È bastato vedere le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata varcare il sacrato della Chiesa di Santa Maria per tornare indietro di due anni, prima che la pandemia sconvolgesse la vita di tutti. Ieri pomeriggio la suggestiva processione del Venerdì santo, seppur con alcune limitazioni, ha fatto riassaporare ai campobassani la tanto agognata normalità. Un rito che, al di là dell’aspetto religioso, rappresenta da secoli uno degli eventi – insieme alla sfilata dei Misteri – identitari per il capoluogo.
Il Covid ha in parte condizionato anche questa edizione: il percorso del corteo è rimasto invariato ma il coro, in formazione ridotta rispetto agli altri anni, ha intonato il Teco Vorrei da piazza Cesare Battisti. Per evitare rischi di assembramento, infatti, i 360 cantori, muniti di green pass e mascherina, non hanno percorso le vie del centro storico. Anche i tanti campobassani accorsi per strada per assistere alla processione hanno seguito scrupolosamente le regole anti contagio. Le limitazioni non hanno però scalfito l’emozione e la magia del momento più commovente della processione: la sosta davanti al carcere con la preghiera del detenuto e la benedizione del vescovo Giancarlo Bregantini.
«Aiutaci a confidare in te Maria – le parole scandite con commozione dal detenuto – tuo figlio è salito sulla croce a causa delle trame cattive degli uomini ma soprattutto per fare la volontà del Padre. Facci scorgere anche a noi, Maria, la strada della Croce che ci porta nel suo regno. Fa che anche a noi Gesù possa dire “oggi in questo carcere sarai con me in paradiso”, fa che anche noi possiamo trovare la pace».
Parole di speranza a cui si è unito padre Giancarlo nella sua benedizione, senza dimenticare il drammatico momento che il mondo sta vivendo con il conflitto in Ucraina.
«Campobasso e la sua gente – ha invece dichiarato il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina – hanno coltivato con pazienza e avvedutezza la grande passione che caratterizza il nostro modo di intendere e vivere le tradizioni che ci contraddistinguono. Nonostante il lungo periodo pandemico, il legame viscerale con gli appuntamenti che storicamente evocano la forza popolare delle nostre tradizioni si è, se possibile, accresciuto e maturato, rafforzandosi proprio intorno a quella forte mancanza di condivisione sociale, religiosa e culturale che ha scandito, nostro malgrado, il calendario degli anni passati. Con la Processione del Venerdì Santo Campobasso torna a fare sentire la sua voce in strada e nelle piazze, il suo canto, il suo cuore e il suo senso di appartenenza e possiamo esser certi che tutta la cittadinanza saprà mostrarsi rispettosa delle modalità previste per permettere lo svolgimento in sicurezza della processione dopo ben due anni di assenza». Il corteo ha poi proseguito il percorso ed il coro e la banda hanno terminato la sfilata in piazza Prefettura, senza aver accesso alla chiesa di Santa Maria.
Al di là delle limitazioni, quello di ieri è stato il primo grande evento a Campobasso dopo lo stop imposto dal Covid, una sorta di prova generale in attesa dei Misteri. Il 19 giungo, dunque, capiremo se la pandemia è davvero alle spalle.

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