In quella cantina, conservati in alcune buste ‘dimenticate’ da più di 30 anni, c’erano circa 110 chili di dinamite. Un quantitativo che avrebbe potuto far saltare in aria il quartiere. Il bilancio della convulsa giornata che si è vissuta ieri in via Conte Verde è, fortunatamente, di tutt’altro tenore: il materiale esplosivo è stato rimosso dagli artificieri arrivati da Chiesti senza nessuna conseguenza e trasportato in una cava dismessa di contrada Tappino dove sarà fatto brillare questa mattina, poco per volta, a partire dalle 8.
‘Gelatina di dinamite da cava’, il nome tecnico del materiale (utilizzato soprattutto per le demolizioni) ritrovato ieri mattina, per puro caso, dal figlio dell’ex proprietario dello scantinato, un imprenditore edile deceduto negli anni ’90. L’immobile, disabitato ormai da tempo, era stato ceduto al Demanio. L’uomo arrivato da Roma per liberare la cantina ha subito notato che in alcuni sacchi c’era del materiale ‘sospetto’ e intorno alle 11.30 ha lanciato l’allarme. Sul posto sono immediatamente arrivati i Carabinieri della Compagnia di Campobasso e i Vigili del Fuoco che in un primo momento hanno transennato l’ingresso della palazzina; successivamente tutti i palazzi adiacenti sono stati evacuati e la strada è stata chiusa al traffico. Circa cento i residenti che hanno lasciato le abitazioni, mentre le attività commerciali presenti nella zona hanno abbassato le saracinesche in attesa degli artificieri. I militari del reparto di Chieti sono arrivati intorno alle 14.30 e le operazione per la rimozione dell’esplosivo sono andate avanti fino alle 20. Il trasporto è stato infatti piuttosto complicato e sono serviti cinque viaggi per trasferire tutto il materiale nella cava.
La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo contro ignoti per ricostruire la vicenda e appurare eventuali responsabilità. I residenti di via Conte Verde, invece, sono rientrati nelle loro case nella tarda serata di ieri, dopo una giornata di ansia e preoccupazione che, per fortuna, non ha avuto un epilogo drammatico.

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