La replica del sindaco non tarda ad arrivare. In una nota il primo cittadino ha voluto puntualizzare in modo chiaro quanto fatto dal Comune di Campobasso e manifestare la propria sorpresa per una esternazione ritenuta decisamente immotivata.
«L’Amministrazione comunale di Campobasso si stupisce di questa uscita scomposta del presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Campobasso, Alessandro Izzi, relativamente al Castello Monforte e ai lavori di riqualificazione previsti – ha dichiarato Gravina -. Nel ribadire come sindaco e come Comune, innanzitutto, se davvero ce ne fosse bisogno, che non c’è stata nessuna forma di avversione, e ci mancherebbe altro, verso lo stesso Ordine degli Architetti, tengo a specificare che la progettazione dei lavori del Castello Monforte è stata affidata dal Comune di Campobasso, con una convenzione, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise, la quale si è poi rivolta a colleghi architetti dello stesso Izzi e appartenenti essi stessi all’Ordine.
Se qualcosa in merito la si voleva dire e far notare, anche ufficialmente, nella fase preliminare e in merito al progetto, tutta la documentazione a riguardo è sempre stata resa disponibile e pubblica da parte del Comune e chi lo riteneva giusto avrebbe potuto prendere iniziative di suggerimenti in merito.
Per quanto, invece, concerne l’incontro pubblico tenutosi nelle sale del Circolo Sannitico – ha precisato il sindaco -, la natura stessa dell’appuntamento, che voglio ribadirlo era incentrato esclusivamente sulla presentazione di un progetto concluso, prevedeva la possibilità per chiunque di partecipare, non c’è stata alcuna volontà di escludere qualcuno in occasione di un appuntamento aperto a tutti, largamente pubblicizzato e che ha visto un interesse notevole dell’intera comunità cittadina; incontro, lo sottolineo a scanso di equivoci, organizzato con il mero scopo di divulgare il lavoro riguardante il primo e unico lotto finanziato interamente dal Comune.
Se lo stesso presidente dell’Ordine degli Architetti avesse voluto partecipare sarebbe stato il benvenuto e avrebbe appreso i prossimi passi progettuali direttamente dalla Soprintendenza.
Detto ciò – ha aggiunto Gravina -, appare evidente che, con ogni probabilità, a questo punto, bisogna intendere l’uscita del presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Campobasso come un modo di voler fissare lui, in prima persona, gli interlocutori con i quali la Soprintendenza, a suo dire, dovrebbe parlare. Insomma, quella del presidente dell’Ordine nei toni e nei modi è stata un’uscita davvero fuori posto, dalla quale ci auguriamo che altri consiglieri dell’Ordine prendano le distanze, perché, come ben sanno tutti, l’Amministrazione, in modo chiaro e trasparente, ha interessato per i lavori di progettazione di un monumento come il Castello Monforte, l’autorità e l’istituzione di riferimento più vicina per quanto riguarda i beni di questo tipo, ovvero la Soprintendenza.
Ciò tuttavia, è bene chiarirlo in modo netto e senza possibilità di fraintendimento alcuno, quanto espresso dal presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Campobasso in questa occasione, per quanto ci riguarda, non ci impedirà di continuare a collaborare con l’Ordine tutte le volte che ce ne sarà bisogno, considerando l’Ordine degli Architetti un interlocutore privilegiato, sempre che l’Ordine lo voglia».