Roberto Gravina presidente della Regione? Non lo esclude il sindaco del capoluogo. Ma assicura che al momento è preso solo dal mandato che i campobassani gli hanno conferito. «Ogni cosa ha il sua tempo», afferma. Mettendo però in chiaro che ammucchiate tipo quella che nel 2013 videro vincere Frattura sono fuori dalle sue logiche politiche. E sul punto sembra essere categorico: «Spero in un rinnovamento – spiega -, se non avverrà vuol dire che noi molisani questo ci meritiamo».
Tra le righe pone le condizioni. Nette, inderogabili.
Elencando progetti e cantieri, Gravina mette in evidenza l’assenza della Regione. «Non vorrei – ragiona – che le scelte di distribuzione dei fondi fossero legate alla vicinanza politica».
Il sindaco parla anche del probabile allargamento della giunta, al momento sospeso. Chiarendo che non si tratterebbe di un allargamento della maggioranza.
Un pubblico riconoscimento a Salvatore Colagiovanni per l’onestà intellettuale che altri consiglieri di opposizione non hanno. E poi un accenno ai rapporti con l’ex premier Conte: «Sono contento dell’epilogo, altrimenti avrei dovuto prendere decisioni diverse e mi sarebbe costato molto»
Da due anni alla guida dell’amministrazione, ne mancano tre alla scadenza del mandato.
«Vedo che porta il conto come un chimico. E sono aumentati i capelli bianchi (sorride, ndr)».
Dopo sei mesi dall’insediamento è arrivato il Covid: da allora solo emergenza. La pandemia ha distolto l’attenzione dall’ordinario e pure dagli interventi straordinari di cui Campobasso aveva bisogno. Come si fa a recuperare il tempo perso?
«Conoscendo tutte le dinamiche interne e tutto il lavoro che comunque abbiamo mandato avanti, potrei dirle che non ci siamo mai fermati ma forse abbiamo solo rallentato l’azione. Se poi vogliamo parlare degli eventi culturali e di tutto ciò che un’amministrazione deve realizzare sul piano squisitamente ricreativo, allora il discorso cambia e anche se siamo già prontamente ripartiti in questo settore grazie all’assessore Felice, si potrà continuare a recuperare non appena ne avremo la possibilità. Ma sui lavori pubblici, onestamente, rinvio, per pura sintesi, al recente aggiornamento del piano triennale dei lavori, che tutto testimonia fuorché immobilismo o rallentamenti».
Svesta per qualche secondo la fascia: da cittadino del capoluogo, come giudica lo stato della città?
«La città ha bisogno di ordinarietà, come tutte le città, ma ha bisogno soprattutto di lavoro, di tornare a creare qualche opportunità per i giovani, possibilmente senza ricorrere alle conoscenze del politico di turno. Che poi si possa investire molto su decoro, mobilità, aree verdi e tanto altro non si discute».
Tra i suoi obiettivi c’era quello di reperire fondi straordinari per realizzare ciò che il bilancio non consente. A che punto siamo?
«Beh, in due anni abbiamo fatto tanto. Solo per fare una sintesi rapidissima che comunque non può definirsi esaustiva: fondi Mit per il redigendo Pums e Peba, rispettivamente mobilità sostenibile ed eliminazione barriere architettoniche; fondi per oltre 2 milioni di euro per dissesto idrogeologico su Scarafone, Santo Stefano e Contrada Macchie; ancora oltre 3 milioni di euro dal Mic per il polo culturale-museale della Casa della Scuola di via Roma; circa 800mila euro di fondi della Presidenza del Consiglio per la progettazione esecutiva di Terminal e Parco Scarafone, fondi che hanno subito un rallentamento a causa del cambio governativo; 15 milioni freschi freschi con il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA), con una riqualificazione che davvero potrà dare un nuovo volto alla città, con i quartieri San Giovanni, Colle dell’Orso e Vazzieri e le incompiute del Terminal, della piscina di Colle dell’Orso in primis; un milione di euro e oltre per la progettazione della scuola Montini con annesso auditorium, altra scelta voluta in continuità con le idee sostenute con forza durante la scorsa consiliatura; e ancora la Collina Monforte, 400mila euro con intervento di messa in sicurezza di una parte della passeggiata e del percorso della via Matris; senza contare, poi, che i 15 milioni del “bando periferie” erano andati persi perché ci si è sostenuti una campagna elettorale piagnucolando e lamentando scippi del governo Conte 1 in danno dei Comuni, scippi (definiti con destrezza) che non ci sono stati e che senza davvero un lavoro intenso, si sarebbero potuti chiamare perdite per noncuranza di chi amministrava (senza contare gli errori e le lacune, ma questa è un’altra storia). E poi il bando Smarter Italy gestito direttamente dal Mise e il bando Pon Governance Mediaree, gestito direttamente da Anci. Aggiungo, infine, le candidature presentate sulla rigenerazione urbana, che qualora andranno in porto, completeranno gli ambiti di intervento del programma elettorale di mandato, andando anche oltre l’orizzonte temporale del quinquennio. Credo che questi numeri dimostrino che l’impegno è totale, costante e davvero intenso e ci consente di pianificare il futuro di questa città, un futuro tutto incentrato su consentire a Campobasso di trovarsi pronta con le sfide che il presente ed il prossimo futuro l’aspetta. Certo, sarebbe utile sapere che anche la Regione crede nel futuro di questa città, perché della elencazione corposa che le ho fatto manca all’appello, appunto, la Regione Molise. Ad oggi, tolti parte dei finanziamenti per lo stadio Selvapiana e per il palazzetto dello sport affidato alla Magnolia Basket, è la grande assente».
