Sono partiti otto anni fa con la voglia di mettersi in gioco e il desiderio di vivere un’esperienza lavorativa all’estero. Oggi la loro attività è divenuta un punto di riferimento per i cittadini di Jerez, comune di circa 213mila abitanti al sud della Spagna. Antonello Picone, titolare del “Baretto” nel quartiere La Constancia e la sua socia Mariateresa di Rienzo, sono partiti nel 2014 alla volta dell’Andalusia aderendo al programma Leonardo.
Poi, come spesso accade, si sono innamorati sia del posto, sia della gente tanto da decidere di rimanere in pianta stabile in città e lanciarsi in questa nuova sfida imprenditoriale.
Anche la stampa locale parla dei due campobassani trapiantati a Jerez: in un articolo a firma di Sebastiano Chilla su “La voz del sur”, infatti, i due raccontano il percorso intrapreso insieme.
Antonella ha studiato a Napoli. Dopo la laurea in Sociologia, ha lavorato come sondaggista in ambito statistico ed è stata mandata a Jerez per poi ricevere una borsa di studio alla Casa de la Mujer, dove ha partecipato alla valutazione del Piano contro la violenza di genere. Attualmente, oltre alla gestione del Baretto impartisce lezioni private di italiano e lavora come guida turistica presso le cantine Fundador.
Antonello nei primi mesi in Spagna ha lavorato come stagista presso l’azienda Lustau come magazziniere e guida.
Una volta terminato il corso hanno avuto l’opportunità di rilevare l’attività che oggi rappresenta il loro progetto di vita.
Diversi i timori, in Paese straniero, mentre muovevano i primi passi: «Eravamo dall’estero – racconta Antonello – e non conoscevamo nessuno. Era molto importante che i vicini ci accettassero, abbiamo cercato di creare legami di amicizia, cercando di andare d’accordo con tutti». Un obiettivo centrato visto che oggi, spiega, «siamo amici della maggior parte dei clienti. Ci sono persone che si conoscono qui e che vengono per incontrare gli altri. Siamo come una famiglia».
Con l’emergenza Covid anche i due imprenditori si sono dovuti reinventare apportando modifiche agli orari e all’offerta della propria attività. Il ricco menù proposto non riguarda solo la cucina italiana ma abbraccia anche la cultura culinaria locale. «Non ci interessa dare solo un’impronta italiana», racconta Antonello al giornalista. Il bar offre inoltre più di 40 tipi di birra, caffè italiano e l’immancabile spritz.
Un bel traguardo quello raggiunto dai due giovani campobassani che, però, porta ancora una volta l’orgoglio molisano al di fuori dei confini della regione.

(foto Manu Garcìa – lavozdelsur.es)

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