Come ormai consuetudine, insieme all’attesa del Corpus Domini è partito anche il totonimi degli artisti che calcheranno il palco del 9, 10 e 11giugno. A Palazzo San Giorgio le bocche sono cucite, anche se i beni informati danno in pole Fabri Fibra. Il rapper italiano dovrebbe chiudere la tre giorni con il concerto domenicale di Selvapiana, ma sul tavolo ci sono anche altri artisti per comporre il cartellone. Si parla infatti di Paola Turci e dei Modà per accontentare anche il pubblico più avanti con l’età.
Fabri Fibra sarebbe comunque un grande ‘colpo’ per l’amministrazione Gravina: l’artista è infatti uno dei rapper più longevi del panorama italiano, nonché uno dei più seguiti.
Esordisce nell’ambiente dell’hip hop underground a metà degli anni novanta con il nome Fabbri Fil, facendo parte per diversi anni degli Uomini di Mare e dei gruppi derivati da questi ultimi: i Qustodi del tempo e il collettivo Teste Mobili. Debutta come solista con il nome d’arte di Fabri Fibra nel 2002 con l’album Turbe giovanili. Significativo per la svolta della sua carriera è invece l’album Mr. Simpatia, pubblicato nel 2004, con cui lascia il suo marchio indelebile nella scena musicale di allora e con cui spiana il terreno al contratto, nel 2006, con la major discografica Universal, con la quale pubblica nello stesso anno l’album Tradimento, il passo decisivo verso la notorietà di critica e di pubblico. Nella sua carriera ha venduto oltre un milione di copie certificate dei suoi dischi, guadagnando numerosi dischi d’oro, di platino e multiplatino. Inoltre ha vinto diversi riconoscimenti inclusi tre Wind Music Awards, il TRL Awards 2011, la competizione di freestyle Mortal Kombat del 2001[1] e diverse candidature per altri premi, compresi gli MTV Awards, MTV Europe Music Awards e i World Music Award.
Non ha invece bisogno di presentazioni Paola Turci, cantautrice italiana classe ’64. I suoi esordi musicali risalgono alla metà degli anni 1980, ancora ventenne, quando inizia a esibirsi in alcuni locali della movida romana.[1] Qui viene notata da Mario Castelnuovo, grazie al quale ha la possibilità di firmare il primo contratto discografico. Castelnuovo scrive inoltre per lei il brano L’uomo di ieri, con cui si presenta al grande pubblico in occasione del Festival di Sanremo 1986, nella categoria Nuove proposte.
Il palco dell’Ariston rappresenta un punto fermo nei suoi primi anni di carriera. Turci torna a Sanremo nelle edizioni 1987 e 1988, rispettivamente con Primo tango e Sarò bellissima, che le valgono entrambe il Premio della Critica tra le Nuove proposte. Sempre nel 1988 pubblica il suo disco d’esordio, Ragazza sola, ragazza blu. Considerata, pur a fronte dell’ancora giovane età, ormai una veterana della kermesse sanremese, nel 1989 inanella la sua quarta presenza in Riviera dove, oltre a far suo il terzo Premio della Critica consecutivo — tuttora un record —, ottiene finalmente la vittoria primeggiando nella categoria Emergenti grazie a Bambini, brano che ne consolida definitivamente la notorietà, e che la stessa cantante considererà tra i più importanti della sua carriera, quello «che più mi rappresenta».
Nel 1990 sale per la quinta volta sul palco del Festival con Ringrazio Dio. In contemporanea esce l’album Ritorno al presente, che comprende fra l’altro anche Frontiera, presentato al Festivalbar. Nel 1991 esce Candido, il suo ultimo album su etichetta It. In estate si aggiudica la vittoria al Cantagiro (dove partecipa in squadra con i Tazenda), mentre qualche mese dopo ritorna in classifica grazie al duetto con Riccardo Cocciante nel brano E mi arriva il mare. Del 1993 è la sua 6ª partecipazione al Festival di Sanremo con Stato di calma apparente, brano autobiografico con cui la cantante appare per la prima volta nelle vesti di autrice: segue l’uscita dell’album Ragazze, pubblicato con la BMG, il cui brano più famoso è Stato di calma apparente. Nel 2002, Paola Turci approda al circuito delle etichette indipendenti, lasciando la complessa realtà delle grandi major discografiche, per ripartire esclusivamente come cantautrice: Questa parte di mondo, album piuttosto introspettivo da lei interamente scritto e composto, esce per la piccola etichetta Nun, rivelando una nuova e più libera dimensione artistica. Il primo singolo, Mani giunte, diviene un successo nella versione duettata con gli Articolo 31 per il loro album Domani smetto, e intitolata Fuck You. Nel 2005 esce Tra i fuochi in mezzo al cielo, un ottimo album la cui produzione viene divisa insieme a Carlo Ubaldo Rossi (già al lavoro con Baustelle, Caparezza, Jovanotti, Subsonica). Il disco, anticipato dal singolo Dimentichiamo tutto, conferma l’abilità compositiva di Paola Turci, nonché la sua estrema sensibilità di autrice alle prese con tematiche quali la morte (Quasi settembre e Lasciami credere), l’abbandono ed il dolore (L’inverno senza neve), fino ad arrivare alla tragedia umanitaria con Rwanda, brano che si è aggiudicato il Premio Amnesty Italia 2006.