenzione, comprensione, sensibilità, dedizione, perché a voi saranno affidati i suoi bisogni, le sue aspettative, le sue necessità. Per questo motivo non perdete mai quell’umanità che è necessaria per alimentare, in chi è stato vittima di reato, in chi si è rivolto all’ufficio di Polizia, un sentimento di speranza, fiducia, sollievo e rassicurazione. La nostra missione non è soltanto essere al servizio del cittadino ma anche conquistare la fiducia del cittadino. Perché è la fiducia che genera sicurezza. Questo da domani sarà il vostro impegno, qualsiasi servizio sarete chiamati ad adempiere.
Da qui il necessario senso di responsabilità che dovrà costantemente caratterizzare il vostro agire quotidiano. Come dissi ai vostri colleghi 6 mesi fa a Brescia, è nella quotidianità che si costruisce la nostra reputazione e la reputazione che si costruisce nel tempo, ricordatelo, può macchiarsi facilmente e velocemente con semplici comportamenti sbagliati. La gente vi guarderà, ascolterà ciò che direte ma ancor di più osserverà come vi comporterete, anche fuori dall’orario di servizio. Perché il nostro lavoro non termina con la fine del turno di servizio. Molto possiamo trasmettere con le parole ma è soprattutto con i nostri comportamenti che dobbiamo essere, noi tutti, esempio di legalità».
Pisani ha inoltre invitato i neoagenti a restare sempre umili e ad ascoltare i più anziani: «Da loro e al loro fianco apprenderete quello che nessun manuale o libro potrà mai fornirvi e queste saranno le virtù professionali che scoprirete e che vi consentiranno di innamorarvi di questa professione.
Non dimenticate mai, inoltre, il rispetto della dignità umana. È un dovere assoluto soprattutto quando esercitate quei poteri che vanno ad incidere sulla libertà personale. E questo rispetto va garantito a chiunque, vittima o autore del reato, cittadino italiano o straniero. Vi aspetta un compito non facile che ogni giorno vi porrà di fronte alla sofferenza e ai bisogni della gente. Il corso di formazione svolto vi ha dato gli strumenti per poter iniziare ad adempiere a queste delicate funzioni ma abbiate sempre la voglia di crescere professionalmente.
Cari giovani colleghi e colleghe, siate dunque fieri della vostra scelta di legalità e di libertà, siate consapevoli che è una scelta di vita. E alle vostre famiglie, che di questa scelta subiranno i sacrifici e le paure, trasmettete la gioia e l’orgoglio di essere al servizio della comunità. Perché il semplice ‘grazie’ del cittadino che ha bisogno sarà la più bella e grande ricompensa che il nostro quotidiano lavoro potrà offrirvi. Benvenuti nella grande famiglia della Polizia di stato. Grazie per la scelta che avete fatto».
Infine l’intervento del ministro che ha invitato i neoagenti a «non sottovalutare il valore di questo giuramento. Giurare significa legarsi, impegnarsi, obbligarsi, creare un vincolo da cui non è possibile sciogliersi se non tradendo l’impegno assunto. Onorate l’impegno che state assumendo, consapevoli che il vostro agire è alla base della credibilità non solo della Polizia di Stato ma anche delle istituzioni e del rapporto di fiducia che lega le istituzioni con la cittadinanza. Siate esempio, modello, osservando la memoria di chi prima di voi ha indossato questa divisa sacrificando tante volte anche la propria vita».
sl