Tutto molto bello, ma tornando all’ordinarietà, a quale santo i campobassani devono rivolgersi per ottenere strade degne del secolo che stiamo vivendo? Sul punto si è espressa anche una consigliera regionale che le chiede di provvedere «a stretto giro alla dovuta manutenzione e ai lavori più corposi».
«Ecco, sarebbe il caso che la Regione Molise iniziasse a considerare il capoluogo, perché non vorrei mai che le scelte di distribuzione dei fondi fossero legate alla vicinanza politica con la forza di governo regionale; non vorrei cioè che per biechi interessi di parte, si ignorasse la città capoluogo solo per raggiungere scopi politici di consenso orientando l’elettorato. Si nota che Campobasso, a differenza di altri centri amministrati dal centrodestra, è ai margini della considerazione della Regione e mi auguro che i cittadini campobassani se ne ricordino quando si dovrà andare al voto. Il Comune sta investendo costantemente fondi propri per rimediare il problema della viabilità; da due anni, abbiamo impiegato oltre 400mila euro, senza nuovi mutui. A breve, inoltre, partiranno ulteriori lavori di riqualificazione ma senza un aiuto della Regione non possiamo fare altro. Ricordo, comunque, che abbiamo fatto interventi su due strade davvero dissestate e molto percorse: San Lorenzo e Mascione, senza contare interventi nelle contrade e nel centro cittadino. Dobbiamo fare tanto altro, lo so, ma questo lo riusciamo a fare anche economizzando su molte spese improduttive».
Il famoso progetto di riqualificazione finanziato con i fondi del Cis?
«Vedo che è interessato ma credo sappia bene lo stato di tutti i fondi Cis; si è in attesa della nomina del nuovo Ruc da parte del governo Draghi. Campobasso è pronta per la strada di collegamento con la frazione di Santo Stefano ed ha concluso l’iter, mentre è ferma al palo per il centro storico; ho avuto contatti con Invitalia affinché si possano rimodulare gli stanziamenti al fine di superare il muro che è stato eretto sul sistema di mobilità del centro storico, Soprintendenza in primis».
L’idea di allargare la giunta è sfumata? Aveva rappresentato la necessità di delegare ulteriormente nei settori più in sofferenza.
«No, non è sfumata ma solo sospesa. Ma chiariamoci subito: l’allargamento non sarà mirato ad allargare la maggioranza».
Estate e turismo: in città non c’è un’area servita dalla rete wi-fi free, fatta eccezione per la piazza del Municipio dove il servizio funziona a singhiozzo e male. Anzi, spesso non funziona.
«Guardi, considerati i contratti che ogni operatore di telefonia offre, ovvero, la connessione senza limiti per la rete dati, non ritengo sia questo il problema principale. Invece, piuttosto, mi preoccupo di fornire al turista un punto informativo degno di questo nome».
Il punto di informazioni turistiche non era tra i propositi della sua lista?
«Appunto, su questo siamo impegnati e speriamo davvero di poterlo inaugurare presto nel centro città. Ovviamente sarà invitato».
Se lei abitasse nelle Marche, perché sceglierebbe Campobasso per una vacanza?
«Perché può essere baricentro di un percorso turistico che possa efficacemente offrire, con una percorrenza di un’ora, un mare bellissimo, una montagna incontaminata e una cultura storica e rurale di tutto rispetto, condita da gastronomia e arte, anche quella nascosta, che la città ed il territorio limitrofo possono offrire».
Il Sole 24 Ore la colloca in fondo alla classifica dei sindaci dei capoluoghi.
«Guardi, la prendo sempre come un utile stimolo per fare meglio. E comunque condivido quanto detto anche dal suo giornale qualche giorno fa, commentando la classifica».
Che futuro hanno gli adolescenti che vivono a Campobasso. Lei cosa consiglierebbe a suo figlio che deve scegliere a quale facoltà iscriversi?
