«Nei mie live succede qualcosa di unico, bisogna esserci per capirlo».
Le premesse per una serata di grande musica ci sono tutte: Mannarino scalda il pubblico di Campobasso e si prepara a salire sul palco con la data zero del Corde Tour 2023. Sarà lui ad aprire, questa sera, la due giorni di concerti del Corpus Domini nell’area spettacoli di Selavapiana.
Il cantautore romano è considerato uno degli artisti contemporanei di maggior valore, erede della grande tradizione del cantautorato italiano, quella scritta da Paolo Conte e Fabrizio De André. Attraverso la cifra originale del suo lavoro, una rigorosa ricerca musicale e testi intrisi di poesia si è dimostrato un modello non omologato per le nuove generazioni.
Il tour Corde è arrivato già alla terze edizione, preceduta da quelle del 2013 e del 2015, ma quello di stasera sarà uno spettacolo con tante novità: «Ogni tour è diverso – racconta – perché metto su arrangiamenti e band differenti, è un momento che mi ricavo per purificarmi dagli arrangiamenti del disco e affrontare le canzoni con il pubblico nude e crude, senza un’estetica. Mi accompagneranno due chitarristi con cui collaboro da anni, un contrabbassista jazz, tre ragazze al coro e le percussioni».
Con i suoi precedenti quattro album ha già consegnato alla musica dei grandi classici come “Me so’ mbriacato”, “Statte Zitta” e “Vivere la vita” econ “Apriti Cielo” è arrivata la definitiva consacrazione: il disco di platino e un tour che ha superato le 150mila persone.
Nel gennaio 2020 è stato il primo e unico artista italiano ad essere invitato a suonare come ospite d’onore al Musée d’Orsay di Parigi.
A settembre 2021 pubblica “V”, il progetto discografico più politico e visionario della carriera di Mannarino che viene acclamato dalla critica per la ricerca sonora e i temi trattati, tra cui natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna.
Questa serie di live sarà però svincolata dall’ultimo album: «Ripercorrerò tutta la mia storia, con dei brani che in questo momento sono rappresentativi per me e da cui esce il mio pensiero, anche quelli del primo disco».
Nel corso della sua carriera ha ricevuto molte ‘etichette’, da cantante folk a cantautore, mentre nell’ultimo lavoro, frutto di un’esperienza – di vita oltre che artistica – in sud America, ha sperimentato nuove sonorità accostandosi a ritmi tribali e alla samba. Ma la forza di Mannarino è propria la rinuncia alle etichette: «Non credo di volermi definire, mi piace rimanere indefinito. È così aleatoria la scelta estetica, è importante quello che dico. Dieci anni fa lo facevo da un marciapiede con lo stornello, l’ho fatto con la musica elettronica e i suoni della foresta. Tutti noi nella vita passiamo tante fasi non somiglieremo mai a come eravamo 15 anni fa. Per cui preferisco rimanere più sfocato possibile come definizione, conta solo la mia poetica e, finché rimane viva, quello sono io».
Reduce da un 2022 ricco di concerti, dopo un tour che ha toccato tutta Italia fino al gran finale all’Arena di Verona. L’artista si è esibito anche all’estero, in particolare a Barcellona, in occasione de La Mercè, la più grande festa della città e una delle più importanti della Spagna.
«È stata un’esperienza fantastica, è stato bello vedere che anche all’estero ho avuto un riscontro. A Barcellona c’erano 5.000 persone in piazza, per uno che vive di musica questo è stato il riconoscimento più grande. Ti fa capire che la musica può parlare a prescindere dalla lingua e dalle parole.
È stato un tour che è partito in sordina, c’era ancora il Covid con tutti i problemi che comportava, però poi, data dopo data, siamo cresciuti. Ho visto il pubblico scatenarsi, è stato quasi un rave, si ballava dall’inizio alla fine. Adesso invece ho bisogno di stare seduto, con questo nuovo tour volevo regalare altro: quando balli dentro, quando hai un terremoto dentro ti emozioni ancora di più. Staserà, dunque, ci sarà una bella carrellata della mia storia.
I miei live sono la cosa più importante, forse più dei dischi, quelli mi servono per fermare un’idea, ma nel live succede qualcosa di unico, bisogna esserci per capirlo».
È già al lavoro su un nuovo album? «Io per fare dischi devo prima vivere, lo costruisco prima dentro di me, già lo sto scrivendo e, anche se non scrivo, sta nascendo qualcosa. Non ti puoi ripetere, anzi, ogni volta sembra che devi distruggere quello precedente e forse lo sto già facendo con questo tour».

md

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