Ha reso la vita dei vicini di casa un inferno per mesi. A porre fine all’incubo ci hanno pensato gli agenti della Squadra Mobile di Campobasso che hanno eseguito l’ordinanza cautelare – disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale su richiesta della Procura -applicativa della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese per il reato di atti persecutori nei confronti di una donna di Campobasso.
Le indagini hanno preso il via dalle denunce delle persone offese, tutte facenti parte del medesimo nucleo familiare, che si sono rivolte alle Forze dell’Ordine poiché esasperate dalle continue molestie provenienti dall’inquilina del piano inferiore. Sin dalle prime ore del mattino le vittime erano costrette a tollerare i continui rumori molesti che l’indagata provocava con lo spostamento volontario di mobili e con colpi intenzionali sulle pareti, colpi di intensità tale da far vibrare le mura sino al piano superiore. Erano, inoltre, frequenti urla e grida, anche di carattere offensivo, dirette alle persone offese le quali, oramai, erano arrivate persino a limitare i propri spostamenti all’interno dello stabile per evitare qualsiasi incontro con l’indagata. Anche gli altri abitanti del palazzo, vittime indirette di tali condotte, hanno confermato gli episodi molesti e dalle loro dichiarazioni è emersa una situazione di convivenza, all’interno del condominio, particolarmente compromessa e resa, oramai, intollerabile proprio dai comportamenti dell’indagata.
«Simili fenomeni che, chiaramente, incidono sulla serenità personale e sulla tranquillità domiciliare sono costantemente monitorati dalle Forze di Polizia e dalla magistratura – evidenzia la Procura – è assicurata, infatti, una continua attenzione, sia di carattere preventivo che repressivo, per evitare che l’esasperazione causata da casi problematici di convivenza condominiale, oramai sempre più frequenti, possa tradursi in comportamenti aggressivi o addirittura violenti.
Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali l’indagata potrà esperire, in ottica difensiva, tutti i rimedi processuali previsti dal codice di rito».

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