Che da giovedì non saranno più effettuate le corse da e per il terminal di Campobasso – portando così i pendolari che arrivano dal resto della regione e non solo in centro, negli ospedali del capoluogo e nelle scuole o negli altri uffici pubblici – l’assessore ai Trasporti della giunta Toma lo ha scoperto, dice, dai giornali.
L’amministrazione di Palazzo San Giorgio chiama in causa la Regione, sostiene che essendo il servizio delle navette da e verso il terminal un servizio che abbraccia un’utenza sovracomunale, la Regione debba compensarlo ulteriormente. «C’è una legge, la 2/2011, che stabilisce un taglio ai chilometri. Abbiamo quindi un Comune, un’istituzione che mi chiede di andare contro la legge? Per cambiare le cose dobbiamo cambiare la legge e questo ha i suoi tempi, che non sono quelli di azioni demagogiche e populistiche», contrattacca Niro.
Ieri sera il punto in giunta. Richieste di ulteriore finanziamento, però chiarisce, in Regione non ne sono arrivate. Né la giunta Battista può fare conto sul fatto che nel 2017 la Regione contribuì al servizio per il 35% (e non il 30 come prevede la nuova norma). Perché, spiega Niro, era una previsione transitoria, eccezionale.
Il braccio di ferro resta in corso. A farne le spese però saranno i pendolari. «Il Comune avrebbe dovuto avviare un’interlocuzione formale con la Regione. E mi chiedo se l’amministrazione di Campobasso corrisponda la propria quota. Io, ripeto, sto rispettando la legge», tiene il punto Niro. Dopo domani, se le cose non cambiano, scoppierà il caos: il terminal del capoluogo di regione isolato dalla città. E nel calderone della protesta finirà anche la Regione, Niro lo sa. «Capisco bene, ma io non posso che rispettare le norme. Vorrà dire che si aprirà una contestazione perché il Comune ha deciso arbitrariamente di fermare le corse. Un’azione scellerata contro cui non potremo che avviare un’azione giudiziaria».
ppm
Il sazio non crede a quello che sta digiuno. Sono centinaia, se non migliaia le persone che giungono al terminal di Campobasso tutti i giorni dai vari paesi e anche da altre regioni, per scuola, Università e servizi vari. Anche qualche campobassano fruisce di questi servizi ma soprattuto per recarsi a Termoli o a Roma ma spesso non da pendolare. Il campobassano probabilmente si fa accompagnare al terminal con l’auto privata e non ha la necessità di utilizzare un mezzo pubblico, ma chi viene dai paesi questa necessità cel’ha. E’ anche vero che il bus per il terminal è poco frequentato, ma anche quelli che girano in città. Ma dove si va a tagliare? Su quelli che sono più disagiati. Con la stessa logica si è ancora in attesa da anni del sovrappasso i cui frequantatori, guarda caso sono gli stessi ricordati prima. Lo stesso terminal non è stato mai aperto. In tutte le città ci sono gli autobus per il terminal, è un servizio essenziale, per quanto costoso e non remunerativo. Facciamo in modo che chi affronta già un viaggio dai paesi, trovi un servizio comodo che li porti al centro città.