In seguito alla recente segnalazione di Peste Suina Africana (PSA) nei cinghiali selvatici, la Prefettura di Campobasso ha diffuso una circolare con le relative indicazioni per prevenire l’introduzione del virus sul territorio locale.
A tal fine, la Sea Spa ha comunica ai cittadini di Campobasso di prestare massima attenzione alle regole di biosicurezza adottando le seguenti regole: smaltire i rifiuti alimentari negli appositi contenitori e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici o ai cinghiali; non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali.
La peste suina africana è una infezione virale che colpisce i suini domestici e selvatici, non trasmissibile all’uomo. È una malattia altamente infettiva e spesso mortale per gli animali colpiti, sostenuta da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus.
Questo virus è incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti, fattore che rende estremamente complicata la preparazione di un vaccino.
I suini ed i cinghiali si contagiano attraverso: contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all’aperto e cinghiali selvatici; ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti: scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari e carne di cinghiale selvatico infetta (comprese le frattaglie); contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature; morsi di zecche infette. Questa è una modalità di trasmissione di minore rilevanza in Europa, in quanto la specie di zecca interessata non è presente in maniera uniforme in tutto il continente. La circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia.
Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all’interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.
Questa malattia non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina. L’uomo può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata.
La malattia, pur non rappresentando un pericolo sanitario per l’uomo, è causa di un importante impatto socio-economico nei Paesi colpiti in quanto è causa di ingenti perdite a carico del settore zootecnico suinicolo. Le norme europee, al fine di eradicare e controllare la diffusione della malattia, prevedono l’abbattimento dei suini domestici in cui è stato riscontrato il focolaio e il blocco delle movimentazioni e commercializzazione al di fuori dell’area infetta, compresa l’esportazione, dei prodotti a base di carne suina provenienti dalle aree focolaio.
Basti pensare al potenziale danno economico conseguente all’esportazione dei prosciutti e di altri salumi ed insaccati italiani riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.

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