Troppo piccola – nonostante le ampie dimensioni – la chiesa di San Paolo per accogliere i familiari, gli ex studenti, le glorie del calcio regionale, i colleghi di Sergio Genovese.
Gli amici. Tanti, commossi, provati. C’era Mario Piatracupa, c’era Gennaro Ventresca. E, ancora, Adelmo Berardo, Domenico Progna, Massimiliano Scutellà. Non solo loro. Ma è complicato, se non impossibile elencarli tutti.
Anche l’ultimo viaggio del prof, come nel suo stile, è stato sobrio, silenzioso, essenziale.
Tanti fiori, numerosissimi manifesti, a testimoniare – insieme alla massiccia presenza di donne e uomini di ogni età – che Sergio «ha vissuto folle e felice».
«Folle e felice – ha ribadito don Franco D’Onofrio – è chi riesce ad interpretare almeno una delle otto beatitudini che il Signore ci ha regalato. E Sergio ne ha interpretata più di una».
Non era solo don Franco. Con lui sull’altare c’erano don Saverio, don Michele, padre Lino. Sacerdoti che Sergio avrebbe definito «di strada». Preti e pastori umili, impegnati in prima linea contro le ingiustizie, al fianco dei ragazzi che cedono alle tentazioni di alcol e droga, al fianco di chi non ha un posto per dormire o per mangiare.
«Il tempo – ha aggiunto il reverendo D’Onofrio rivolgendosi alla moglie, alla figlia, ai fratelli e alle sorelle del prof – non toglierà il dolore. Siamo qui per accompagnare Sergio tra le braccia di Dio. Quel Dio con cui ha discusso, lottato. Quel Dio che ha amato e in cui credeva. Il dolore non si toglie, sì. Ma siamo qui perché questo dolore abbia un significato diverso. Sergio non c’è più. Mancherà in tutto e per tutto ma ciò che ha dato ai suoi ragazzi, alla scuola, a chi lo ha amato rimarrà nella storia della salvezza che è più ampia di noi. Sergio ha vissuto folle e felice perché è andato controcorrente. Ha vissuto in servizio e in amore e per questo è risorto, non è morto. Ora è tra le braccia di Cristo».
Sergio Genovese, insegnante, preside, preparatore atletico, opinionista, commentatore, scrittore, autorevole editorialista di Primo Piano Molise, è venuto a mancare giovedì 16 febbraio dopo aver combattuto a lungo con un male incurabile.
Aveva 67 anni, lascia la moglie Piera, la figlia Danila e la nipotina Ariya.

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