L’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Campobasso, Luca Praitano, intervenendo al convegno organizzato all’Auditorium dell’ex Gil a Campobasso dall’associazione Cammino – Camera Nazionale Avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni – su “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati regione per regione”, ha avuto modo di tracciare un bilancio operativo su quanto è stato portato avanti su questo tema dall’Amministrazione del capoluogo di regione.
«Nel corso di questi due anni e mezzo di mandato, l’Amministrazione comunale di Campobasso, spesso in collaborazione con gli altri comuni dell’Ambito Territoriale Sociale di cui è capofila, ha dedicato molto tempo e risorse per affrontare in maniera sistemica il disagio giovanile. – ha spiegato nel corso del suo intervento l’assessore Praitano – Non posso nascondere quanto abbia giocato un ruolo anche l’impatto economico sul bilancio dell’Ente locale, in merito ai collocamenti presso strutture dedicate, a seguito di interventi dell’Autorità Giudiziaria. Solo a titolo esemplificativo, vale la pena conoscere il seguente dato: il solo Comune di Campobasso per i collocamenti anzidetti ha speso dal 2018 al 2020 circa 600.000 euro l’anno. Già dal 2021 si è potuta registrare una significativa flessione della spesa determinata per lo più proprio dalle azioni congiunte attivate nel biennio precedente che hanno manifestato i risultati della prevenzione, sia degli educatori delle équipe multidisciplinari del servizio pubblico, sia dei professionisti del settore impegnati nei progetti specifici e grazie anche al maggior numero di affidi familiari a cui si è ricorso, coerentemente rispetto al processo di deistituzionalizzazione che l’ATS ha avviato. Ci sono diversi fattori che hanno influito quindi sul trend di spesa, ma quello che mi interessa sottolineare è che, sebbene sia solo uno degli indicatori, la somma ancora così elevata ci restituisce il quadro preoccupante del disagio giovanile cui si cerca di fare fronte.
Va precisato che l’azione posta in essere in questi ultimi anni – ha aggiunto Praitano – si è evoluta sicuramente raccogliendo l’esperienza maturata grazie alle iniziative organizzate sul territorio, accrescendo delle professionalità settoriali, soprattutto per effetto di alcune progettualità che in maniera puntuale hanno supportato le Istituzioni partner».
Al riguardo, l’assessore ha voluto evidenziare l’importanza dei risultati lusinghieri raggiunti dal progetto “Fare famiglia”.
«Il progetto finanziato da un bando dell’ASREM è durato 2 anni, da aprile 2019 ad aprile 2021. Prima che si giungesse alla scadenza del progetto a nulla valse il mio tentativo di convincere la Regione Molise a finanziare la prosecuzione. – ha dichiarato Praitano – Nonostante si raccolsero a suo tempo delle rassicurazioni iniziali, in estrema sintesi, il problema alla fine non è stato risolto per mancanza, a quanto ci è stato detto, di risorse economiche.. Preso atto della risposta formale, non ci si è persi d’animo e si è immediatamente lavorato per trovare un’alternativa».
È noto che attualmente il territorio degli ATS regionali risulta sguarnito di Centri per le Famiglie (sia pubblici che privati) che possano promuovere interventi di prevenzione, sostegno, consulenza e orientamento in chiave sociale.
