Come si vive a Campobasso? La risposta la fornisce, come ogni anno, la classifica del Sole 24 ore sul benessere dei territori: la provincia continua ad arrancare ed è sempre nella parte bassa della graduatoria ma, rispetto a 12 mesi fa, ha perso solo una posizione. Si piazza 81esima su 107 province. Il report del quotidiano economico analizza una serie di indicatori (90 complessivi) che, quest’anno più che mai, risentono dell’eredità lasciata dal Covid e dei primi segnali di recessione economica. Affiorano infatti i primi sintomi di una popolazione sotto shock per la corsa dei prezzi: le famiglie restano schiacciate sotto il peso di un’inflazione mai così alta dai primi anni Ottanta e il caro energia si abbatte su imprese e amministrazioni locali, in difficoltà nella gestione dei budget.
Analizzando i sei macroindicatori Campobasso sprofonda nella sezione Affari e lavoro: è infatti penultima, al 106esimo posto perdendo ben 19 posizioni rispetto al 2021. Spiccano, in maniera negativa, il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni che è pari al 54,7% e la percentuale dei giovani che non lavorano e non studiano (Neet), che si attesta quasi al 26.
Non va meglio nelle sezioni Demografia e Società e Ambiente e Servizi: Campobasso si piazza rispettivamente all’82esimo posto (14 gradini in meno in un anno) e al 94esimo posto, in questo caso con un crollo di 24 posizioni. La provincia paga la quasi totale assenza di piste ciclabili e isole pedonali.
Stesso trend per Cultura e tempo libero: l’offerta culturale nella provincia è quasi inesistente, tant’è che la posizione occupata è l’86esima.
Metà classifica, invece, per Ricchezza e consumi, (61esima), mentre l’unico indicatore che fa sorridere Campobasso è quello relativo alla Giustizia e Sicurezza. La provincia guadagna la 37esima posizione con un balzo di 19 gradini rispetto allo scorso anno.
Scorrendo però l’indice della criminalità alcuni dati fanno riflettere e confermano che il fenomeno della droga è sempre più preoccupante: Campobasso è 19esima nei reati in materia di stupefacenti e addirittura quarta in Italia per produzione e traffico di droga. Male anche gli incendi (decima) e i furti d’auto: in quest’ultimo caso occupa la 12esima posizione con 342 denunce. Assenti invece i reati di usura, associazione a delinquere e di stampo mafioso.
Complessivamente risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020. Quello di Firenze è un grande ritorno: per ritrovarla in testa bisogna risalire al 2003, quando vinse la 14ª edizione, nell’anno in cui dilagava la psicosi della Sars e iniziava la guerra in Iraq, oppure al 2015 quando sfiorò il podio, piazzandosi al quarto posto.