Un percorso ciclabile che collegherà viale Manzoni al centro murattiano, compresa la stazione ferroviaria. La giunta Gravina ha approvato nei giorni scorsi il progetto esecutivo per la pista che, si spera, favorirà una mobilità più sostenibile e, al contempo, garantirà maggiore sicurezza per coloro che scelgono di spostarsi in bici o in monopattino. Le risorse, stanziate con un decreto del Mit, ammontano a poco più di 203mila euro. Il percorso interesserà viale Manzoni, via Scardocchia, via Trivisonno, via Monsignor Bologna, via Gazzani, via Herculanea, via Nobile, via Cavour piazza Cuoco, parte di via Garibaldi e via Mazzini, Corso Bucci, piazza d’Ovidio, via Elena, Piazza Savoia, via Pascoli e via Leopardi.
«La realizzazione dell’intervento – si legge nel progetto – ha come obiettivo quello di incrementare la sostenibilità sociale ed ambientale urbana tramite sistemi di mobilità sostenibile. In particolare, si pone l’obiettivo di potenziare l’offerta viaria in termini di mobilità lenta lungo la direttrice del sistema viario che collega l’area universitaria gravitante su viale Manzoni, con la stazione ferroviaria ed altri importanti poli urbani.
Il progetto in qualche maniera “sperimenta” anche uno stralcio della rete ciclabile cittadina che sarà definita nell’ambito del redigendo PUMS di Campobasso, fornendo importanti indicazioni sulla possibilità che essa costituisca un effettivo fattore per una riorganizzazione della mobilità verso forse più sostenibili.
Il progetto si muove, pertanto, in sintonia con l’orientamento nazionale ed europeo volto ad incrementare l’uso della bicicletta che, in quanto mezzo di trasporto alternativo, contribuisce fortemente al miglioramento dell’ambiente e salvaguardare il territorio. La bicicletta, infatti, contribuisce al decongestionamento del traffico, ad abbassare i livelli di inquinamento acustico, consente la salvaguardia del benessere fisico, favorisce in maniera significativa gli spostamenti di utilità quotidiana, e gli interscambi di socializzazione e svago, dei cittadini residenti. È altresì innegabile che una pista ciclabile risponde alle esigenze e al diritto delle persone, di recuperare una dimensione più umana e più naturale, migliorando in via generale, la stessa qualità della vita. La soluzione scelta non appesantisce il tessuto urbano bensì qualifica e valorizza il territorio.
Il raggiungimento degli obiettivi andrà perseguito senza stravolgere l’attuale tessuto viario urbano, con gli inevitabili condizionamenti derivanti dalla limitatezza degli spazi disponibili, che di fatto impediscono di potere realizzare un itinerario omogeneo, interamente caratterizzato da soluzioni che garantiscono la massima sicurezza (come ad esempio percorsi in sede propria e comunque protetta).
Non bisogna dimenticare, però che la componente ciclabili già ora circola sulla carreggiata in condizioni di promiscuità con il traffico veicolare, laddove non transita sul marciapiede, in palese conflitto con i pedoni.
Creare, con infrastrutture flessibili e leggere, degli spazi segnalati dedicati o condivisi per i velocipedi, indirizza la mobilità urbana in chiave di sostenibilità, verso il principio per il quale “la strada è di tutti”. Per evitare comunque, l’insidia costituita dal traffico veicolare motorizzato, si auspica che l’intervento sia accompagnato da una campagna di sensibilizzazione ed informativa sull’importanza della mobilità lenta e sul corretto uso delle piste e delle corsie ciclabili.
Laddove possibile, comunque, l’itinerario sarà realizzato con corsie ad uso esclusivo con cordolo di separazione, permettendo spostamenti in tutta sicurezza perché isolate dal traffico motorizzato».