Con una carriera trentennale alle spalle, il questore di Campobasso Cristiano Tatarelli porta con sé un bagaglio di esperienze costruito in prima linea nella Polizia di Stato. Nato a Lenola nel 1965 e laureato in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” di Roma, l’attuale numero uno della questura di via Tiberio ha iniziato il suo percorso nel 1992 a Gela, per poi guidare il Commissariato di Taurianova e la Squadra Mobile di Frosinone. È stato anche responsabile della Squadra Mobile a Latina e ha operato a Napoli, dove ha ricoperto il ruolo di dirigente del Commissariato di Scampia, un’area impegnativa per il contrasto alla criminalità organizzata.
Dopo aver ricoperto, dal 2022 al 2024, il ruolo di questore a Vibo Valentia, Tatarelli è approdato a Campobasso, subentrando a Vito Montaruli. Fin dal suo arrivo, forte di una lunga esperienza nel contrasto allo spaccio, ai furti e alla violenza di genere, il nuovo questore ha espresso l’intenzione di intensificare le azioni preventive e garantire una maggiore sicurezza alla comunità molisana. In questa intervista esclusiva, Tatarelli racconta le sue priorità per Campobasso, illustrando le iniziative che intende implementare per rispondere alle crescenti preoccupazioni locali legate alla criminalità e alla tutela dei cittadini.
Questore Tatarelli, una delle principali piaghe del territorio riguarda il fenomeno dello spaccio e dell’uso di sostanze stupefacenti, specialmente tra i giovani. Secondo i dati nazionali da lei citati in una recente conferenza stampa, oltre il 30% dei ragazzi fa uso di droga almeno una volta l’anno. Perché si è abbassata così tanto l’età degli assuntori e quali strategie state adottando per contrastare questo fenomeno?
«Il problema dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti non riguarda solo la provincia di Campobasso, ma è una realtà diffusa su scala nazionale. L’ultima indagine del CNR ha evidenziato dati preoccupanti che, purtroppo, confermano una tendenza già osservata negli anni precedenti: 1 giovane su 3 entra in contatto con la droga, iniziando spesso dalla marijuana per poi passare a sostanze ancor più pericolose.
Questo fenomeno è allarmante non solo per i danni diretti alla salute e al futuro di questi ragazzi, ma anche perché alimenta l’attività della criminalità organizzata, che trae profitti enormi dal traffico di droga. In molti casi, giovani e persino minori vengono coinvolti in reti criminali senza rendersi pienamente conto delle conseguenze. È fondamentale ribadire che non esistono droghe leggere o pesanti: tutte creano dipendenza e gravi danni alla salute.
Per contrastare questo problema, stiamo intensificando i controlli, puntando sia sulla prevenzione sia sulla repressione dello spaccio. Inoltre, è essenziale promuovere attività di sensibilizzazione e informazione rivolte ai giovani. A tal proposito è in corso nelle scuole il progetto “Educhiamo alla legalità, contro le dipendenze”, iniziativa realizzata in collaborazione con il Provveditorato, la Procura dei minori e la comunità guidata da Padre Lino e ad oggi l’attenzione dei ragazzi rispetto a queste tematiche è più che positiva».
Negli ultimi mesi, nel centro storico si sono verificati episodi di microcriminalità che hanno richiesto diversi interventi, come l’emissione di fogli di via, Daspo urbano e chiusure di attività commerciali. L’attività congiunta con la Polizia municipale sta contribuendo a migliorare la situazione?
«I controlli sono costanti e non si limitano al centro storico, ma interessano anche il centro murattiano, dove registriamo situazioni di degrado e una percezione ridotta di sicurezza. La collaborazione con la Polizia municipale è fondamentale per integrare le risorse delle diverse forze di sicurezza e garantire un monitoraggio costante del territorio.
Queste attività, condotte quotidianamente e a qualsiasi ora, hanno portato a una significativa riduzione degli episodi di microcriminalità. Tuttavia, è importante non abbassare la guardia. Accanto alla nostra presenza costante, c’è bisogno di interventi strutturali, come quelli promossi dall’Amministrazione comunale, per valorizzare e rendere più vivibile il centro storico, restituendolo ai cittadini».
A suo avviso, dunque, quali sono le priorità in termini di sicurezza urbana per la città di Campobasso?
«Il cittadino percepisce un senso di insicurezza quando è vittima diretta di fenomeni come scippi, furti e rapine. È su questi che dobbiamo concentrare le attività di prevenzione e repressione. La prevenzione, in particolare, passa attraverso il pattugliamento, la presenza costante sul territorio e il contatto diretto con la cittadinanza. Questa vicinanza rappresenta per noi una priorità fondamentale, un impegno che si concretizza stando per strada e mantenendo un dialogo stretto con i cittadini».
Un sistema di videosorveglianza efficace potrebbe rappresentare un buon deterrente?
«Sicuramente. La videosorveglianza è uno strumento essenziale, sia per prevenire che per contrastare questo tipo di reati. Stiamo lavorando per migliorarne l’efficienza. Tuttavia, come tutte le apparecchiature elettroniche, le telecamere possono presentare problemi tecnici e richiedono una manutenzione costante. A questo si aggiunge il progetto recentemente illustrato dal ministro Piantedosi durante la sua visita in città, finanziato dal Ministero dell’Interno. Questo programma prevede l’installazione di telecamere lungo le principali arterie provinciali, dotate di lettori di targa e capaci di offrire una “visione intelligente” delle immagini. Il sistema avrà una funzione deterrente, in particolare nei confronti della criminalità proveniente dalla Puglia».
