L’episodio, a distanza di una settimana, continua ad alimentare polemiche e indignazione. Parliamo del cane ucciso in una zona residenziale di Campobasso, trafitto da un ombrello. Storia pubblicata sulle colonne di Primo Piano Molise grazie alla segnalazione della padrona che ha contestualmente denunciato il vicino di casa, presunto autore dell’uccisione. Sul caso sta infatti indagando la Polizia che ha sequestrato l’ombrello e sta valutando la posizione dell’uomo per capire l’esatta dinamica dei fatti. Nel frattempo però, anche l’associazione Lndc AnimaL Protection si è unita alla denuncia verso «l’artefice di questo grave gesto» e, annuncia, «seguirà da vicino con i propri legali la vicenda perché sia fatta giustizia.
Da utile strumento per ripararsi dalla pioggia – si legge nella nota dell’associazione – l’ombrello si è trasformato in un pugnale e la sua punta sarebbe stata utilizzata da un uomo per infilzare un cane che era sfuggito al controllo della sua proprietaria, uccidendolo.
Non dovrebbe, ma può succedere che un cane sfugga al nostro controllo, che scavalchi la recinzione del giardino e vada in strada. Quello che invece non dovrebbe mai succedere è che un cane venga ucciso in modo brutale da un vicino di casa. E purtroppo sembra che sia davvero successo a Campobasso, dove una donna ha denunciato il vicino. Quest’ultimo, a passeggio con il suo cane, avrebbe infilzato con la punta dell’ombrello il cane della donna che, appunto, era riuscito a uscire dal giardino di casa. Sentendo i guaiti disperati dell’animale, la signora si è precipitata in strada dove ha potuto soltanto assistere alla morte del suo cane senza poter fare nulla. La proprietaria ha sporto denuncia e la Polizia ha avviato le indagini, ascoltando i testimoni e sequestrando l’ombrello con cui si sarebbe compiuta l’uccisione».
«Non c’è davvero alcuna scusante per tanta violenza. Non sappiamo ancora se i due cani si fossero azzuffati, come spesso può accadere, ma non è di certo giustificabile usare l’ombrello come un pugnale per uccidere», commenta Piera Rosati – Presidente Lndc Animal Protection. «Il fatto che tale orribile gesto sarebbe stato compiuto da una persona che a sua volta ha un cane rende il tutto ancora più inquietante. Come si può amare il proprio animale ed essere così spietati con un altro? Abbiamo sporto denuncia a nostra volta, per poter seguire da vicino la vicenda e assicurarci che le indagini vengano svolte in maniera accurata. Se confermeranno l’intenzione di uccidere, auspichiamo una condanna severa.
Il nostro codice penale punisce l’uccisione di animali con la reclusione da 4 mesi a due anni, ai sensi dell’art. 544-bis. Una pena che da sempre LNDC Animal Protection considera troppo lieve e per questo l’associazione porta avanti da anni una battaglia per una riforma delle norme affinché gli animali diventino finalmente soggetti portatori di diritti e i reati a loro danno vengano puniti più severamente, nella speranza che questo faccia da deterrente per chi ancora oggi li maltratta e li uccide con troppa inquietante leggerezza».