Un bel grattacapo per il sindaco Gino Donnino Mascia: le guardie zoofile di Campobasso lo hanno denunciato per il reato di omissione in atto d’ufficio e concorso omissivo in abbandono e maltrattamento animale. I fatti sono stati raccontati proprio dall’Oipa e riguardano il ‘disinteresse istituzionale’ nei confronti di un cane abbandonato ma ormai stanziale nei pressi del garage di una abitazione privata. Le guardi zoofile hanno segnalato il caso al sindaco e richiesto il suo intervento. Ma, raccontano, «anziché attivare l’iter normativo previsto, cioè interpellare i veterinari ufficiali e servizio accalappiatura e condurre il cane nel sanitario, lo stesso primo cittadino affermava che non è sua competenza occuparsi del cane randagio e che il Comune non poteva farsi carico delle spese». Morale della favola: il cane randagio è rimasto lì, nei pressi dell’abitazione di un cittadino che con il cane non aveva nulla a che vedere non essendone il proprietario e il primo cittadino si è beccato una denuncia. «Auspichiamo che la Procura vorrà dare un segnale forte al Sindaco – spiegano ancora dall’Oipa – di fronte ad un atteggiamento così grave, soprattutto alla luce delle normative vigenti che dovrebbero fare riflettere tutte le Autorità e noi cittadini, tassati anche per affrontare questo tipo di emergenze perenni, su questo gravissima realtà che da anni pone l’Italia agli ultimi posti in tema di segno di civilizzazione». Nei fatti il sindaco è la massima autorità sanitaria locale ed è responsabile degli animali presenti sul proprio territorio. Inoltre i Comuni sono tenuti ad una serie di adempimenti fra i quali la vigilanza e il controllo relativamente alle norme sulla tutela del benessere animale, con personale adeguatamente formato. E se non bastasse, come elencano sempre dall’Oipa, la polizia municipale dovrebbe essere dotata di dispositivi di lettura dei microchip per verificare l’identità dei cani catturati o rinvenuti sul territorio e ove mai non sia possibile procedere alla loro identificazione, i cani “vaganti catturati” devono essere affidati ai rifugi sanitari pubblici o a quelli convenzionati. Ove mai questo passaggio di consegne fosse impossibile, occorre garantire per gli animali il servizio di pronto soccorso direttamente o in convenzione con strutture veterinarie autorizzate.