La storia infinita della scuola di Mascione è più o meno nota. Ma non tutti la conoscono nel dettaglio. Si sa che al posto del vecchio edificio abbattuto a febbraio 2019 dovrebbe sorgere un nuovo e moderno plesso, che, stando al contratto stipulato tra Palazzo San Giorgio e la ditta che si è aggiudicata l’appalto, doveva essere pronto a febbraio di due anni fa.
Fece scalpore a settembre 2017 la consegna di numerose schede elettorali al prefetto: un segno di protesta contro l’allora amministrazione Battista, ritenuta evidentemente poco sensibile dai genitori degli alunni e dai residenti della contrada. A maggio dello stesso anno gli stessi genitori e residenti avevano consegnato sempre al prefetto di Campobasso una petizione recante in calce 1.243 firme. Un mese dopo, invece, organizzarono una protesta davanti alla scuola.
Poi l’arrivo in Municipio di Gravina e del Movimento 5 stelle: la svolta, il cambiamento, una manna dal cielo. «Macché – affermano oggi delusi dall’associazione “Nuova scuola di Mascione” –. È stata solo un’illusione, siamo finiti dalla padella alla brace».
Ma andiamo con ordine.
Il 4 novembre 2019 si costituisce l’associazione “Nuova scuola di Mascione: gioca, impara, includi”. La stessa, nell’ambito della sua funzione di aggregazione civica e culturale, si pone tra gli obiettivi quello di seguire la vicenda della ricostruzione della scuola chiusa il 2 novembre 2016.
Il plesso di Mascione, la cui realizzazione risale agli anni ‘60, serve un vasto territorio abitato da circa 2.500 persone.
Diverse negli anni le manifestazioni di protesta che vedono protagonisti numerosissimi contradaioli, tra cui «la petizione – spiegano dall’associazione – accompagnata da 1.243 firme consegnate il 23 maggio 2017 al prefetto di Campobasso e non al sindaco dell’epoca».
Una scelta, quella di rivolgersi all’Ufficio territoriale del governo e “scavalcare” l’amministrazione, per mettere in evidenza il dissenso con la stessa.
Il malcontento raggiunge l’apice quando vengono riconsegnate sempre al prefetto 162 tessere elettorali: «Da una parte – spiegano dall’associazione – volevamo dimostrare la determinazione dei cittadini residenti nella zona; dall’altra voleva essere un segno di ulteriore sfiducia nei confronti dell’amministrazione comunale “Battista”. Senza sapere – aggiungono delusi e amareggiati – che di lì a poco saremmo finiti dalla padella alla brace».
L’associazione “Nuova scuola di Mascione” torna oggi a farsi sentire «costretta dopo la lettura di articoli di giornali “indotti”, apparsi di recente sulle principali testate molisane».
Un passo indietro è necessario per consentire ai lettori di inquadrare meglio la vicenda: «Il 3 agosto 2018 vengono affidati i lavori al “Consorzio stabile Alveare Network” per un importo netto di 775.388,93 euro. La ditta esecutrice è la consorziata “Elettrica Sistem” di Cava de’ Tirreni».
Un inciso: «Il 29 settembre 2020 avviene una variazione societaria: il Consorzio che si è aggiudicato l’appalto cambia assetto e viene inglobato nel “Consorzio stabile Build Scarl, che, per chi segue le oscure vicende cittadine, è quello che dovrebbe realizzare l’ormai famosissima “Torre Covid” presso l’ospedale “Cardarelli”».
Tornando all’esecuzione del plesso in contrada Mascione, «la data inizio lavori viene fissata per il 18 febbraio 2019, mentre il fine lavori per il 17 febbraio 2020, ovvero, due anni fa. Nel frattempo la “Elettrica Sistem” più volte sospende l’esecuzione delle opere, come tra l’altro sembrerebbe sia accaduto in altri cantieri da essa gestiti tra la Sardegna e il Veneto. Dopo la messa in opera dell’intera struttura metallica, a fine luglio 2020 i lavori si fermano. Il Comune per svariate ragioni concede più di una proroga per la data di “fine lavori” (90 giorni, più altri 90, più fermo periodo Covid): il termine del 17 febbraio 2020 slitta al 29 novembre 2021, ovvero, quattro mesi fa. Il 13 luglio 2021, a cantiere ormai fermo da svariati mesi – informano sempre dal sodalizio –, dopo una nostra formale richiesta, il prefetto di Campobasso indice un tavolo tecnico tra il Comune, il Consorzio e l’associazione “Nuova scuola di Mascione” per tentare di sbrogliare la matassa. L’amministratore del Consorzio – con una scusa – non si presenta all’incontro né fa intervenire un suo delegato. In data antecedente, però, aveva inviato una diffida al Comune nella quale intimava l’ente appaltante a porre in essere le condizioni richieste anzitempo onde consentire la ripresa dei lavori. In sede prefettizia il sindaco Gravina si dice pronto, quale atto dovuto, alla risoluzione contrattuale per evidenti violazioni. Terminata l’estate, però, il primo cittadino palesa l’intenzione – sua e dell’amministrazione comunale – di procedere alla ripresa dei lavori e tramite il dirigente dell’area Sviluppo del territorio (ex Lavori pubblici), l’architetto Giarrusso, fa sapere di aver intavolato serrati colloqui con il Consorzio».
