Sicuramente è stata una delle più belle e importanti figure che, negli ultimi tempi, a cavallo tra la fine del secolo scorso e l’inizio di quello in corso, hanno occupato uno scranno a Palazzo San Giorgio, sede del Comune capoluogo di regione.
Una «grande donna» come è piaciuto definirla a padre Giovanni Dicosola, frate minore della provincia di San Michele Arcangelo di Puglia e Molise, parroco della Chiesa Sant’Antonio di Padova, ove sono state celebrate le esequie, nella giornata di ieri, martedì, a mezzogiorno, davanti ad una gremitissima assemblea, che ha partecipato convintamente all’estremo saluto ad Adriana Izzi.
Persona conosciutissima in tutta la realtà molisana, per il suo impegno professionale nell’ambito della scuola, ove è stata una brillante dirigente in istituti campobassani, e nel campo della politica, ove ha avuto modo di cimentarsi come assessore e consigliere comunale, sempre nel capoluogo. In entrambi i ruoli Adriana Izzi ha lasciato in eredità significativi traguardi, conseguiti con il suo tenace e brillante attaccamento alle cose in cui credeva.
Nel primo ha forgiato intere generazioni di alunni da immettere nella società, con i più genuini ed esemplari valori di vita. Ha rappresentato un sicuro punto di riferimento, una autentica palestra, per allievi e docenti i quali hanno visto in lei una guida sicura e autorevole, elastica e rigida nello stesso tempo, ma sempre protesa al bene di tutti. Una educatrice illuminata che non ha lasciato mai nulla al caso, ma si è affidata sempre all’organizzazione e alla programmazione, fasi indispensabili per ottenere il massimo.
In campo politico, ove ha coerentemente condiviso gli ideali socialisti, come detto, si è cimentata nel ruolo assessorile, occupandosi dei settori Personale e Patrimonio, allorquando il sindaco di sinistra Augusto Massa, nel suo primo mandato al vertice di Palazzo San Giorgio (1994/1999), l’ha nominata componente esterna dell’esecutivo. E in tale veste Adriana Izzi ha dato fondo alle sue energie e alle sue competenze, mettendo un po’ di ordine nelle cose riguardanti specialmente le risorse umane per le quali si è spesa per far acquisire ai dipendenti una degna appartenenza al Palazzo civico e all’intera amministrazione, per meglio rispondere al servizio del cittadino.
Dopo un decennio di pausa lontana da questo mondo, è tornata in corsa nel 2009, sempre da sinistra, per sfidare il candidato sindaco del centrodestra Gino Di Bartolomeo, dal quale viene battuto. Ma la sua verve, la sua voglia di battagliare non le impediranno di trascorrere un quinquennio da protagonista, a difesa di quelle sue idee nelle quali credeva ciecamente.
La difesa della donna, la tenace resistenza per la sanità pubblica, le farmacie comunali, sono solo alcuni dei suoi cavalli di combattimento. Ha saputo ritagliarsi, anche dalla opposizione, un viatico lungo il quale ha prodotto notevoli sforzi, tanto da meritarsi in più di una occasione anche le simpatie di parte della maggioranza.
Storici i suoi scontri con il sindaco “Big Gino” Di Bartolomeo, con il quale però arrivava sempre alla stretta di mano finale. Un atteggiamento che le faceva onore perché sapeva rispettare l’avversario e, di contro, essere rispettata.
Una donna straordinaria, insomma, che faceva della cultura il suo bagaglio migliore. Cultura che le consentiva di fronteggiare qualsiasi argomento.
Persona sincera, leale, coerente, di stile profondo.
All’ultimo saluto in chiesa, in segno di riconoscenza e gratitudine, c’erano proprio tutti: ex studenti, colleghi e colleghe di scuola, notati tra gli amministratori, il sindaco in carica Roberto Gravina, gli ex sindaci, Augusto Massa e Antonio Battista, i consiglieri attuali Alberto Tramontano e Massimo Sabusco, gli ex consiglieri Marilina Niro, Marialaura Cancellario, Pasquale Terzano, Franco Novelli, e tanta, tantissima gente, oltre agli affetti più cari, rappresentati dalla sorella, dalle nipoti e dai familiari tutti.
Toccanti gli interventi di fine celebrazione per ricordarne la personalità, come toccante è stata l’omelia di frate Gianni Dicosola che ha “scomodato” Sant’Agostino, per affermare «che l’esperienza dell’incontro con Dio è spesso associata dalla presa di consapevolezza di una presenza che da sempre ci accompagna. Una presenza che riempie la nostra vita e che ci abita nel profondo».
Da ieri Campobasso è un po’ più povera, un bel pezzo del suo mosaico demografico, che ha dato lustro alla città, soprattutto nel sociale, nella cultura e nella difesa dei diritti, è andato a riposare per sempre nel cimitero di Mirabello Sannitico.
Michele D’Alessandro