In città lo conoscevano tutti: una vita trascorsa nella scuola, prima come insegnante poi come dirigente, nel mondo dello sport e del giornalismo. Per questo la notizia della sua scomparsa ha gettato l’intera comunità campobassana nello sconforto. Si è spento ieri Sergio Genovese, insegnate di educazione fisica e dirigente scolastico, dopo una lunga malattia che purtroppo non gli ha lasciato scampo. Avrebbe compiuto 67 anni a maggio.
La sua carriera, scolastica e sportiva, ha avuto sempre un unico punto fermo: favorire e accompagnare la crescita dei giovani. Docente di educazione fisica per anni al liceo Scientifico Romita, poi il concorso da dirigente scolastico, ruolo che ricoperto in diversi istituti della regione fino al Liceo Classico Mario Pagano di Campobasso dove ha chiuso la sua carriera due anni fa. Preparatore atletico del famoso Campobasso di Berardo, è stato anche presidente della Virtus e del settore scolastico e giovanile della Fgic. Negli ultimi anni si è dedicato alla scrittura, con approfondimenti ed editoriali pubblicati anche sulle colonne di Primo Piano Molise, e con diversi libri, l’ultimo dei quali scritto a quattro mani con l’amico e collega Gennaro Ventresca, dal titolo “Campobasso: gli specchi della memoria”, presentato proprio alcuni mesi fa.
Tantissimi i messaggi di cordoglio giunti in redazione e pubblicati sui social: «Ho appena letto che ci ha abbandonato un uomo che alla scuola ha dato tanto. Un grande insegnante – le parole di Maria Grazia La Selva, presidente di Liberaluna Onlus – che ho conosciuto quando era dirigente dell’Istituto Petrone, che nel frattempo amava dedicare alcune ore di educazione fisica agli alunni, infatti mia figlia Antea mi raccontava di quanto fosse simpatico a tutti i bambini. Da lì a poco abbiamo iniziato a collaborare e la stima reciproca ci ha portato a realizzare tanti progetti con l’associazione Liberaluna di cui io sono la fondatrice. Anche quando si è trasferito al Liceo Classico in una particolare occasione ho avuto modo di constatare nuovamente quanto gli stessero a cuore i suoi alunni e quanto ascoltasse le loro esigenze, non solo didattiche ma anche personali, perché ascoltava i loro bisogni. Per me è stato un onore averlo frequentato anche insieme alla sua famiglia a cui dava amore e dedizione. A volte ci siamo scontrati su argomenti delicati perché lui come me era un uomo che non amava essere contraddetto, ma con cui alla fine di un qualsiasi ragionamento, si raggiungeva un unione tra pensieri attraverso la saggezza e anche un po’ di leggerezza che lo contraddistinguevano. Abbiamo perso un insegnante di vita, che attraverso il suo esempio di uomo impegnato nell’ambito scolastico e nello sport ha vissuto l’evoluzione dei ragazzi cercando di responsabilizzarli e di indirizzarli verso degli obiettivi, ascoltando le loro ambizioni e stimolandoli nelle loro passioni. Sergio, ti auguro di trovare lassù tanti ragazzi che ti ascolteranno e a cui potrai raccontare la tua esperienza di vita. Condoglianze alla tua splendida famiglia».
«Ciao Sergio, il tuo rigore etico ci mancherà. – scrive invece Antonio Campa su Facebook – Amava il potere ma a condizione che fosse in linea col suo costume e la sua etica. Da professore di educazione fisica a Preside del Liceo Classico, da preparatore atletico a Direttore generale del Campobasso. La sua esistenza è passata attraverso questo rincorrere il gradino superiore senza piegarsi al compromesso affaristico. È stato più scrittore che notista di un giornale quotidiano. Era di sinistra ma sul piano sociale si comportava da severo conservatore di usi tradizioni e costumi. Affabile e garbato, nonostante l’aria seriosa. Una vita tra sport, infinite stese sul corso coi suoi amici del cuore, famiglia, scritti e ideali. L’ultima volta ci siamo visti alla presentazione del libro che ha scritto con Ge Ve, “Specchi di memoria” dedicato ai ricordi della Campobasso che vagheggiava e amava. La presentazione è stata la summa del suo essere. Tutto programmato, l’incipit affidato a stralci da Malena, il film di Tornatore. E poi la sequenza degli interventi e Ge Ve che non arrivava e quando è comparso in sala non veniva sul palco ma si intratteneva con la gente e lui fremeva perché bisognava cominciare… Ci siamo visti allora e non l’ho visto bene. Poi, in meno di due mesi, il tracollo e la fine.
Sergio Genovese ci ha insegnato che bisogna vivere secondo coscienza, col rigore che ci impone il mostro modo di essere e senza cedere alle lusinghe del potere fine a se stesso».
I funerali saranno celebrati questo pomeriggio, alle 15.30, nella chiesa di San Paolo a Campobasso.