“Fidarsi è bene non fidarsi è meglio”, cita un’antica massima. Un detto più che mai attuale visti i tempi che corrono. Tempi in cui il ‘furbetto’ di turno è sempre pronto ad agire.
Una delle truffe più in voga in campo automobilistico, in cui spesso inciampano inconsapevoli vittime, riguarda il classico trucchetto del contachilometri ‘ritoccato’, frode molto diffusa in Italia che genera ogni anno un giro di affari di circa due miliardi di euro.
Ma smascherare gli autori di questa e molte altre truffe si può. L’importante è affidarsi a mani esperte.
A tal proposito anche in città esiste, da oltre un anno, una realtà capace di aiutare chi decide di acquistare un’auto a non cadere nella rete dei malviventi. Parliamo di Ciau, Centro intermediazione auto usate.
A fondare Ciau e il più ampio progetto “non prendermi per il chilometro”, divenuto negli anni sinonimo di garanzia ed affidabilità, è Alfredo Bellucci, esperto nel settore auto, oggi consulente per diverse questure italiane. Il suo è un volto noto: Bellucci, infatti, collabora spesso con programmi come Striscia la notizia, le Iene, Mi manda Rai tre ma anche con riviste del settore automobilistico e associazioni di tutela dei consumatori come Altroconsumo.
Lo incontriamo nella sede di via Crispi 25, unico centro Ciau del Molise guidato da Felipe Ciaramella.
Alfredo, com’è nata l’idea di questo progetto?
«Ho iniziato accostarmi al mondo delle auto nel lontano 1998, ovvero 25 anni fa. Iniziai come agente presso alcune concessionarie nella zona di Torino. Poi nel 2003 mi misi in proprio. Da giovane 28enne qual ero, decisi di catapultarmi in questo mondo perché era quello che sentivo più adatto a me. Mi piacevano le auto. Mi piaceva parlare, avere a che fare con le persone. Mi piaceva anche ‘trattare’. Insomma, mi piaceva quel mondo sotto ogni aspetto. L’approccio, però, fu abbastanza traumatico. Pensavo di essere entrato a far parte di una realtà gestibile in maniera onesta e invece mi ritrovai di fronte ad un mondo truffaldino. Di fatto, mi accorsi che per ‘prosperare’ nel settore delle auto era necessario mettere in atto delle piccole o grandi truffe.
Ben presto mi accorsi che molti dei miei colleghi acquistavano auto usate nell’ottica di ‘schilometrarle’ per poi rivenderle a cifre più alte mentre io facevo fatica a trovare gli stessi prodotti sul mercato.
Negli anni a seguire ho aperto altre attività in società fino a quando ho realizzato di essere stanco di subire queste dinamiche. Ho deciso così di scrivere un libro, “Non prendermi per il chilometro”, in cui praticamente racconto la mia vita e le esperienze vissute».
Ma cosa comporta l’acquisto di una macchina “schilometrata”?
«È semplicemente un “arricchimento” nei confronti di un bene. Il bene in sé non cambia se sul contachilometri si legge 200mila piuttosto che 70mila. Ciò che cambia è la percezione dell’acquirente. Quest’ultimo infatti, di fronte ad un’auto con meno chilometri, sarà disposto a spendere di più.
Tutti noi tendiamo a misurare ciò che stiamo acquistando con i numeri. La nostra società, infatti, è ossessionata dai numeri: siamo alti 1.60, pesiamo 50 chilogrammi, abbiamo 50 anni ecc. Con questa griglia di valutazione, anche nel mondo delle auto, si crea un’aspettativa di vita: con tot chilometri durerà di più. Ma il dato chilometrico è solo un indicatore della vetustà del veicolo. Indica semplicemente la percorrenza, non l’usura di un’auto. Il coefficiente di usura è un mix di dati che si dovrebbero ottenere in base a 120-130 interrogazioni a cui sottoponiamo l’auto, non basta certo il chilometraggio.
Il consumatore lo vede, invece, come una sorta di ‘conto alla rovescia’ della vita di un veicolo. Ma in realtà non è così. Lo è, tuttavia, in termini commerciali. La media di tre dati, ovvero anno, chilometri e prezzo, danno al cliente la sostenibilità dell’acquisto. Molta gente, giustamente, ragiona così, semplicemente perché non ha altri strumenti o competenze per agire diversamente».
Questo tipo di truffa ‘colpisce’ solo il cliente o anche il rivenditore può essere a sua volta vittima del raggiro?
«Assolutamente sì. Il mercato è gravemente inquinato. Nel libro abbiamo stimato, in termini molto prudenti, che più del 50% delle auto in vendita viene schilometrato. Tutti, compreso il sottoscritto, siamo soggetti a truffe legate al chilometraggio. E non solo a quelle.
Il punto è: come si fa a sconfiggere una truffa? La risposta è semplice: non possiamo farlo. Ciò che si può fare è arginarla stringendo le nostre griglie di valutazione e sollevando l’asticella della diffidenza. Più lo facciamo, più è difficile cascare nella rete del truffatore».
Non solo auto schilometrate, dunque. Esistono anche altre truffe legate al mondo delle auto. Un fenomeno che, nonostante controlli e centri specializzati, sembra non frenare i malviventi.
«Esatto. Le truffe nel mondo delle auto purtroppo sono in crescita. Nel periodo tra pre e post Covid abbiamo assistito ad un aumento del 30%. Il prodotto auto, infatti, è diminuito significativamente. Di conseguenza chi era abituato a mettere a segno questo tipo di azioni, venendo meno il prodotto in sé, non ha potuto fare altro che aumentare i suoi raggiri. E oggi, purtroppo, assistiamo spesso a raggiri molto più elaborati e drammatici rispetto a quelli perpetrati in epoca pre Covid.
