Chi vive nel centro storico conosce bene le questioni aperte, alcune da troppo tempo ormai. Decidendo di comperare casa in quelle viuzze o di trasferirsi nel borgo, ne ha accettato, con consapevolezza, i disagi ovvi che sono poi quelli che patiscono tutte le persone che, in ogni città o paese italiano, hanno scelto di andare a vivere dove le stradine lastricate di sanpietrini sono strette, dove per raggiungere casa devi salire anche decine di scalini, dove quando nevica ti devi attrezzare con pala e sudore perché è difficile che passi il mezzo spartineve lì dove anche una macchina ha difficoltà a transitare. Dove però apri il portone e sei nel cuore della tua città. Circondati dalla bellezza, purtroppo nel caso di specie offuscata dall’indifferenza della politica. Non una panchina, non un’aiuola con i fiori di stagione, non un’azione positiva a vantaggio di chi vive lì.
Campobasso non è un caso a parte, è evidente. E il cuore antico della città – che dovrebbe essere quello maggiormente attenzionato – soffre di un disinteresse ormai cronico.
Disinteresse che viaggia su due binari che, insieme, portano alla stazione dell’abbandono. Quello di parte della politica e quello di qualche cittadino (un complimento, chiamarlo così) che dell’inciviltà ha fatto la propria cifra di vita: portare a passeggiare il cane all’alba e disseminare di ricordini i marciapiedi stretti, angusti e anche maltenuti, ad esempio, non è proprio un atteggiamento consono a chi dovrebbe tenere a cuore il bene comune. Come abbandonare sacchetti di immondizia accanto al contenitore per i rifiuti cittadino, quello minuscolo per intendersi. Come lanciare (letteralmente) la propria busta dei rifiuti nel giardino di un residente perché così non si aspetta l’orario indicato per il conferimento corretto dei rifiuti e poi, tanto, qualcun altro penserà a raccoglierla.
Cittadini ‘incivili’ ai quali si somma una certa politica (di ogni colore, sia chiaro) che ricorda l’esistenza del centro storico a fasi alterne. In tempo elettorale, per essere chiari. Il salotto buono della città, sì certo. Ogni cinque anni. Basti vedere le condizioni delle strade, percorse ogni giorno da migliaia di automobili che devono raggiungere il centro cittadino: buche che, se va tutto bene, sono rattoppate da pietrisco e cemento che poi viene letteralmente eroso dall’acqua piovana o dalla neve. Se tutto va bene, vincono i rattoppi di asfalto (ma quando si fanno dei lavori sulla sede stradale, non dovrebbe essere in carico delle ditte il ripristino delle condizioni corrette?), segnaletica orizzontale inesistente, logorata dal tempo e dalle condizioni meteo. Né strisce pedonali né aree di sosta delimitate correttamente.
Mario Annuario, consigliere comunale eletto con Fratelli d’Italia, vive nel centro storico. Ne conosce ogni angolo, ogni viso, ogni problema. E sulle evidenti difficoltà – quelle che vive una zona che è ricchissima di storia, di angoli suggestivi, di curiosità e peculiarità – non ha mai mollato un attimo la presa. Insistendo, nella sua attività di consigliere (di opposizione), su quelle che potrebbero essere le soluzioni facili, a portata di mano, per rendere meno complicata la vita di chi ci vive. Come lui. Non progetti irrealizzabili ma scelte consone alla situazione.
Il primo problema enorme, quello dei parcheggi, sembra essere in via di soluzione: Annuario ha letteralmente martellato l’amministrazione comunale perché, come ormai noto, i permessi per i residenti (aboliti perché erogati in maniera eccessiva rispetto a quanto avrebbe dovuto essere, colpa sempre del vizio italico di ‘fregare’ il prossimo, ovvio) vengano ripristinati. La zona è appetibile, oggi i parcheggi sono liberi e gratuiti quindi l’assalto comincia fin dal mattino. E chi vive nel centro storico è costretto quotidianamente a percorrere decine di chilometri, girando come una trottola impazzita, nell’attesa di trovare uno spazio per sostare e andare finalmente a casa. E non di rado – scegliendo altre soluzioni di mobilità e limitando notevolmente la propria quotidianità – preferisce lasciare la macchina il più possibile parcheggiata per evitare di perdere il posto per poi ricominciare con la tarantella della ricerca dell’area di sosta. Con quello che costano i carburanti, poi. «Ritorno sulla questione – commenta il consigliere Annuario che sono anni che porta all’attenzione il problema – auspicando che il prima possibile si faccia una ricognizione generale sui parcheggi del centro storico dove ci sono difficoltà legate alla carenza delle aree di sosta dovute anche alla presenza degli ecostop e di zone interdette al parcheggio perché destinate alla ricarica dei veicoli elettrici. Un argomento ampiamente discusso anche in una seduta del Consiglio comunale attraverso una interpellanza che ho presentato e anche in Commissione Mobilità: l’assessore competente, Simone Cretella, rispose che era in fase di valutazione il ripristino dei contrassegni. Oggi, con lo spostamento dell’ecostop lungo viale del Castello e con la contemporanea cancellazione di sei posti auto, questa decisione deve essere assunta in tempi stretti. Le sue rassicurazioni ai residenti, ai quali ha promesso di chiudere la partita del permesso residenti come riportato proprio su Primo Piano Molise qualche giorno fa, arrivano per fortuna anche se in ritardo: era il 2020 quando annunciava che era in corso la valutazione. Due anni saranno bastevoli? Oggi non c’è più tempo da perdere: ci vuole una nuova regolamentazione delle aree di sosta, occorre restituire ai residenti il permesso per la sosta e ritengo debbano essere riesaminate anche le aree di carico e scarico per agevolare il lavoro delle attività commerciali presenti in zona». Il consigliere Annuario ha posto anche la questione dell’ecostop mobile, quell’orrendo, enorme e parimenti inutile cassone nel quale con orari stabiliti i residenti conferiscono i rifiuti differenziati nel centro storico. Una sorta di camion dove gli sportelli per introdurre i rifiuti sono talmente disagevoli che le imprecazioni si sprecano. «Anche su questo argomento sono intervenuto in Consiglio – ricorda l’esponente di Fratelli d’Italia – è stato oggetto di discussione attraverso una interpellanza che ho presentato nel 2019. Ci sono enormi difficoltà, particolarmente avvertite dalle persone anziane nel conferire i rifiuti. Gli sportelli sono di piccole dimensioni, il sistema di riconoscimento delle tessere va in tilt con il maltempo, ho chiesto in Commissione ambiente, nel mese di marzo, che siano adottate azioni migliorative. Aggiungo che sarebbe opportuno valutare l’opportunità di adottare nel centro storico lo stesso sistema che è in funzione da dicembre nella zona di via Mazzini, l’ecostazione intelligente. Un sistema fisso, sicuramente molto più funzionale rispetto all’ecostop mobile. C’è tanto da lavorare, i cittadini vogliono risposte ed è compito dell’amministrazione fornirle. Mi auguro davvero che non tardino ad arrivare». E mentre sono in corso le valutazioni sul ripristino del permesso residenti e sull’opportunità di una diversa politica per la raccolta differenziata, la caccia al parcheggio continua. ppm