Si è spento Luigi Di Marzo, un vero combattente lo definiremmo oggi. Con lui scompare una leggenda. A tracciare un ricordo di questo uomo di altri tempi, coraggioso e sempre dalla parte dei più deboli, è il consigliere regionale Michele Petraroia.
«Luigi Di Marzo ha rappresentato meglio di altri lo spirito indomito, battagliero, curioso, orgoglioso, competente e generoso, proprio del Sannio e di Cercemaggiore. Attivo, dinamico e intraprendente già dal dopoguerra, era a disposizione di chiunque volesse lottare contro un’ingiustizia, per un diritto negato o a tutela della salute, dell’ambiente e della terra. Negli anni cinquanta non era semplice battersi contro la protervia, l’arroganza e la saccenza dei potentati locali e nazionali, ma Luigi in vita sua non ha mai avuto paura di nessuno, non ha mai chinato la testa e ha sempre guardato dritto negli occhi a chicchessia. Personaggio scomodo, mai allineato, sempre pronto a dire in faccia come la pensava, lo trovavi sempre in prima fila quando c’era da lottare per difendere la comunità contro gli speculatori del petrolio di Capoiaccio, per denunciare, per primo e in solitudine, chi riempì quei pozzi con ogni tipologia di rifiuti, contro la devastazione dell’eolico selvaggio sul crinale della Castagna, per fermare l’inquinamento elettromagnetico, per liberare Santa Maria a Monte dalla selva di antenne collocate alla rinfusa in uno dei luoghi più belli del Molise, in difesa dell’acqua e degli usi civici, per valorizzare la Valle del Tammaro e per descrivere in scritti, pubblicazioni e poesie la storia di Cercemaggiore dagli antichi insediamenti sanniti su Monte Saraceno, alla Torre di Caselvatico fino ai versi in vernacolo, alle canzoni dialettali, e ai libri sulla Madonna della Libera, sul tema del Federalismo Europeo e sull’Emigrazione. Conosceva analiticamente fatti, episodi e figure che nel bene e nel male avevano influito sul Molise, nell’area del Matese e in particolare a Campobasso e nel Fortore. Se avevi un dubbio su un’opera pubblica incompiuta, uno sperpero di danaro, un tragitto stradale deviato per micro-interessi, un investimento pubblico poco oculato o scempiaggini fatte, dagli anni cinquanta in avanti, riusciva a ricordarsi con una lucidità impressionante ciò che si celava sotto il velo della propaganda. Anticonformista, sempre controcorrente, federalista europeo già negli anni cinquanta e sessanta, con un ruolo nazionale ed internazionale, Luigi in un Congresso regionale della Cgil agli inizi del 2000 mi consegnò una nota risalente alla sua attività nelle Federterra-Cgil nel 1946-48 in cui aveva sostenuto i diritti dei braccianti, dei mezzadri e dei piccoli contadini contro i latifondisti e gli agrari di quel periodo. Antesignano del Partito Repubblicano ha istradato all’impegno politico e sociale generazioni di cercesi e molisani, spronandoli a battersi senza timori reverenziali contro tutto e tutti. Rimarranno nella storia i suoi comizi ed i suoi interventi brillanti, veementi, nitidi e precisi, con cui riusciva a coinvolgere, motivare e emozionare chi lo ascoltata con un dote innata che ha sempre posto a servizio della gente e della comunità. Fu lui a chiamarmi nel 2003 per avviare l’opposizione alla devastazione dell’eolico selvaggio consegnandomi davanti a una moltitudine di persone poco meno di 1000 firme raccolte in 15 giorni a tutela del paesaggio. Fino all’ultimo ha difeso le sue idee, ha lottato con coraggio e si è battuto da uomo libero con una fierezza più unica che rara. Per chiunque ami il Molise sarà impossibile non ricordare gli insegnamenti di Luigi Di Marzo!»
Concordo ciò scritto( e ancor di più)
Angelo e Giusy buoni amici