La prima settimana di aprile è stata trovata positiva al Covid-19. Immediatamente l’Asrem ha disposto per lei l’isolamento domiciliare obbligatorio: le sue condizioni infatti erano buone e dunque non è stato necessario il ricovero in ospedale. Ma mercoledì scorso la donna, residente a Ferrazzano ma originaria di Foggia, è uscita di casa prima di aver effettuato il doppio tampone di verifica, dunque senza sapere se fosse o meno guarita. La donna si è recata in un Caf di Campobasso, da lì è partita la segnalazione e le indagini della Digos che sta lavorando per ricostruire il caso. La donna avrebbe comunicato agli agenti di aver effettuato solo il primo tampone di verifica, ma l’esito del test attualmente non risulta presente nel database dell’Ufficio prevenzione dell’Asrem. Ad ogni modo la donna non si è comunque sottoposta al secondo test che, da protocollo, viene effettuato a distanza di un paio di giorni dal primo. Solo dopo il doppio esito negativo, infatti, il paziente viene dichiarato ufficialmente guarito e non più obbligato all’isolamento domiciliare.
Una violazione da contorni poco chiari, anche perché la donna aveva dichiarato all’Asrem di voler trascorrere l’isolamento domiciliare a Foggia, a casa della famiglia. Insomma, una matassa che da ieri gli agenti di via Tiberio stanno cercando di sbrogliare. Sempre nelle giornata di ieri la donna è stata comunque sottoposta al secondo tampone di verifica, si attendono in queste ore i risultati soprattutto – in caso di positività – per ricostruire la catena dei contatti e per le eventuali misure da prendere per i dipendenti del patronato.
La donna ora rischia pesanti conseguenze: al di là dell’esito positivo o negativo del tampone, per chi viola l’isolamento domiciliare durante la pandemia è previsto l’arresto da 3 a 18 mesi e una multa fino a 5000 euro.
Le indagini della Digos potrebbero chiudersi in queste ore.

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