L’udienza preliminare è durata più di quattro ore. Intorno alle 14 il ‘verdetto’ del gup Roberta D’Onofrio: rinvio a giudizio per Gianni De Vivo per tutti i capi di imputazione, ovvero omicidio con l’aggravante della premeditazione, rissa e lesioni. Dunque il 37enne che la sera della Vigilia del 2021 ha sferrato il fendente che è costato la vita a Cristiano Micatrotta andrà a processo, in Corte d’Assise, il prossimo 2 febbraio.
Ieri mattina è arrivata pure la condanna per Alessio Madonna – cognato della vittima presente anche lui in via Vico la sera del delitto – che ha invece optato per il rito abbreviato: un anno, pena sospesa, per rissa.
Si apre così un processo che, ad un anno di distanza dal fatto di cronaca che ha sconvolto la città, si preannuncia estremamente delicato e complesso e che potrebbe riservare colpi di scena, come evidenziato a margine dell’udienza dall’avvocato Mariano Prencipe: «Sapevamo di andare in dibattimento, andremo a processo e ci sarà qualche sorpresa». Il legale di De Vivo è tornato anche sulla contestazione della Procura che, su sollecitazione della parte civile, ha modificato il capo di imputazione (da omicidio volontario a premeditato, che di fatto ha escluso la possibilità dell’abbreviato, ndr): «Quel tipo di aggravante la ritengo moralmente, eticamente e giuridicamente non corretta. Spetterà al Collegio, alla fine del processo, stabilire se esista o meno la premeditazione. Il processo lascia ampi margini nell’uno e nell’altro senso, spero solo che non si perda il buon senso in questa vicenda. Io credo che ci saranno anche dei colpi di scena». Concetto rimarcato anche dall’altro legale del 37enne, Giuseppe Stellato: «Esito scontato ma c’è stata già una presa d’atto sulla necessità di una verifica dibattimentale. Per la consulenza c’è stata una non ammissione, così come per alcuni accertamenti dei carabinieri, dunque su alcuni punti si sta facendo evidente la necessità di un approfondimento dibattimentale. Con un’imputazione del genere era impossibile avere un provvedimento diverso dal rinvio, andremo a processo con tutta la convinzione che la ricostruzione del fatto meriti approfondimenti specifici».
Per la parte civile, invece, la vicenda è più che chiara: «La nostra idea di come siano andate le cose l’abbiamo sempre avuta- ha dichiarato l’avvocato Fabio Albino – l’abbiamo prospettata e, fino ad adesso, è stata seguita pedissequamente sia del pm che dal giudice. Riteniamo che andare a processo serva a tutti così si eliminano quelle confusione che ogni tanto vengono paventante. Confusioni che, secondo noi, non ci sono affatto».
Soddisfatto infine per l’esito del procedimento a carico del suo assistito, l’avvocato Nicolino Cristofaro: «Aspettiamo le motivazioni ma la cosa importante è che il giudice abbia rigettato la richiesta dei legali di Gianni De Vivo che chiedevano la trasmissione degli atti per un concorso anomalo in omicidio a carico di Alessio Madonna. Dunque questo diniego esclude che ci possa essere qualsiasi altra responsabilità di Madonna in questa vicenda al di fuori della rissa. Un dato fondamentale anche per la ricostruzione della Corte D’Assise».

md

 

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