“La linea adesso la dettiamo noi. Si fanno tante storie per la nostra posizione politica e poi abbiamo un governo nazionale fatto da Pd e Pdl, e vengono a farci la morale a noi!”. Hanno lavorato e sono rimasti in silenzio sia quando il gruppo era più ristretto sia ora che il campanile si è allargato. Ma adesso il gioco del silenzio è finito. “Abbiamo votato e mantenuto la maggioranza per tutto questo tempo” e anche il numero legale in tanti consigli che il centrodestra ha disertato, “quello che ci ha fatto il sindaco non ce lo meritiamo, un gesto incomprensibile il suo che ancora oggi non riusciamo a comprendere”. È un fiume in piena il segretario regionale dell’Udeur Vincenzo Niro che, spogliatosi per un attimo del ruolo superpartes di presidente del consiglio regionale, difendere a spada tratta i suoi ragazzi al Comune di Campobasso. “La revoca dell’assessorato a Mariagrazia De Vincenzo è incomprensibile, e mi riporta la memoria indietro nel tempo, al caso di Bruno Manocchio in Consiglio provinciale. In questo atto non vedo nessuna logicità, nessuna prospettiva né progettualità. Mariagrazia – la guarda negli occhi – non ha mai commesso reati né è stata sottoposta a misure cautelari che spiegano un simile gesto. Anche se mi impegno non capisco la ragione del gesto di cui Di Bartolomeo è l’unico responsabile. Non doveva fare questo al nostro gruppo che di fatti gli ha permesso di essere eletto e lui lo sa bene. È come se a Mariagrazia le avesse tolto la delega per incapacità quando poi, se proprio dobbiamo dirla tutta, lei manco ce l’aveva la delega piena non godendo del potere di firma, tanto che ogni atto doveva per forza di cose sottoporlo alla sua attenzione. Quello del sindaco è un atto strano, non ci ha dato nemmeno la possibilità di discutere, dimenticando in un attimo dei quattro anni in cui abbiamo dovuto ingoiare tanti ‘sì’ che non condividevamo e percorsi amministrativi su cui noi avevamo idee opposte. Esempi? Basti pensare al verde pubblico, al centro storico. Che cosa succederà con la giunta – parte la prima forte stoccata di Niro – appena nominata? Credo – sorride Niro – che a Campobasso torneranno i gelatai: se fino a due giorni fa non c’era il becco di un euro e ora si vuole capovolgere la città, vuol dire che in effetti il gelato c’era. E che c’era anche prima. A buon intenditor poche parole”. Ma le parole che il presidente di Palazzo Moffa spende per il suo gruppo sono invece tante perché “qualcuno non ha rispettato i patti, l’alleanza che avevamo fatto con Di Bartolomeo. Dal canto nostro siamo stati sempre corretti: anche quando non abbiamo creduto in un progetto siamo andati avanti per rispetto del nostro elettorato e soprattutto per il bene di tutta la città. E come siamo stati ricambiati? Revocando la delega a Mariagrazia De Vincenzo e affidandola a chi, per quattro anni, ha inseguito quel settore. Affidando l’Urbanistica a quella stessa persona che poche settimane fa ha firmato un documento in cui chiedeva una giunta a quattro. Ma non sarò io a fare commenti, saranno i campobassani a valutare, a dire chi ha ragione, tanto otto (?) mesi passano in fretta. Oggi più che mai gli elettori hanno consapevolezza del voto e sapranno decidere se si è comportato bene chi per tanti anni ha solo lavorato per il bene della comunità o chi invece ha pensato ad altro. Colgo l’occasione per ringraziare Mariagrazia per la sua onestà, per il suo garbo e la sua coerenza, ringrazio chi ha scelto di entrare in questo gruppo (Sarli e Lagioia) e chi lo ha mantenuto saldo (Gasparo prima e Pietrarca adesso)”. La seconda stoccata è diretta ad Alberto Tramontano “Che abbiamo espulso dal partito perché doveva essere rispettoso di chi gli ha permesso di diventare assessore, e del gruppo che ha fatto un certo percorso”. Accanto a Niro, per la missione possibile, anche la consigliera regionale Nunzia Lattanzio che ha ringraziato il gruppo, chiarito qualche controversa posizione del passato ‘che a volte è stata anche distorta’ e sottolineato la sua campobassanità ‘d’adozione però, anche se questa città l’ho sposata nella sua interezza”. Poi la parola passa all’ex assessore, timida di natura, che nel suo percorso politico non ha mai voluto apparire in televisione né sui giornali preferendo l’impegno lontano dai riflettori. “Riparto da tre concetti – dice col sorriso sulle labbra e senza livore – dal garbo, dalla coerenza e dalla lealtà. Ho cercato in questi quattro anni di fare del mio meglio e soprattutto di farlo nel massimo della coerenza e trasparenza, e solo per il bene della città. Anche se questa fase non è finita nel migliore dei modi, dico che comunque è stata un’esperienza che mi ha aiutato ad avere fiducia nella politica, anzi nella vera politica”. Diplomatico, ma senza perdere di vista l’obiettivo principale, il capogruppo Antonio Pietrarca: “È arrivato il momento di ristabilire la verità – spiega – siamo partiti da una verifica politica richiesta da altri capigruppo e siamo poi arrivati noi dell’Udeur, del gruppo misto e dell’Udc a presentare un documento con cui chiedevamo un azzeramento degli incarichi e soprattutto una giunta a quattro. Poi però proprio uno del gruppo misto (Nicola Gesualdo ndr) si ritrova nell’esecutivo che, vale la pena ricordarlo, rappresenta al massimo una decina di consiglieri, altro che pressioni! Altro che decisioni subite! Il sindaco parla di imboscata, ma noi imboscate non ne abbiamo mai tese a nessuno e quando non abbiamo votato il consuntivo è altrettanto vero che non siamo stati nemmeno chiamati per partecipare ad un preconsiglio, e anche questo credo che vada detto, soprattutto perché nel documento c’era la questione di Equitalia e quella relativa ai residui. Se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione allora noi dovremmo staccare la spina e invece? E invece per senso di responsabilità dico che andiamo avanti, saremo propositivi e valuteremo di volta in volta se votare o non votare”. “Questa è per noi una grande occasione – ha aggiunto Francesco Basile – potremo lavorare ancora meglio e di più”.“Staremo attenti a come verranno spesi i fondi e a alla trasparenza” ha concluso Lagioia. Il sindaco si è conservato un paio di deleghe e a Palazzo già si parla di un allargamento e l’Udeur? Sarebbe disposto a tornare in giunta? Per Vincenzo Niro la partita è chiusa “il nostro non è un gioco di poltrone, le trattative sono finite”. Ma non quelle per portare nuovi nomi all’ombra del Campanile. 

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