Un via vai continuo nell’appartamento del quartiere San Giovanni, documentato con foto e video dai carabinieri del comando di Campobasso che in poco più di tre mesi hanno identificato una cinquantina di consumatori. Una lista di nomi ‘eccellenti’, volti noti della Campobasso bene: anche loro si rifornivano di cocaina dalle due coppie rom arrestate nel blitz di mercoledì coordinato dalla Dda. Imprenditori, professionisti e anche politici: alcuni sono stati già ascoltati dagli investigatori rafforzando l’impianto accusatorio nei confronti dei quattro rom finite in carcere e accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Secondo gli investigatori, a guidare il sodalizio criminale c’era un 37enne ‘aiutato’ dalla moglie 42enne e dall’altra coppia, lui di 55 anni, lei di 47. Quest’ultimi, a cadenza settimanale, raggiungevano il Frusinate per rifornirsi di droga grazie alla parentela con un boss della zona. Questa mattina i quattro saranno ascoltati dal gip per l’interrogatorio di convalida. Il 37enne, difeso dall’avvocato Nicolino Cristofaro, potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.
Secondo le indagini svolte dai Carabinieri, l’associazione aveva radicato la sede operativa nell’abitazione di una delle coppie indagate, dove quotidianamente avveniva lo spaccio al dettaglio ai ‘piccoli’ consumatori sia il rifornimento degli altri pusher . Insieme alle coppie, infatti, i militari hanno denunciato a piede libero altre 20 persone. Il 37enne si occupava di cessioni al di sopra dei 5 grammi, mentre le dosi più piccole erano gestite dagli altri soggetti. Utilizzavano parole in codice come “polli”, “birre”, “mezze birre”, “pacchetti di sigarette”, “persone” e “amici” per stabilire le come, a chi e quante dosi cedere. L’organizzazione era riuscita a costituire un redditizio commercio di sostanze stupefacenti, provenienti per lo più dal basso Lazio, dandosi anche una forte stabilità, capace di mantenere inalterata l’attività criminosa nonostante i vari interventi repressivi operati dalla polizia giudiziaria. Nel corso delle indagini sono state documentate circa 2000 cessioni di stupefacente, a dimostrazione dell’elevato volume d’affari ed eseguiti altri quattro arresti in flagranza. Sequestrati pure 100 grammi di cocaina, 35 di eroina e 35 di marijuana.