La battaglia per una sanità pubblica, di qualità, la portano avanti da anni, dal giorno del loro insediamento come consiglieri di opposizione a Palazzo San Giorgio. Già ad ottobre del 2019 il gruppo Pd, dopo un Consiglio monotematico, ottenne l’approvazione di un odg per tutelare gli ospedali molisani con cui chiedevano al sindaco Gravina di farsi portavoce, a nome di tutta la città, della necessità di rivedere il Piano operativo straordinario. A distanza di tre anni Trivisonno, Salvatore, Battista e Chierchia, ripropongono la stessa ‘lotta’, con i medesimi interpreti. Spetta al primo cittadino – che proprio nei giorni scorsi non ha risparmiato critiche neppure alla precedente e ‘amica’ delegazione parlamentare molisana a trazione 5 stelle, colpevolmente ‘immobile’ sul tema sanità – guidare la mobilitazione di tutti gli amministratori locali per chiedere la deroga al Balduzzi e la modifica della bozza del nuovo Pos.
Il primo documento redatto dal commissario e governatore Toma, reso noto ad elezioni politiche archiviate, per i dem «lascia sconcertati e sconfortati: a fronte della attuale disastrata situazione, peraltro ben evidenziata nella premessa del nuovo Piano operativo, nonché della possibilità di disporre dei fondi straordinari del Pnrr, non solo non c’è traccia di una inversione di tendenza, ma, addirittura, si operano ulteriori tagli di servizi, specialistiche e nosologie nei presidi ospedalieri, con l’ulteriore grave indebolimento, questa volta formalmente programmato, della rete della emergenza-urgenza regionale, con invio dei pazienti più gravi (con ictus e politraumi) agli ospedali di altre regioni (Pescara e Napoli in particolare) e, dunque, con impossibilità, al di là di ciò che si legge nel P.O., di dare risposte celeri ed efficaci alle patologie tempo-dipendenti più gravi.
Nelle more di un approfondimento della bozza predisposta dal presidente e commissario Toma per i Ministeri competenti ed a fronte del silenzio imbarazzante di assessori e di gran parte dei consiglieri regionali di centrodestra – la richiesta di Trivisonno, Salvatore, Chiechia e Battista – chiederemo formalmente al sindaco di Campobasso di promuovere una mobilitazione di tutti gli amministratori locali molisani, affinché si chieda ai ministri che verranno a breve incaricati, anche e soprattutto attraverso la delegazione parlamentare di centrodestra, la deroga alla normativa Balduzzi e la modifica immediata di un atto che rappresenta l’ulteriore grave colpo alla Sanità Pubblica molisana e che determina la gravissima violazione del diritto alla vita, prima ancora che alla salute, dei cittadini molisani».
Secondo i dem infatti, la nuova programmazione deve essere riscritta non sulla base del solo dato storico, che vede la sanità pubblica ridimensionata e, per questo, poco attrattiva, ma sulla base dell’obiettivo di riportare il Ssr pubblico a livelli di efficienza e di qualità tali da ridimensionare drasticamente la mobilità passiva e attrarre quella attiva (che, oggi, riguarda quasi esclusivamente il privato convenzionato). Deve inoltre esserci un imponente riequilibrio tra la sanità pubblica e quella privata convenzionata, sia in termini di posti letto (occorre riportare i posti letto per acuti ad una proporzione pubblico/privato che sia dell’80% al pubblico e del 20% ai privati, con effettiva attivazione dei posti letto nel pubblico), sia in termini di budget previsto.
Occorre poi ripensare alle convenzioni con le eccellenze del privato convenzionato in funzione del pubblico, in un rapporto di sana complementarità e porre fine alla possibilità di extra-budget per i privati convenzionati e controllare l’appropriatezza delle prestazioni degli stessi, prima di procedere ai pagamenti. Infine, bisogna dare corso alle procedure di concorso che consentano di assumere e assegnare personale in grado di potenziare le strutture ospedaliere pubbliche.

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