«È per questo motivo che a partire dal prossimo 15 febbraio, – ha fatto sapere Praitano – avvalendosi di parte del Fondo per le Politiche della Famiglia, cominceranno le attività del “Centro famiglia”. Un’iniziativa da me fortemente voluta e che si pone, tra le altre cose, l’obiettivo di intercettare precocemente i fattori di rischio individuali e familiari al fine di realizzare interventi di protezione e cura delle famiglie residenti nei territori interessati – ATS di Campobasso e di Riccia-Bojano – che versano in condizioni di vulnerabilità. Inoltre, si pone l’obiettivo di realizzare interventi di prevenzione, consulenza e sostegno a supporto e integrazione delle istituzioni e servizi del territorio molisano (consultorio famiglia, équipe multidisciplinare, Servizi Sociali Professionali) a protezione e sostegno della famiglia in situazioni di crisi emergenziale e di fornire accoglienza, ascolto, supporto e accompagnamento alla coppia, alla famiglia e ai suoi componenti nel corso dell’intero ciclo di vita, favorendo l’incontro tra domanda e offerta per intercettare i bisogni in modo attivo, favorendo strategie che consentano di restituire protagonismo ai soggetti e alle famiglie nel ricercare le soluzioni ai problemi, superando logiche assistenziali nell’erogazione dei servizi. Se si osservano questi interventi, unitamente a quelli previsti dal progetto “Child care”, finanziato dal fondo “Con i bambini” nell’ambito dell’iniziativa “Ricucire i sogni”, l’offerta, almeno per quel che riguarda gli ATS interessati, può vederci abbastanza soddisfatti. Tuttavia, riconoscendo l’importanza della prevenzione, in modo particolare nell’area minori e famiglia, probabilmente è giunto il momento di ragionare sull’ipotesi di strutturare tali servizi, in modo da non dover rincorrere periodicamente il finanziamento di turno, rendendo tutto il lavoro condizionato dalla precarietà e con il rischio di perdere il knowhow acquisito. In questa direzione abbiamo agito attraverso il riuscito progetto “Edo-community”, per il quale abbiamo già usufruito delle risorse per la progettazione e sono già state svolte diverse attività propedeutiche. Allo stato attuale siamo in attesa di conoscere se la Presidenza del Consiglio dei Ministri finanzierà finalmente le attività previste».
Ma altrettanto meritevoli di approfondimento, come descritto dallo stesso assessore Praitano nel corso del convegno all’ex Gil, sono tante altre iniziative portate avanti in questi due anni e mezzo di attività dal settore dei Servizi Sociali del Comune di Campobasso. Si pensi, ad esempio, al Summer Camp (anni 2019/2020/2021 e quest’anno anche con un’edizione invernale); al Centro Be Future Molise, centro di aiuto alle famiglie con minorenni vittime di violenza e abusanti; al Molise LGBT, centro regionale contro le discriminazioni verso le persone LGBT, ovviamente rivolto anche ai minori.
«Importante – ha sottolineato Praitano – è la programmazione FSE – Azione 20 Minori e relazioni familiari, con cui si intenderà favorire e garantire alle famiglie e minori con disagio la possibilità di fruire di servizi e attività per un ottimale sviluppo psicofisico del minore, anche al fine di contrastare l’esclusione sociale. Il sostegno alla genitorialità, doposcuola, supporto psicologico, servizi educativi domiciliari sono solo alcuni dei 100 percorsi educativi che si si avvieranno, insieme al riconoscimento di voucher alle famiglie e alla realizzazione di campus nel periodo 2023/2026».
Con il progetto “La vita è altra “robba”, l’attenzione è stata centrata, invece, sulla prevenzione all’uso e il contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Altro progetto finanziato sull’avviso pubblico “educare” della Presidenza del Consiglio dei Ministri è Vi.Nar.S., consistente nella promozione di interventi, sperimentali e innovativi, di educazione non formale e informale e di attività laboratoriali volti all’empowerment dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso il diretto coinvolgimento dei giovani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, nella promozione della non-discriminazione, dell’equità e dell’inclusione sociale, attraverso l’apporto di Enti locali, Scuole e soggetti del Terzo Settore impegnati sul territorio nella promozione dell’inclusione sociale di persone con “fragilità”.
In conclusione, l’assessore Praitano ha auspicato, per il prossimo futuro, l’individuazione di una regia regionale che coordini e monitori la programmazione degli interventi su questi temi, soprattutto con il PNRR alle porte.

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