Presto Fra Immacolato Brienza sarà santo. Ieri un altro importante passo nel cammino intrapreso dal Vaticano, iniziato con il riconoscimento delle “Virtù eroiche del Servo di Dio”. A Campobasso è arrivato il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che durante la celebrazione liturgica nella chiesa di Sant’Antonio di Padova ha proclamato la venerabilità autorizzata da Papa Bergoglio. Alla messa hanno preso parte, oltre al vescovo GianCarlo Bragantini, anche il sindaco di Campobasso Roberto Gravina e le autorità militari.
«La Celebrazione di Venerabilità di Fra Immacolato – ha dichiarato Gravina – ha trovato l’intera comunità di Campobasso, pronta a lasciarsi coinvolgere da questo atto che nasce da quella stessa speranza che Fra Immacolato esercitò in vita e che lo portò a sperimentare forme di fiducia altrimenti impensabili.
Fra Immacolato ebbe la capacità di far divenire la sua stessa casa, il luogo in cui visse praticamente per tutta la vita insieme ai suoi affetti più cari, essa stessa comunità, accogliendo presso di sé, in ogni modo e in ogni occasione, quanti ebbero bisogno di una luce differente e più profonda con la quale illuminare la propria ragione di vita.
A ben guardare, quella capacità di includere e di andare incontro all’altro anche in quella condizione di estrema costrizione fisica che dovette vivere, rappresenta compiutamente il bene più grande che Fra Immacolato ci ha donato e ne esplica l’interesse sociale, l’attenzione verso la persona che partiva dalla scelta di avere fiducia.
La fede che ne ha permeato il cammino terreno ha prodotto, in chi ha avuto modo di conoscerlo direttamente, ma anche in chi ha incrociato la sua storia nei racconti e nelle cronache documentate, riflessioni profonde sul senso da dare alle prove che la vita ci pone innanzi.
Fra Immacolato ha affrontato le sue con la consapevolezza di doverne fare un dono molto concreto e tangibile da porgere a chi lo incontrava e, attraverso di essi, a chi lo ricorda ancora e a chi ha permesso che oggi la sua esperienza di vita giunga a tutti noi con la forza vitale non di un semplice atto di memoria, bensì con quella avvolgente che solo l’abbraccio tra chi si vuol bene e, prim’ancora, tra chi si accoglie senza riserve e preclusioni, sa farci avvertire.
Ebbene, è proprio quello l’abbraccio che oggi e sempre Campobasso continuerà a scambiarsi con Fra Immacolato».
Aveva solo 16 anni Immacolato Giuseppe di Gesù, al secolo Aldo Brienza, quando gli fu diagnosticata l’osteomielite deformante degli arti, che lo costrinse a rimanere allettato fino alla morte. Nato il 15 agosto 1922 a Campobasso, è entrato nell’Ordine Secolare del Carmelo, quando era già infermo, offrendosi come vittima per la santificazione dei sacerdoti. Sentendo fortemente la vocazione carmelitana, con speciale privilegio, la Santa Sede gli ha poi concesso di emettere la professione solenne dei voti religiosi nell’Ordine Carmelitano Scalzo. Pur vivendo in famiglia, riceveva costantemente visite da confratelli e fedeli, molti dei quali chiedevano consigli spirituali. Il suo è stato un apostolato straordinario, svolto totalmente dal letto, nella preghiera e nell’offerta costante delle sofferenze a Dio. Il suo motto spirituale era: “Lavorare è bene, pregare ancora meglio, ma soffrire in unione a Gesù è tutto”. È morto il 13 aprile 1989, all’età di 67 anni.
La preghiera è stata la sua forza. Ha vissuto una spiritualità eucaristica e mariana, sorretta dall’esperienza dei santi, in particolare di quelli carmelitani. Ha sperimentato anche fasi di aridità, ma mantenendo sempre il suo abbandono in Dio, al quale si è affidato in ogni circostanza, soprattutto nelle prove più difficili, e ha sostenuto le missioni della Chiesa e del Carmelo con il denaro ricevuto dalla famiglia.

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