Intanto i mesi trascorrono e nulla accade. A inizio gennaio 2022, non riuscendo ad ottenere notizie in merito alla ripresa dei lavori, il Consiglio direttivo dell’associazione richiede un incontro pubblico al sindaco. L’incontro viene fissato per il 18 gennaio nella Casa comunale. In quella sede Gravina «annuncia che nel giro di una, massimo due settimane, verrà emesso un atto formale, ovvero, un nuovo progetto ratificato dalla giunta municipale, una sorta di nuovo contratto “transattivo”, atto propedeutico alla ripresa dei lavori. Ci viene spiegato – prosegue il racconto dell’associazione – che ci sarà anche un nuovo cronoprogramma perché l’intenzione, dichiarata in pompa magna, è quella di inaugurare il plesso entro settembre 2022 (tra meno di cinque mesi), per il nuovo anno scolastico 2022/2023».
Passano i giorni e l’una/due settimane diventano tre, quattro, cinque… A marzo scorso finalmente l’annuncio ufficiale: i lavori riprenderanno grazie al raggiungimento di un accordo bonario. È tutto scritto, fanno sapere dall’amministrazione del capoluogo, nella delibera di giunta numero 61. Ovvero, una mera elencazione cronologica delle vicende amministrative del “cantiere scuola”.
Nel deliberato si dà pure atto di quanto sia necessario salvaguardare l’interesse pubblico in luogo di un eventuale contenzioso, lungo e dispendioso. Il nuovo termine per la fine dei lavori viene stabilito in quattro mesi dalla stipula del contratto transattivo. Nell’allegato modulo contrattuale da sottoporre alla firma del Consorzio il termine non è però più di quatto ma di sei mesi.
L’associazione, che a gennaio aveva avuto rassicurazioni dal sindaco («una/due settimane al massimo…»), acquisite le nuove informazioni prova a capire meglio. Lo fa contattando più volte, ma senza successo, l’architetto Giarrusso, che, secondo quanto stabilito nell’incontro di gennaio, «avrebbe dovuto costantemente aggiornarci circa l’evoluzione della questione. Ma alle nostre richieste o è risultato irreperibile o ha “deviato” le istanze all’assessore di riferimento, l’ingegnere Amorosa, che, suo malgrado, altro non ha potuto che fare “spallucce”».
L’associazione durante tutto il mese di marzo prova a mettersi in contattato anche con «altri interlocutori ugualmente qualificati, come il direttore dei lavori e il Rup, senza tuttavia ottenere le risposte sperate».
Dalla delibera del 4 marzo, atto tra l’altro immediatamente esecutivo, è trascorso più di un mese. Il cantiere è fermo e, al di là degli altisonanti comunicati stampa dell’amministrazione comunale, novità sulla scuola di Mascione non ce ne sono.
Se oggi stesso cominciassero i lavori, considerando il tempo necessario alla ultimazione degli stessi, è da escludere che gli alunni residenti a Mascione possano tornare nella “loro” scuola a settembre.
Da informazioni acquisite – riferiscono dall’associazione –, nonostante i diversi appuntamenti fissati dal dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Campobasso, il Consorzio non si sarebbe mai presentato (probabilmente – ma questo all’associazione non è noto – adducendo ragioni).
«Poiché la delibera del 4 marzo, per quanto tardiva, sembrava recare la soluzione al problema, anche perché, a dire del sindaco, era la sintesi di accordi già presi, non riusciamo a comprendere il perdurare dello stallo. Non c’è alcuna ragione che possa giustificare anche un solo ulteriore giorno di ritardo».
I fatti, per come narrati dall’associazione “Nuova scuola di Mascione”, non depongono affatto bene per l’amministrazione comunale di Campobasso.
Per carità, non è la prima e non sarà l’ultima opera ostaggio della burocrazia e dell’inefficienza dalla pubblica amministrazione. Ma Gravina & Co. – lo raccontavano loro prima di essere eletti – dovevano cambiare il mondo. Alle fine, come accaduto in tutti i luoghi dove i 5 stelle hanno governato e stanno governando, il mondo ha cambiato loro. ppm