A Vibo Valentia ha affrontato importanti sfide contro la ‘ndrangheta. Il Molise è una realtà diversa, ma anche qui il rischio di infiltrazioni è ormai concreto. Come si può contrastare la criminalità organizzata in questa regione?
«Il rischio è reale, soprattutto nelle aree costiere, che risultano particolarmente appetibili dal punto di vista economico e turistico. Questi territori sono considerati “terre di conquista” per investimenti illeciti e per l’espansione delle attività criminali, che spaziano dallo spaccio di sostanze stupefacenti al traffico illecito e ai reati predatori. Stiamo intensificando le attività di verifica su eventuali investimenti sospetti riconducibili alla criminalità organizzata, oltre a rafforzare il contrasto diretto a questi reati. In particolare, stiamo monitorando le organizzazioni provenienti dal territorio foggiano, che cercano di estendere le proprie attività anche in Molise».
In che modo i cittadini possono contribuire a segnalare attività sospette legate allo spaccio o ad altri reati?
«Il mezzo più immediato resta il numero di emergenza 113, gestito dalla nostra sala operativa, che coordina gli interventi delle volanti sul territorio e collabora con le altre forze di Polizia. È importante sottolineare che le generalità di chi ci contatta restano protette e riservate. Se viene richiesto il nominativo è semplicemente per verificare che non si tratti di mitomani o persone che vogliono utilizzare il servizio di sicurezza per altri fini.
Un’alternativa utile è l’app YouPol, che consente di inviare segnalazioni, anche anonime, tramite smartphone. Questo strumento si è rivelato particolarmente efficace nel contrastare lo spaccio, permettendo di individuare zone e soggetti coinvolti».
I furti in abitazione stanno creando grande allarme, come dimostra il recente episodio che ha coinvolto il consigliere Colagiovanni. Quali misure state adottando per affrontare questa emergenza?
«I furti in abitazione, insieme a scippi e rapine, sono tra i reati che più turbano i cittadini. Per questo rappresentano una delle priorità delle forze dell’ordine. Stiamo intensificando i pattugliamenti, incrementando il numero di agenti in strada sia di giorno sia di notte, con particolare attenzione alle zone più colpite.
La prevenzione resta l’obiettivo principale: identificare le aree più a rischio e agire prima che i reati si verifichino. Inoltre, stiamo organizzando una serie di attività ad alto impatto che andranno ad incidere su eventuali quartieri, città o comuni che più di altri vengono colpiti da questo fenomeno».
Le truffe ai danni degli anziani, come il “finto nipote in difficoltà”, sono sempre più frequenti. Come si possono proteggere i soggetti più vulnerabili?
«La prevenzione passa attraverso un’educazione continua. I truffatori colpiscono i soggetti più fragili, in particolare gli anziani, sfruttando il panico generato da richieste di denaro urgenti o falsi incidenti. Il nostro consiglio è di non assecondare mai queste richieste e, in caso di dubbio, contattare immediatamente il 113 o il 112 per verificare la veridicità delle informazioni.
Da anni organizziamo incontri e campagne di sensibilizzazione in collaborazione con la Prefettura e i Comuni, ma è fondamentale che il messaggio arrivi a tutti. Ricordiamo inoltre che nessun rappresentante delle forze dell’ordine può chiedere o chiederà mai denaro a un privato cittadino».
Si avvicina una ricorrenza importante, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un tema molto caro alla Polizia di Stato come testimonia l’annuale campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore”. Quali sono i dati attuali sul territorio provinciale e quali sono le azioni messe in campo dalla Polizia per prevenire questo triste fenomeno?
«La violenza contro le donne è un fenomeno che richiede un impegno costante. La Squadra Mobile ha una sezione dedicata a questi reati, come maltrattamenti, stalking e violenze domestiche. Grazie al Codice rosso e ad altre normative, possiamo intervenire rapidamente e prevenire situazioni di grave pericolo. Alcune misure, come l’ammonimento, hanno permesso che non ci registrassero conseguenze dopo il provvedimento, ponendo fine alla fase di pericolo. Questo vuol dire che è una misura che funziona.
Oltre all’intervento repressivo, puntiamo sulla prevenzione attraverso incontri nelle scuole, attività di sensibilizzazione e campagne di informazione. In occasione del 25 novembre, infatti, organizzeremo diverse iniziative in città, con attività di volantinaggio e incontri pubblici nelle piazze e nei centri commerciali per sensibilizzare la comunità».
C’è un messaggio che vuole lanciare ai cittadini?
«Invito i cittadini a fidarsi e ad affidarsi alla Polizia di Stato e a tutte le forze dell’ordine, segnalando prontamente qualsiasi situazione sospetta. Siamo sempre a disposizione per rispondere alle esigenze della comunità e garantiamo che ogni segnalazione venga attentamente verificata, senza mai trascurare nulla. Come ho sottolineato sin dal mio insediamento, la collaborazione tra istituzioni e cittadini è fondamentale. Solo così è possibile garantire la sicurezza di tutti».
Serena Lastoria

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