Assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Questo il ‘verdetto’ del giudice del tribunale di Campobasso Roberta D’Onofrio al termine del processo che vedeva imputati due fratelli imprenditori, titolari di un’azienda della provincia che dà lavoro a circa 50 dipendenti, accusati di estorsione sui luoghi di lavoro con l’aggravante delle più persone riunite.
Secondo l’accusa i due imprenditori avrebbero prospettato ai loro dipendenti, sfruttando la mancanza di offerta di lavoro ed un loro stato di bisogno, l’alternativa tra la rinuncia a parte della retribuzione e la perdita dell’opportunità di lavoro.
Gli imputati si sono rivolti all’avvocato Arturo Messere e all’avvocato Giorgio Barletta i quali, hanno scelto il rito abbreviato. La procura ha chiesto una condanna a quattro anni per ciascuno dei fratelli ma il giudice, accogliendo appieno la tesi difensiva, li ha assolti. In primo luogo – la tesi vincente dei legali – non è emersa alcuna prova del fatto che il conseguimento del lavoro, seppur sottopagato, abbia arrecato alle persone offese un danno rispetto alla preesistente mancanza di lavoro. Inoltre, le versioni delle presunte vittime si sono rivelate poco attendibili, contraddittorie e sommarie. Infine il giudice ha accolto la tesi difensiva secondo cui non è possibile confondere il diritto al lavoro di ogni cittadino con il diritto ad essere assunti da una particolare ditta.
Grossa soddisfazione è stata espressa dai legali Messere e Barletta che, sicuri della innocenza degli imprenditori, una volta esaminato il carteggio, hanno scelto il rito abbreviato ottenendo l’assoluzione con formula piena.
Soddisfatti anche gli imprenditori, dopo indagini durate anni, che in qualche modo hanno anche frenato la crescita e la progettazione della loro azienda, escono da questo incubo con una sentenza di assoluzione.
In foto i legali Messere e Barletta