Una storia che ha dell’incredibile, nella peggiore accezione del termine, quella capitata pochi giorni fa nei pressi di Vinchiaturo. Un gesto di smisurata follia e di incomprensibile cattiveria messo in atto da ignoti la notte di Natale, nel periodo in cui dovremmo essere tutti un po’ ‘più buoni’.
Il protagonista di questa triste storia è “Peppe”, un cane randagio di 10 kg e mezzo (taglia medio-piccola), dal pelo grigio e dallo sguardo dolce, lo stesso di chi non conosce la malvagità degli esseri umani neanche dopo averla provata sulla propria pelle.
Anche se non si conoscono i dettagli dell’accaduto (e se inizialmente si pensava si trattasse di un tumore in fase avanzata), la storia di inaudita violenza nei confronti del ‘miglior amico dell’uomo’ rispecchia ancora una volta il degrado sociale e la mancanza di buon senso da parte di veri e propri mostri che abitano la nostra regione.
Secondo la ricostruzione fornita dall’associazione il cucciolo stava vagando per strada, nella fredda serata di festa, quando è stato avvicinato da uno o più individui, forse con il pretesto di ricevere un po’ di cibo. Ma quello che sembrava un gesto affettuoso e rassicurante si è trasformato ben presto in un orribile atto di violenza, frutto di cattiveria e frustrazione. Quell’umano che lo aveva avvicinato, e di cui ancora non si conosce l’identità, probabilmente avrà trovato divertente infilare nel naso di Peppino un petardo per poi accendere la miccia e lasciarlo esplodere. Dopo aver assistito con gusto al macabro spettacolo si è poi dileguato facendo perdere le sue tracce, mentre il cane, terrorizzato, si è nascosto in un bosco vicino Campobasso. Lì è rimasto per un paio di giorni fin quando, neanche a farlo apposta, si è rifugiato in casa di una volontaria dell’Apac che ha immediatamente provveduto ad affidarlo alle cure di un esperto veterinario.
«Quella del petardo è l’ipotesi più plausibile dato il tipo di ferite riportate – ha spiegato ieri in un video Marialaura Ricciardi, la volontaria che ha trovato Peppe – sono da escludere infatti cause riconducibili all’aggressione di un cinghiale o di un lupo perché in quel caso le ferite sarebbero state differenti».
Un episodio riprovevole, dunque, già stigmatizzato da tantissimi cittadini, che in queste ore, sui social, chiedono a gran voce, alle autorità competenti, di individuare al più presto il colpevole affinché gli venga inflitta una punizione esemplare.
Il povero Peppe è apparso immediatamente grave, sfigurato, con il palato in gran parte fratturato. Ma dall’associazione arrivano le prime buone notizie sulle sue condizioni di salute. Nonostante il brutto trauma e il forte spavento, infatti, dai video postati anche ieri, si vedono i primi segnali di ripresa.
«Lui sta bene, mangia con molto gusto – scrivono in un post i volontari dell’associazione – sta imparando a fidarsi piano piano e il ricovero non gli dispiace così tanto. Adesso ha un posto tranquillo dove dormire e rilassarsi. I veterinari stanno programmando l’operazione e nel frattempo sta facendo terapia antibiotica, antidolorifica e vitamine».
Peppe infatti dovrà andare incontro a diversi interventi di ricostruzione prima che il suo dolce musetto torni alla normalità anche in termini di funzionalità. Per questo l’associazione ha avviato una raccolta fondi per consentire ai cittadini di contribuire alle spese mediche e alle cure del caso. Queste le coordinate per le donazioni: Iban IT13Y0526203802CC1408073286 intestato a “Associazione Protezione Animali Campobasso” presso Banca Popolare Pugliese – Filiale di Campobasso, Via A.Trombetta 26.
Postepay n. 5333 1710 1210 5637 intestata a Iorio Ilenia Luisa RIOLLS86M63F839I.
Paypal: ilenia.apac@outlook.it.
L’operazione per la ricostruzione è stata programmata per il 3 gennaio e, anche se ancora non si conosce il totale delle spese, è necessario l’aiuto di tutti. Al momento Peppe sta assumendo antibiotici, vitamine e antidolorifici. Ha già fatto una pulizia chirurgica sotto anestesia in cui gli sono stati tolti i lembi di pelle bruciati e i frammenti di osso penzolanti. Riesce a masticare e va pazzo per i croccantini.
«Ringraziamo già chi ha pensato al nostro Peppino e ha mandato un pensiero per lui – scrivono i volontari – c’è da pagare già un po’ tra pulizia chirurgica, ricovero e medicine… Lui sta capendo che ci sono persone buone che non gli farebbero mai del male… i suoi occhi parlano».
Contribuiamo tutti, dunque, a dare un lieto fine alla storia di Peppe.
SL