Il suo viaggio è iniziato a fine novembre, molto tempo prima rispetto all’emergenza Covid. Omar Davide Clapier, della provincia di Torino, appassionato di ciclismo, ha deciso di prendere la sua bici e di raggiungere un’amica a Sassuolo, per trascorrere le festività natalizie con lei e per attraversare su due ruote borghi e paesaggi dell’Emilia Romagna.
Il 7 febbraio, poi, ha raggiunto Santa Maria di Leuca, tacco di Italia e punto di partenza per chi vuole percorrere la via Francigena.
Nei giorni a seguire ha fatto tappa in diversi comuni, trovando ospitalità in ostelli e alloggi religiosi.
Dopo essere rimasto lì per alcuni giorni, girando in lungo e in largo la Puglia, ha proseguito prima per la Basilicata e poi per la Campania arrivando, a cavallo dell’emergenza, nel nostro Molise.
Qui, esattamente a Guardiaregia, dal 10 marzo è stato ospite del b&b del sindaco Iuliano. Non pensava però che quella sarebbe stata la sua dimora per i successivi 54 giorni.
L’estensione della zona rossa in tutta Italia non gli ha permesso, infatti, di ritornare a casa.
Dopo aver atteso pazientemente l’allentamento delle restrizioni, il 4 maggio ha deciso di rimettersi in viaggio. Anche il sindaco, per andare incontro al turista, gli ha consegnato un permesso da esibire qualora fosse stato fermato lungo il suo cammino.
«A fine mese avrei voluto raggiungere l’Abruzzo o, nel caso in cui non fosse stato possibile proseguire, fermarmi a Castel San Vincenzo visitando anche altri borghi caratteristici della vostra regione », racconta a Primo Piano Molise.
Qualcuno, però, vedendo lo sportivo in partenza ha subito allertato le forze dell’ordine. Infatti, subito dopo aver messo piede a Castropignano, è scattato l’alt dei carabinieri.
«Sono certo che qualcuno mi abbia segnalato – aggiunge – ero in paese quando mi hanno fermato, nei pressi del Monumento. Ho esibito il permesso che mi era stato consegnato dal sindaco Iuliano e ho subito spiegato la situazione ai carabinieri ma loro mi hanno detto che non potevo circolare perché ero residente in un’altra regione e che avrei potuto girare in bici solo in Piemonte. Ho spiegato che ero rimasto bloccato lì per due mesi, che dovevo rientrare e che avrei attraversato le aree interne per tornare a casa.
Mi hanno risposto che avrei dovuto percorrere la strada più corta, che è anche quella più trafficata da tir e altri mezzi pesanti. Ovviamente non l’avrei mai fatto perché sarebbe stato molto pericoloso». A seguito dei controlli i militari hanno ritenuto dunque necessario sanzionare il ciclista.
«Mi hanno fatto una multa da 373, 33 euro che ovviamente cercherò di impugnare fino all’ultimo – annuncia il turista piemontese – ritengo sia stata un’azione decisamente ingiusta e sono certo che siano tanti gli italiani che si sono ritrovati nella mia stessa situazione».
Quando ha annunciato che avrebbe impugnato il provvedimento, i carabinieri gli hanno consigliato di contattare la Prefettura di Campobasso per informare l’ente. «Ho telefonato e mi hanno detto di inviare una mail in cui spiegavo la situazione. Hanno detto che mi avrebbero ricontattato ma, ahimé, ancora oggi non ricevo alcuna indicazione ».
Poi, con delusione, aggiunge: «Devo dire che tra le forze dell’ordine ci sono tante persone dal cuore aperto ma ci sono anche tanti ‘sceriffi’. Mi dispiace aver vissuto questa esperienza perché in Molise ho trovato tante persone disponibili e tanti borghi caratteristici. Ma dopo questa avventura ho deciso di ripartire in treno per evitare di ‘collezionare’ altre multe durante il viaggio di ritorno».
Omar, infatti, nella giornata di domenica, ha fatto i bagagli, ha caricato la sua bici su un convoglio e, dopo 16 ore di viaggio e ben 5 treni regionali, è tornato in Piemonte. Ad attenderlo alla stazione di Torino il sindaco del suo paese che finalmente lo ha riaccompagnato a casa. «In stazione non mi hanno neanche chiesto i documenti – conclude – solo a Genova mi hanno detto che non potevo passare da regione a regione. Ma ho spiegato la situazione ed è finita lì».

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