«Tutto deve avere una ideale congiunzione. L’Unimol, tanto per fare nomi e cognomi, deve formare al meglio ragazze e ragazzi che devono trovare occasioni di lavoro qui, non dovendo per forza emigrare. E dobbiamo evitare che l’emigrazione si realizzi proprio con l’Università; un giovane che studia fuori dal nostro territorio è un giovane che per il 90% non tornerà a vivere qui in Molise o a Campobasso. Se non facciamo ripartire l’economia con la mole di lavori pubblici già finanziati, è difficile che questa città possa rialzarsi economicamente, garantendo la sopravvivenza del tessuto imprenditoriale cittadino».
Davvero crede che il Molise possa avere futuro? E come? Il processo di spopolamento sembra inarrestabile. Non è la prima volte che ne parliamo, intanto i mesi passano e la regione è sempre meno abitata.
«L’emigrazione ha interessato e interessa tutto il sud Italia. Campobasso ed il Molise confermano il trend. L’unica ricetta è creare economia e la nostra economia risente del pauroso fermo delle opere pubbliche. A ciò dobbiamo aggiungere il tassello turistico, ancora poco sviluppato ed il potenziamento delle filiere agro-industriali. Campobasso, per esempio, sta diventando una città del grano, della farina e della pasta».
Un altro commissario ha fallito. Con Degrassi ha fallito il governo, che ancora una volta ha dimostrato di non avere a cuore le sorti del Molise, e la delegazione parlamentare molisana incapace di ottenere nemmeno l’approvazione di un emendamento. Non crede sia il caso che la sanità torni nelle competenze del Consiglio e lo Stato aumenti il budget destinato al Molise?
«Abbia pazienza, quindi lei trae dalle dimissioni una incapacità del governo? O forse la commissaria ha agito in tal modo per una sua insindacabile decisione? Certo, concordo sul fatto che il budget sia da rivedere ma a quel punto si deve fare un discorso più ampio, su debito e su riparto pubblico-privato. Per quanto concerne della prospettiva del ritorno della competenza al Consiglio, se in Consiglio, indirettamente, c’è il più importante imprenditore della sanità privata in regione, lei si fiderebbe della sua competenza e obiettività? Io no, perché un conflitto di interessi non è quello che ci vuole con una situazione già ai limiti del collasso. Andremo direttamente sulla brace, ma ardente».
Salvatore Colagiovanni, consigliere di opposizione e “macchina di preferenze”, è convinto che lei possa giocarsela alla pari se si candida per governare il Molise. È d’accordo?
«Lo ringrazio ma va bene così, è un suo pensiero. Ne approfitto per riconoscergli pubblicamente una onestà intellettuale da consigliere comunale di opposizione che altri suoi colleghi non hanno. Basta seguire i lavori del Consiglio e delle commissioni per averne conferma».
Gravina, non continui ad eludere l’argomento: il suo nome circola in diversi ambienti, anche qualificati.
«Io non eludo l’argomento, forse è lei che ha una fissazione, non crede? (sorride, ndr). Battute a parte, mi creda, sono molto preso per fare del mio meglio nel mandato amministrativo che i campobassani mi hanno conferito. Ogni cosa ha il suo tempo».
Cosa dice Giuseppe Conte in tal proposito?
«Giuseppe Conte è impegnato a rilanciare l’azione politica del Movimento. Per ora è concentrato su questo e non è poco».
A proposito di Conte, lo ha sentito ultimamente? Come giudica la ritrovata intesa con Grillo? L’intesa 5s-Pd in Molise può funzionare? Giudicando da cosa dicono di lei i dem (chi apertamente, chi sottovoce) sembrerebbe proprio di no.
«Bella domanda. Intanto sì, l’ho sentito con qualche messaggio e sono contento che l’epilogo sia stato questo, altrimenti avrei dovuto prendere decisioni diverse e mi sarebbe costato molto. Quanto all’intesa Ps-5Stelle, devo confessare che lei ha ragione; vedo movimenti strani e ultimamente sembra sempre più possibile una riedizione della formazione politica che fece vincere Frattura. Glielo dico sinceramente: se non cambiamo le persone non possiamo aspettarci nulla di nuovo. Ma se è questo che i molisani vogliono, come del resto continuano a volere da anni, seppur con una ribellione certificata dalle ultime elezioni regionali, dove i risultati hanno comunque evidenziato una reazione forte, seppur non decisiva, allora è quello che ci meritiamo.
Quindi, rispondendo, le dico che non può funzionare se non c’è un rinnovamento e credo che il rinnovamento, in certe sedi e contesti, non lo si voglia o non lo si voglia del tutto. Spero di sbagliarmi».
Senza il centrosinistra è complicato, se non impossibile, conquistare Palazzo Vitale.
«Concordo, ormai è una certezza. Invece, senza il Movimento 5 stelle, è possibile, riaprendo il mercato delle vacche. Un film già visto…».
Ha programmato qualche giorno di vacanza? In Molise o dove? E con chi?
Sì, certo. Vacanze random, in moto e con la mia compagna. Non potrei volere altro in questo momento».
Luca Colella