Se l’involucro si fosse rotto sarebbe morto in poco tempo. Ma neppure questo enorme rischio ha fatto desistere il pusher 43enne. L’uomo, già nel database della Questura per precedenti in materia di spaccio, è stato fermato e arrestato dagli agenti della sezione Antidroga della Mobile con 105 grammi di eroina, nascosti nel cavo anale. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati ieri in conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile Marco Graziano e dall’ispettore Alessandro Bagnato che hanno rimarcato come il fenomeno della tossicodipendenza, a Campobasso come in provincia, stia assumendo dimensioni allarmanti.
Il 43enne campobassano, su cui gli agenti della Mobile avevano già acceso i radar da alcuni mesi, è stato fermato a bordo della sua auto proprio di ritorno da Napoli, dove aveva acquistato lo stupefacente, lungo la strada provinciale tra Toro e il capoluogo. Durante la prima perquisizione gli agenti hanno trovato in auto ‘solo’ un grammo di cocaina, ma l’atteggiamento nervoso dell’uomo ha insospettito i poliziotti che hanno continuato la perquisizione in questura.
Arrivati negli uffici di via Tiberio è stato lo stesso 43enne ad ammettere di nascondere altra droga all’interno del cavo anale. Inoltre, dopo la perquisizione nella sua abitazione, in un comune limitrofo del capoluogo, sono stati trovati due bilancini elettronici di precisione perfettamente funzionanti, del materiale per il confezionamento in dosi dello stupefacente. Il 43enne, come disposto dall’Autorità Giudiziaria è stato quindi sottoposto agli arresti domiciliari.
«Si tratta di eroina purissima – ha spiegato il dirigente Marco Graziano – pagata circa 5.000 euro ma che gli avrebbe fruttato almeno il doppio. Verosimilmente il pusher, che in questo caso è anche assuntore, ne avrebbe ricavato più di mille dosi che, tra Campobasso e comuni dell’hinterland, si vende anche in una sola settimana.
Sorprende anche il metodo di trasporto della droga, tipico della mafia nigeriana soprattutto in aereo, e che a quanto pare sta prendendo piede anche a Campobasso».
«Purtroppo la piaga della tossicodipendenza – ha rimarcato l’ispettore Alessandro Bagnato – in città aumenta in maniera esponenziale. L’eroina era destinata ad assuntori di tutti l’età, addirittura a ragazzini di 15 anni ma pure a uomini di 60 anni. Nell’auto, inoltre, il pusher aveva inserito delle apparecchiature elettroniche in grado di rilevare le microspie. Un tentativo, dunque, di eludere i nostri controlli che non è andato a buon fine. Ma è la prova che gli spacciatori si stanno ‘attrezzando’ sempre di più per sfuggire alle forze dell’ordine».
Insomma, il traffico di sostanze stupefacenti non accenna a fermarsi nonostante le importanti operazioni delle Forze dell’Ordine degli ultimi mesi che hanno anche messo in luce la diversa provenienza della droga: a Campobasso il canale di rifornimento è in genere la Campania, nel basso Molise invece la provincia di Foggia.
«Inoltre a differenza del basso Molise dove i sanseveresi sono ormai insediati sulla costa e spacciare in loco – ha concluso Graziano – a Campobasso assistiamo ancora ai ‘viaggi’ dei pusher che raggiungono la Campania per rifornirsi di droga».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.