Se prima c’era la truffa dei chilometri scalati e, in misura inferiore, della vendita di auto con sinistri non dichiarati, o di auto importate dal mercato estero in maniera irregolare – ovvero non rispettando il corretto regime fiscale -, oggi c’è un’esplosione di truffe legate al “falso autosalone”.
Il vero dramma a cui assistiamo è che la truffa dal ‘virtuale’ è passata al mondo ‘reale’. Ovvero, se prima i truffatori agivano su siti online con saloni fittizi, oggi il raggiro si consuma dal vivo, in finti autosaloni aperti in varie città del Paese. Il truffatore mette in scena un vero e proprio ‘spettacolo teatrale’.
La truffa funziona così: il malvivente affitta un locale di circa 200-300 metri ed espone una decina di auto noleggiate privandole delle targhe. Ogni prodotto ha una documentazione regolare, perché in effetti le auto ‘esistono’ essendo immatricolate dalle società di noleggio. Il cliente, dunque, attratto dal prezzo vantaggioso, si reca nell’autosalone, vede l’auto, magari la prova, dà un acconto e probabilmente nel giro di pochi giorni effettua anche il saldo. La stessa macchina, però, in quei giorni, è stata ‘venduta’ anche ad altri 5,10, 15 malcapitati.
Quando sono riusciti a mettere da parte un bel gruzzoletto, solitamente nel giro di 20 o 30 giorni al massimo, i malviventi riattaccano le targhe, restituiscono le auto alla società di noleggio, abbandonano il locale – quasi sempre nel cuore della notte – e fanno perdere le proprie tracce».
Le sue competenze e il suo ‘fiuto’ per le truffe l’hanno portata ad intervenire spesso in programmi come Striscia o le Iene. Com’è iniziata questa collaborazione?
«È partito tutto dal libro. Lo inviai per conoscenza a tutte le testate giornalistiche. Il primo a contattarmi fu Matteo Viviani. Nel 2014 uscì il primo servizio. Ne avevo già fatti altri ma la novità del servizio di Viviani fu che non raccontava esclusivamente il singolo caso di auto ‘schilometrata’, ma il vero e proprio sistema che si cela dietro a quel tipo di truffa, definito in seguito “l’italica commedia”. Quel servizio fu l’evento scatenante che ha permesso anche ad altri di conoscere e apprezzare il nostro progetto».
Qual è la prima cosa da fare, dunque, quando si decide di acquistare un’auto usata?
«La prima regola è essere consapevoli di non sapere. Ovvero capire che non si può essere competenti in tutto. Un pensiero che richiede umiltà, cosa che spesso viene a mancare.
Quando acquistiamo qualcosa compiamo un atto di fiducia. Pensiamo, ad esempio, al panettiere quando acquistiamo il suo prodotto. Quando spendo 3 euro per un chilo di pane in realtà mi sto affidando a lui. Non so, in effetti, se il sale che ha usato è buono o se il lievito utilizzato è alterato.
Questo vale per ogni cosa che andiamo a comprare. La prima domanda che devo pormi è: posso fidarmi di quell’interlocutore? La risposta è no.
Anche quando cerchiamo un’auto online, con i criteri che selezioniamo, probabilmente l’auto che troveremo non sarà così affidabile come appare. Bisogna sempre valutare una serie di elementi».
Ed è qui che subentra Ciau.
«Il Centro intermediazione auto usate è un luogo dove le persone possono confrontarsi in serenità sapendo che le cose, alla fine, andranno bene. Tra chi compra, chi vende e chi gestisce la pratica, infatti, per effetto del nostro marchio – che garantisce l’onestà della transazione grazie alla presenza di un consulente preparato che dà le informazioni necessarie, conduce le parti al raggiungimento dei rispettivi obiettivi e garantisce che le cose andranno a fin di bene – si crea un rapporto di fiducia.
Molto spesso una delle domande più ‘provocatorie’ che mi viene da porre agli altri è “chi vi garantisce che anche io sia onesto?”. Anche in questo caso: nessuno. La fiducia è un atto.
Per la mia attività, “Car chilometri reali” con sede a Torino, dove continuo a comprare e vendere auto, utilizzo uno slogan che è “l’esperienza della fiducia”, perché la fiducia non è una sensazione ma una vera e propria esperienza da compiere: ho scommesso, ho vissuto un’esperienza e ora mi fido.
Tuttavia chi si rivolge a Non prendermi per il chilometro si affida alla sua storia con numeri che parlano chiaro: 8 anni di attività, 150 aziende iscritte, zero cause e zero processi.
Oggi il nostro è un marchio di qualità perché negli anni abbiamo dimostrato di saper fare il nostro lavoro sul campo. Abbiamo fatto emergere la parte ‘buona’ del mercato e gli utenti che si sono rivolti ai commercianti iscritti alla community – in Italia vendiamo circa 1000 veicoli al mese – non hanno mai rilevato un problema. In altre parole non ci sono state truffe.
Questa è la fiducia di Non prendermi per il chilometro, una realtà che certifica, mette le sue competenze a disposizione delle procure, interviene in programmi come Striscia e che recentemente, da realtà composta da esperti nel settore, ha presentato uno studio alla Comunità europea, unico in Italia e in Europa, sulle auto schilometrate. Un insieme di elementi che fa presumere che di noi potete assolutamente fidarvi».
Serena Lastoria