Altro che rimpasto, in Comune di parla di una rivoluzione. Nessuno si aspettava che le trattative per la composizione della nuova giunta di Palazzo San Giorgio si prolungassero per così tanto tempo. Anche perché l’urgenza di avere una nuova squadra di governo il sindaco Di Bartolomeo l’aveva manifestata già diversi mesi fa. La necessità però si è scontrata con le logiche della maggioranza che non sempre vanno a braccetto con il bene della città. E così dopo un lungo giro di consultazioni e una serie di documenti prodotti dai vari gruppi, il primo cittadino ha avuto modo di raccogliere le istanze dei gruppi e dei movimenti e di valutare le varie posizioni, di riflettere sulla tenuta della maggioranza, di affrontare il nodo Udeur. Insomma è stato un periodo di presa di coscienza anche per farsi un’idea su ciò che vuole e su come dovrà essere la sua prossima squadra. “Ma credo che prima di avere la nuova giunta passerà del tempo, – spiega Salvatore Colagiovanni capogruppo del Pdl – almeno un paio di settimane perché c’è ancora bisogno di mettere in fila una serie di tessere che sono spaiate. Prendiamo il caso dell’Udeur, dopo tutto quello che è successo non c’è ancora alcun provvedimento ufficiale di revoca dell’assessore. Il sindaco sa bene cosa fare e sa quanto tempo occorre per raggiungere il suo obiettivo. Obiettivo che stavolta credo sia piuttosto ambizioso. Ho avuto modo di confrontarmi con Di Bartolomeo e da quello che ho capito – continua Colagiovanni – mi sembra che voglia rimettere mano, seriamente, alla sua squadra, mi è parso che abbia intenzione di cambiare molte cose. Non gli interessa un restyling, lui sta lavorando ad una rivoluzione”. Colagiovanni non si sbilancia anche perché fino ad ora il primo cittadino è volutamente rimasto sul vago, ma dalle parole del capogruppo emerge chiara l’intenzione del sindaco di fare un cambiamento netto “che si potrebbe concretizzare mandando a casa più di qualche assessore. Se devo essere sincero il tema della giunta non mi appassiona più di tanto, penso però che qualche errore è stato fatto nel 2009 e credo che se si vuole realmente lavorare bene nell’ultimo anno di mandato elettorale più di qualche ritocco vada fatto. In questo momento il compito del sindaco non è semplicissimo: deve stare attento agli equilibri, alle alleanze, ma se proponesse una squadra di esperti, di professionisti in grado, in un anno, di dare un’accelerata ai vari settori io non batterei ciglio. Il bene della città viene prima di tutto e quando penso al bene penso anche ad alcuni lavori che si stanno trascinando da tempo come quelli alla casa di riposto Pistilli. Ma penso anche allo stato in cui versa Villa de Capoa che credo vada, attraverso un serio progetto, affidata ai privati. Penso poi alla centralità del nostro ospedale, alle strade piene di buche, alla Focetta ristrutturata un paio di anni fa e oggi ridotta peggio che mai, proprio perché, e ne sono convinto, non è stata affidata a una cooperativa o semplicemente ad un gruppo di giovani che avrebbero tenerla bene e perché no migliorarla. Le difficoltà che si incontrano nella cosa pubblica sono tante e spesso si sottovaluta la capacità o l’importanza dell’affidamento ai privati, metodo utilizzato nel resto d’Italia”. Il sindaco oltre alla questione legata alla composizione della giunta in senso stretto ha anche un altro problema da risolvere: la quota rosa. Che in un primo momento sembrava di secondo piano mentre negli ultimi giorni si è trasformato in un nodo cruciale. “Fino a quando resta in caricala Di Vincenzonon ci saranno problemi però la matassa va sbrogliata. Le donne in Consiglio sono quattro ed escludendo la competente Adriana Izzi che è dell’opposizione la scelta dovrebbe ricadere su Marilina Niro, Marialaura Cancellario e Livia Mucci. Se fossi io il sindaco scegliereila Cancellarioperché giovane, diplomatica e soprattutto competente. Ma se dovessero esserci problemi il sindaco potrebbe anche pescare fuori dal Consiglio. Purché si tratti di una figura di spessore.
Quotidiano d'informazione distribuito in Molise con 
