La campagna elettorale per le regionali è appena terminata ma un’altra sta per partire. Anzi, secondo i bene informati, è già cominciata. Al di là del risultato che consegneranno le urne martedì prossimo, la sfida per Palazzo San Giorgio è già entrata nel vivo. Roberto Gravina, all’indomani della sua investitura a candidato governatore per la coalizione del centrosinistra, aveva assicurato che l’amministrazione comunale non sarebbe stata commissariata, né si sarebbe configurata la possibilità di elezioni anticipate. Dando per assodato che, anche in caso di sconfitta al vertice di Palazzo Vitale, Gravina rinuncerà al ruolo di sindaco per sedere tra i banchi del consiglio regionale, le sue funzioni saranno svolte dalla vice Paola Felice fino alla scadenza naturale della consiliatura, ossia la primavera del 2024. Un ‘passaggio di consegne’ indigesto al centrodestro del Comune che sin da subito ha invocato le elezioni anticipate e il passo indietro del sindaco per permettere ai campobassani di scegliere il nuovo governo cittadino. I rumors parlano già di ‘manovre’ tra gli azzurri, con Salvatore Colagiovanni, capogruppo dei Popolari per l’Italia, in pole per la candidatura a sindaco. ‘Scalpita’ , però, anche Alberto Tramontano, il leader della Lega a Palazzo San Giorgio che cinque anni fa accettò il passo di lato in favore della collega di partito Maria Domenica D’Alessandro, poi sconfitta da Gravina al ballottaggio. I risultati del 25 e 26 giugno, però, condizioneranno inevitabilmente anche le scelte all’interno del centrosinistra per la sfida al Comune di Campobasso. C’è chi sostiene che la ‘casella’ del prossimo sindaco di Campobasso spetti al Pd proprio in virtù della candidatura di Gravina alla Regione, ma sia i dem sia i 5 Stelle hanno sempre negato che ci sia stato un accordo simile. Bisognerà poi capire quali tasselli cambieranno all’interno del Comune dopo lo spoglio di lunedì e martedì. Qualora dovesse entrare in Consiglio regionale, anche per Simone Cretella si aprirebbero le porte delle dimissioni. Per la legge Legge 23 aprile 1981, n°. 154, oltre a quella del sindaco risulta incompatibile, infatt,i anche quella dell’assessore: «Le cariche di membro di una delle due Camere, di Ministro e Sottosegretario di Stato, di giudice ordinario della Corte di cassazione, di componente del Consiglio superiore della magistratura, di membro del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, di magistrato del Tribunale supremo delle acque, di magistrato della Corte dei conti, di magistrato del Consiglio di Stato, di magistrato della corte costituzionale, di presidente e di assessore di giunta provinciale, di sindaco e di assessore dei comuni compresi nel territorio della regione – recita la norma – sono incompatibili con la carica di consigliere regionale».
Possono invece rivestire il doppio incarico i consiglieri comunali. Dunque, nel caso specifico, sia Alessandra Salvatore, Bibiana Chierchia e Giose Trivisonno per il Pd, sia Carla Fasolino e Massimo Sabusco per il centrodestra, in caso di ingresso a Palazzo D’Aimmo potrebbero restare in carica anche al Comune di Campobasso.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.