È l’angelo custode dei bambini che non ci sono più, o meglio ancora, di quelli che ci sono stati poco, perché molto prematuramente sono saliti al cielo. E sono tanti, tantissimi, quelli che si sono appena affacciati alla vita e non hanno avuto manco il tempo di ricevere il battesimo, che sono andati a rafforzare le schiere degli angeli celesti. Parliamo del “nonno dei bambini”, Giovanni Curci, conosciutissimo, e da tutti chiamato semplicemente e familiarmente col nome di Giannino. Classe 1935, campobassano purosangue, padre di quattro figli, una esistenza lavorativa molto più che dignitosa e onorevole spesa alle dipendenze del comune di Campobasso, al quale ha riservato sempre rispetto e collaborazione fattiva, requisiti difficilmente riscontrabili nella massa. Persona per bene, educata, ha assolto al suo compito sempre con dedizione e zelo nell’esclusivo interesse dell’amministrazione e dei cittadini. Un personaggio, come si usano definire quei soggetti che per qualche verso hanno lasciato solchi di storie da tramandare ai posteri, mai salito però prepotentemente alla ribalta in quanto modesto, umile e schivo alla pubblicità, come si conviene a chi con la schiena dritta si guadagna la pagnotta giorno per giorno, con onestà e serietà, col sudore della propria fronte. Sempre dietro le quinte, mai in vetrina, per tanti anni, unitamente ad altri colleghi, si è occupato della segnaletica orizzontale per tutta la città capoluogo di regione, prima di approdare al camposanto, in qualità di dipendente comunale in avvio e di volontario successivamente, ove ha profuso, e profonde, le sue residue risorse, con straordinario amore, dedizione e passione. Le famose strisce pedonali, che dovrebbero consentire all’utenza di attraversare la sede stradale da una parte all’altra, senza correre rischi di essere investiti, sono state sempre ben impresse e visibili con la sua gestione. Ebbene, Giannino, ha respirato vernice per tutto il suo percorso lavorativo, facendosi apprezzare dal datore di lavoro e dai concittadini per il suo garbo e la sua squisita cortesia. Ma, pur essendoci dilungati, non è di questo che vogliamo parlare, ma dell’autentico spirito di altruismo e di genuina solidarietà che Giannino ha messo in campo, da quando è stato chiamato ad occuparsi del cimitero cittadino, come lavoratore dipendente e come volontario. Chi frequenta il luogo di culto, compreso quello di Santo Stefano, ove riposano i nostri cari, almeno una volta l’avrà incrociato sul proprio itinerario e avrà avuto modo di apprezzare la squisita disponibilità di Giannino, sempre pronto a dare una mano, laddove richiesta. La sua missione nel cimitero è stata rivolta in maniera particolare alla cura delle anime dei bambini, con una attenzione al campo di destinazione, che si manifesta in modo speciale, aiutato, per la verità, dagli altri operatori, specie in questo ultimo periodo in cui si è verificata una piacevole inversione di tendenza nella custodia della intera struttura, che in passato ha lasciato molto a desiderare. È nella considerazione riservata ai piccoli volati in cielo che Giannino consuma le migliori ore della sua giornata al cimitero, come se fossero tutti suoi figli o nipoti. E per testimoniare la sua simbiosi con i bambini, che certamente gradiranno dall’alto, anche quest’anno, ha allestito l’albero di Natale, opportunamente addobbato con sobrietà nell’area dove essi sono tumulati, nel vecchio camposanto. Un modo certamente certosino per far respirare anche in quel contesto l’aria delle feste che ci portano ad attendere l’arrivo del Salvatore. Da queste colonne vogliamo lanciare un appello a chi di competenza e, in primis, agli amministratori comunali, affinché si possa dare un giusto riconoscimento, con qualsiasi gesto si ritenga opportuno intervenire, all’operato di una persona che, a dispetto dei suoi ottantasette anni, e quindi in età abbastanza avanzata, sacrifica il proprio tempo in direzione di un impegno lodevole che, quantunque non richiesto ufficialmente e quindi non retribuito, provoca solamente ammirazione per i benefici che ne derivano all’ambiente cimiteriale tutto.
Michele D’Alessandro

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