Sul Corpus Domini è calato il sipario ed è tempo di tracciare un bilancio. “Non ho mai ricevuto tanti complimenti come quest’anno – dice subito Stefano Ramundo presidente della commisisone cultura – anche chi era scettico alla fine si è congratulato”. Lo scetticismo, diciamolo chiaramente, riguardava la scelta dell’artista da far esibire la sera clou dei festeggiamenti ossia Giò Di Tonno. E invece anche chi aveva resistenze verso il giovane abruzzese si è dovuto ricredere e anche la piazza, l’unico termometro che non mente mai, ha dimostrato che alla fine la decisione di ingaggiare il poliedrico artista è stata una mossa vincente. “Un nome, il suo, non ancora conosciutissimo dal grande pubblico, come invece quelli di tanti altri artisti che si sono esibiti sul palco di Campobasso – continua Ramundo – ma con un budget ridottissimo, forse otto volte meno degli ultimi tre, quattro o cinque anni. Abbiamo voluto puntare sul massimo consentito e Di Tonno credo sia stato il meglio che questo Comune poteva offrire alla cittadinanza: ha vinto un festival di Sanremo, ha fatto Notre Dame di Paris e ha dimostrato un grandissimo talento da imitatore nel programma televisivo Tale e quale condotto da Carlo Conti su Rai Uno. Mi è piaciuto moltissimo il rapporto che ha voluto instaurare con il suo pubblico e sono stato contento che abbia accettato, in apertura e chiusura del suo spettacolo, di far salire sul palco Nicola Mastropaolo che ha ripercorso le canzoni della vecchia Campobasso, un tuffo nel passato ma che ha rappresentato un grande collegamento con le nostre radici e un invito a proseguire l’arte delle maitunate, ormai in via di estinzione. Un omaggio alla città che, la stessa, città ha apprezzato moltissimo e anche chi era arrivato da fuori per il concerto non ha affatto disdegnato l’intrattenimento, chiamiamolo pure, extra programma. L’unico grosso neo di tutta la settimana è stato il gran freddo e la pioggia che hanno rovinato diversi eventi: tutti sono stati rinviaio, come ad esempio Miss Donzella che si terrà domenica. Un grosso successo e soprattutto un grosso ringraziamento va all’associazione dei Crociati e Trinitari che in questi giorni di festa hanno trasformato la città e messo in piedi una serie di iniziative non solo rievocative ma che allo stesso tempo hanno dato colore e una decisa impronta storica alla città in festa: basti pensare al picchetto sotto il Municipio, e alle centinaia di persone che si sono fatte fotografare con i ragazzi coperti da armature e le ragazze in abiti d’epoca, un po’ come accade con i centurioni, a Roma, sotto il Colosseo”. Hanno raccolto un quaderno e mezzo di messaggi di congratulazioni”. Il bilancio è fatto di entrate ma anche di uscite, di dati positivi e negativi, e Ramundo non nasconde “la pecca della comunicazione. Le cose – dice – vanno fatte, fatte bene, ma bisogna anche farle sapere. Certo con una maggiore diffusione ci sarebbe stata anche una più massiccia partecipazione. Il dato assolutamente positivo è che i tre pilastri su cui abbiamo puntato, vale a dire giovani, arte e tradizioni, hanno retto benissimo, sono stati il nostro punto di forza. Spesso discorso per la collaborazione con il Conservatorio Perosi che ha permesso a tanta gente di godere della buona musica fuori dai luoghi classici e che forse a volte possono risultare troppo distanti dalla gente comune. Connubio quello con il Conservatorio che credo, e spero, sia il primo di una lunga serie”. E intanto mentre sul Corpus Domini è calato il sipario a Palazzo San Giorgio Ramundo ha già una mezza idea sull’estate campobassana, altro cartellone molto atteso dai residenti, soprattutto da chi non parte per le vacanze e vuole passare qualche serata diversa nel capoluogo. “Ancora una volta è una questione di soldi, di disponibilità economica. Noi ce la metteremo tutta”.