La giunta comunale di Campochiaro nel segno della continuità amministrativa del compianto sindaco Antonio Carlone, prematuramente scomparso di recente, ha proposto ricorso avverso il decreto del presidente della giunta regionale Frattura di adesione dell’ente matesino all’Egam.
Come si ricorderà, lo stesso Carlone, nel corso dell’assise del 17 luglio dello scorso anno, sottolineò che, nel prendere atto del contenuto della legge regionale 4/2017, il Comune di Campochiaro non poteva allo stato aderire all’Ente di governo dell’ambito del Molise (Egam) che, come è noto, va a disciplinare la gestione del servizio idrico integrato. Il primo cittadino sollecitò l’adozione da parte della giunta regionale degli atti di indirizzo di cui all’articolo 4 della legge in parola, invitando, in ogni caso, gli enti e/o organi competenti alla determinazione degli oneri a carico dei Comuni connessi all’istituzione ed al funzionamento dell’Egam per garantire la coerenza dell’attività di quantificazione degli stessi con le tempistiche e gli strumenti comunali di programmazione finanziaria stabiliti dalla normativa vigente e con la stabilità dei bilanci comunali.
Una vicenda lunga e travagliata che ha visto diverse amministrazioni locali, anche dello stesso colore di quella regionale, proporre ricorso verso questa legge che ha istituito il nuovo soggetto istituzionale Egam. La giunta regionale, infatti, aveva provveduto alla sua istituzione con deliberazione 285/2015, deliberazione che è stata impugnata, con tutti gli atti connessi, davanti al Tar Molise da parte di diversi Comuni, tra i quali lo stesso Comune di Campochiaro all’epoca guidato da Carlone (deliberazioni di giunta comunale 64 del 02/09/2015 e 48 del 15/07/2016), Tribunale che accoglieva i predetti ricorsi con le sentenze 5 e 6 /2017, ravvisando l’incompetenza della giunta regionale essendo la materia prerogativa del Consiglio regionale. L’argomento veniva portato anche all’attenzione del Consiglio comunale campochiarese, che con deliberazione 28 del 16 ottobre 2015 stabiliva, per le medesime motivazioni esplicitate in giunta comunale nel ricorso avverso la citata istituzione dell’Egam, la propria contrarietà alla stessa adesione. Successivamente, la Regione Molise ha approvato la legge regionale 4 del 22 aprile 2017, con la quale veniva individuato l’ambito territoriale ottimale per l’organizzazione e gestione del servizio idrico integrato, coincidente con l’intero territorio regionale, istituendo l’Egam, Ente pubblico non economico dotato di autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile. Al predetto Ente, i Comuni ricadenti nel territorio regionale, obbligati a partecipare, avrebbero dovuto deliberare di Consiglio entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge regionale. Nella medesima disposizione è stato espressamente stabilito che qualora i Comuni non provvedano a deliberare l’adesione all’Egam, il presidente della Regione avrebbe esercitato i poteri sostitutivi, cosa che è successa per tutti quei Comuni che non l’hanno fatto, compreso il Comune di Campochiaro. Il decreto del presidente della Giunta regionale 116 del 18 dicembre scorso con cui quest’ultimo ha aderito all’Egam, è stato trasmesso all’Ente di piazza della Madonna delle Grazie, il 21 dicembre scorso. Per la giunta comunale campochiarese il suddetto decreto appare viziato sotto diversi profili sia di ordine sostanziale che di natura procedimentale, per cui in considerazione della decisione espressa dal Consiglio comunale del luglio scorso, presieduto dal compianto Antonio Carlone, è stato deciso di ricorrere dinanzi al Tar Molise per l’impugnazione del suddetto decreto del presidente della giunta regionale, autorizzando il sindaco facente funzione, Maria Karin Della Penta, ad agire in giudizio in nome e per conto dell’ente.
Con la deliberazione di giunta (17 del 14 febbraio) è stato demandato al responsabile Amministrativo l’affidamento dell’incarico legale nel ricorso in esame, impegnando per le relative spese 3mila 600,00 euro. Il conferimento dell’incarico di difesa e rappresentanza in giudizio è stato affidato ai medesimi legali che avevano difeso in precedenza l’ente nella stessa vertenza, gli avvocati Pino Ruta, Massimo Romano e Margherita Zezza.

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