Se fosse toccato in sorte ad altre realtà territoriali, avrebbe costituito inestimabile patrimonio da tesaurizzare, sul quale incentrare la tipizzazione della città promuovendone lo sviluppo sotto il profilo storico-artistico-culturale e sconfiggendone lo scialbo anonimato che l’ha progressivamente appiattita. Anche grazie ad una sconsiderata cementificazione selvaggia, che ha distrutto fin le tracce dell’impianto originario, a vantaggio di una crescita disordinata, priva di senso civico ed aliena da elementari regole urbanistiche.
Ci stiamo riferendo al nostro borgo antico, pregevole gioiello urbanistico-architettonico, degradante lungo i costoni della collina Monforte, con direttrici irte e strette, appena mitigate da rari slarghi circoscritti, quasi ad esemplificazione visiva dei tratti salienti di una popolazione del tempo che fu; borgo che si salda, a valle, senza soluzione di continuità, con gli spazi geometricamente più distesi del centro muratiano.
Le diverse amministrazioni comunali succedutesi negli anni se ne sono occupate con sorti ed esiti alterni; senza riuscire, tuttavia, a mettere a segno interventi utili a rivitalizzare correttamente e definitivamente quei luoghi, rendendoli attrattivi per scopi turistici, oltre che residenziali. A quest’ultimo riguardo, va sicuramente annoverata la omessa realizzazione di un collegamento meccanico (tapis roulant, scala mobile etc.) che – progettato con modalità non invasive e non snaturanti l’assetto dei luoghi – fosse funzionale ad indurre insediamenti abitativi stabili, di famiglie giovani, che avrebbero portato nuova linfa al borgo, determinando la progressiva fioritura di attività commerciali ed artigianali.
Per contro, si è attivato un processo strisciante, letteralmente esploso sotto l’amministrazione Di Bartolomeo, a causa del quale – in luogo della rivitalizzazione del borgo – se ne è ottenuta la marcata ghettizzazione e riduzione a “terra di nessuno”; dove impera una deregulation selvaggia, letale non solo per tutti i diretti interessati, ma per la intera città, ormai orfana del suo fisiologico cuore pulsante. A far luce sulla situazione hanno provato le consigliere che si riconoscono nel coordinamento civico “L’Ascolto” (Izzi, Niro, Cancellario), rilevando, nel corso di diversi incontri con gli stakeholders, la sussistenza di spazi – non ampi, ma percorribili – che possano portare a soluzioni condivise tra le parti in campo. Anche complice la generale crisi finanziaria. Attraverso un iter, che eufemisticamente si direbbe tormentato, sono riuscite – con l’aiuto di altri colleghi – ad ottenere la imminente convocazione di un Consiglio monotematico, finalizzato non ad inasprire la querelle, bensì ad individuarne concrete soluzioni, anche nella imminenza del periodo primaverile/estivo, destinato ad incancrenire notevolmente la piaga che affligge quell’area. Piaga che – per dirla in sintesi estrema – trae le mosse dalla mancata zonizzazione, da cui è derivata l’abnorme concentrazione, in spazi oggettivamente ristretti, di locali funzionanti in fascia seral-notturna. A questo fenomeno si sarebbe, tuttavia, potuto porre sia pur parziale rimedio, ove le Autorità competenti – in primis l’Amministrazione comunale, ma non solo! – avessero posto in essere rigorosi controlli, preventivi ed in itinere: sui prerequisiti igienico-sanitari; sull’applicazione delle norme di sicurezza; sul rispetto degli orari di chiusura; sulla tutela della quiete pubblica e, non ultima, della incolumità dei cittadini. Per questa serie di sciagurate omissioni, dalle quali – in uno Stato di diritto che si rispetti – scaturirebbero palesi conseguenze a carico degli inadempienti, saremmo tentati di mettere tutti sulla stessa linea, relativamente alle responsabilità disattese; saremmo, altresì, tentati di chiedere opportuno ristoro per i cittadini incolpevolmente vessati. Ci resta, però, radicato il convincimento che l’organo più rappresentativo dei cittadini stessi e, quindi, fisiologicamente deputato a raccoglierne le istanze ed a dirimerne – attraverso l’istituto equanime del rispetto delle regole – le controversie civiche e gli eventuali “conflitti di interesse”, sia l’Amministrazione Comunale. A questa, dunque, riteniamo di affidare il compito di risolvere – in seno al Consiglio, organo di massima rappresentanza cittadina – la vicenda, ferme restando eventuali iniziative diverse che i cittadini intendano assumere. Un utile promemoria ci permettiamo, comunque, di dedicare a noi stessi, ai colleghi Consiglieri, al Sindaco ed alla sua Giunta (chi l’ha vista? Al momento non possiamo neanche dirci certi della sua composizione!):
la variabile-tempo ha, in questa storia, un’importanza determinante, non potendosi dilazionare più oltre la soluzione di un problema gravissimo;la sorte del borgo antico/centro storico va inscritta opportunamente in un disegno complessivo di città vivibile, secondo parametri innovativi, che possono, a tratti, “sapere d’antico” e che, comunque, per attingere al livello di efficacia, hanno bisogno di essere rapportati ad una matrice culturale sin qui smarrita (?);i discorsi rétro, da accuse incrociate, troveranno giusto spazio nelle prossime campagne elettorali; ma oggi è tempo di risolvere al meglio la faccenda, perché la gente -ormai stanca di subire le “chiacchiere” dei politici di turno, giuste o sbagliate che siano – vuole provvedimenti amministrativi, possibilmente sensati e coerenti;con o senza web-cam in aula, la città ci osserva e ci giudica singolarmente, sulla base delle nostre azioni concrete, più che su quella delle dichiarazioni rese, che potrebbero assumere sapore utilitaristico/strumentale.
Sic stantibus rebus, riusciranno i nostri eroi a venire a capo di una faccenda su cui si sarebbe dovuto intervenire con rapidità, nettezza, linearità, senza permettere che assurgesse a rango di problema intricato??? Forse è possibile….. ma alla sola condizione di conoscere e di applicare con correttezza l’arte del buon governo cittadino.
Adriana Izzi – consigliera comunale Cittadinoi